AAA Cercasi veri programmi politici

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24 Settembre 2022

Ancora una volta andare alle urne servirà a poco, ancora una volta recarsi ai seggi elettorali avrà, nel migliore dei casi, il vago sapore di un viaggio della speranza, di un accanimento terapeutico inutile e destituito di ogni fondamento che la logica dovrebbe farci rigettare con sdegno preferendogli una più veridica e dignitosa veglia funebre in memoria di quella che doveva essere una democrazia e si è rivelata,alla prova dei fatti, una farsa paraideologica alla don Camillo e l’on. Peppone prima, una patetica fiera del politichese poi, una farsesca commedia populista in tempi più recenti (quelli Pentastellati, tanto per intenderci) ed ora promette di essere il trionfo della più vuota ed insulsa retorica da quattro soldi cui tutto lascia presagire farà seguito a breve, poco importa l’esito della consultazione di domani, l’ennesimo governo tecnico a guida, perché no, del dimissionario Mario Draghi tanto caro tanto a Washington quanto alla Presidenza della Commissione Europea.

Esprimere un voto politico, a maggior ragione oggi, dovrebbe voler dire aver operato una serie di scelte, là dove lo scegliere dovrebbe presupporre l’aver fatto, potendolo fare, dei confronti tra programmi elettorali concreti, articolati, dettagliati, strutturati e declinati, almeno per la parte comportante le scelte di politica estera e gli interventi economico-finanziari, in termini di cifre che facciano riferimento e poggino su dati oggettivi, quali quelli reperibili nel Bilancio Pubblico dello Stato e nei dati forniti dalla Ragioneria dello Stato. Dati ineludibili in quanto solo a partire da essi è concretamente possibile formulate serie proposte che a chiare lettere indichino con doverosa precisione non solo cosa si desidera fare, ma pure come si intende farlo e, soprattutto, con quali mezzi e quali risorse economiche e/o eventuali tagli di spesa si intende farlo avendo cura di menzionare le partite ed i capitoli di spesa interessati.

Stando così le cose il punto di partenza, tanto per per la stesura di un programma politico degno di questo nome quanto per la formalizzazione della adesione ad esso in sede elettorale, dovrebbe sempre essere l’analisi di tutti quei dati geopolitici e di  quelle voci di bilancio che sono perfettamente disponibili sul sito della Banca d’Italia e da essa inviati, in abbonamento gratuito -con aggiornamento quasi quotidiano- via mail, a chiunque ne faccia richiesta mosso dal civico desiderio di studiarseli in primis  per capire i fatti e le circostanze del mondo reale e successivamente per esprimere il proprio voto consapevole.

Purtroppo i fatti ci mostrano una realtà diversa, imbevuta di un ‘patriottismo’ becero e qualunquista figlio di una atavica pigrizia mentale che ci fa ben comprendere il perché quei dati e rendiconti di cui prima parlavo sono di fatto per i più solo degli illustri sconosciuti e conseguentemente il perché i programmi politici sono concepiti come collezioni di vaghe e fumose promesse di un ‘cambiamento’ non meglio definito nonché intrisi del solito chiacchiericcio fumoso tutto all’insegna del più vago ed inconsistente “faremo questo e quello”.

Un elettore degno di questo nome dovrebbe pretendere che i programmi politici siano concepiti come un qualcosa di vincolante per l’eletto e quindi come un qualcosa che contenga al proprio interno gli elementi di verifica del suo operato: in caso contrario sulla base di cosa l’elettore medio esprimerà il proprio voto? Votare non può consistere solo della apposizione di una crocetta su di un pezzo di carta, non può continuare ad essere una delega in bianco, non può continuare ad essere un comodo alibi per continuare a sognare e cullare le proprie illusioni.

Nessun voto non dovrebbe essere dato con leggerezza e senza una motivazione concreta maturata con un ragionamento opinabile finché si vuole ma degno di essere definito il logico frutto di un ragionamento,  un figlio della mente, quindi, e non un aborto della” pancia” . Credo che ognuno domani dovrebbe domandare a se stesso se ha fatto questo o se ha sin qui votato solo in nome del risentimento anticomunista, di quello anti berlusconiano, di quello anti casta e via discorrendo a forza di anti questo ed anti quello!

Il problema di questo Paese, alla fine, non sono gli eletti ma gli elettori giacchè lo squallore della classe politica rappresenta degnamente lo stato di degrado e l’insipienza suo elettorato così come perfettamente documentato dai Rapporti INVALSI e rappresentato da quanto si può toccare con mano navigando su Facebook ed i vari social. Il panorama complessivo è per lo più popolato da analfabeti funzionali guidati da leaders che menano opportunisticamente il can per l’aia al solo scopo di farsi eleggere o rieleggere vendendo fumo e programmi che mostrano solo la pochezza di chi li ha concepiti. Contenuti meschini ed anemia di pensiero sono ciò che ha caratterizzato la più noiosa e ridicola campagna elettorale di tutto il secondo dopoguerra di un Paese che ancora colloca il proprio debito pubblico con la modalità dell’asta marginale e dove un’azienda controllata dallo Stato, l’ENI tanto per intenderci (quell’ENI le cui azioni sono per il 30,1% di proprietà statale -circa 4,3% di proprietà del Ministero dell’Economia e Finanze e per circa il 25,7% di Cassa Depositi e Prestiti-), al pari della maggior parte delle grandi aziende italiane a partecipazione pubblica, ha trasferito la propria sede in Olanda senza che alcuno abbia battuto ciglio.

TAG: politica
CAT: Partiti e politici

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