Aldo Moro, un passato carico di futuro
Gli accadimenti, dal 4 dicembre in avanti, sono figli di un passato ancorchè lontano: se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano vai in compagnia!
Dedicato alle giovani generazioni che non possono avere memoria. Nella foto di copertina Aldo Moro ed Enrico Berlinguer che rappresentavano il “68”, sia nel senso della innovazione in politica e sia soprattutto nella percentuale degli italiani che credevano in loro.
LA VANITÀ DELLA FORZA, volume curato da Lucio D’Ubaldo
Il Volume, curato dal Sen. Lucio D’Ubaldo, è una silloge degli scritti di Aldo Moro, pubblicati su “La Rassegna di Bari” nel periodo 1943-45, all’alba della formazione della DC in Puglia e nel resto del Paese. La rivisitazione di Aldo Moro non può che essere una felice lettura. A differenza di molti della prima DC, Aldo Moro introdusse un concetto di filosofia teoretica nella sua azione politica, quella che poi portò alla conclusione dell’inevitabile incontro tra grandi masse del Paese, cattolici e comunisti, uniti prima nella ricostruzione materiale del paese uscito dalle macerie e poi nella ricostituzione di una coscienza civile secondo gli insegnamenti di Don Luigi Sturzo. Al posto di Mattarella, io andrei a giorni alterni in pellegrinaggio a Caltagirone alle spoglie di Luigi Sturzo e poi a Torrita Tiberina a rendere omaggio ad Aldo Moro. Vi è poi un Capitolo a parte, i Grandi Testimoni dell’impegno civile dei laici in politica. In primis Napoleone Colajanni, Giuseppe Giuffrida (Fasci Siciliani), Palmiro Togliatti e Pietro Nenni, Sandro Pertini, elenco lungo e sconfinato di Padri Fondatori da cui bisogna ripartire.
Di Aldo Moro non solo si rivaluta il significato progettuale della sua azione politica ma si rielaborano, in chiave attualissima, gli scritti ed i discorsi. Paradigmatici, spesso apparentemente oscuri, sono stati preconizzatori e non lo sapevamo. Aveva avuto, con pochissimi altri Padri Fondatori come Togliatti, Dossetti, Nenni, una visione lungimirante impossibile da decrittare. I fatti succedutisi dopo la sua morte gli hanno dato ragione postuma.
Non stupisce dunque che già alle prime presentazioni del Volume si registri grande affluenza che deve fare riflettere. E’ evidente che una grande parte, ed immagino qualificata, della pubblica opinione senta necessaria la riaffermazioni di valori civili e prema per un ritorno della vera politica. I valori di base di quel pubblico sono sicuramente ispirati alla tradizione cristiana di solidarietà e d’impegno cattolico nella società civile. Ed allora mi chiedo: l’altro pilastro della società civile, quello di ispirazione post-marxista, socialista e comunista residuale, dov’è? Cosa ne impedisce un coagulo che, unito, si badi bene non mescolato come nel PD, alla corrente cattolica, ci riporti alla “Sana Politica” ? Perché abbiamo registrato tutti dove ci ha portato la “ Buona Politica” di veltroniana memoria. Quel 34% della DC e 33% del PCI degli anni ottanta, marginalizzati dalla politica politicienne attuale, sono stati trasferiti alle nuove generazioni sotto mentite spoglie.
Non è infrequente sentire “…ma con quali gambe portare avanti progetti e con quali personaggi cambiare la politica…” Come nel ventennio fascista, ci sono ma sono mimetizzati, abbiamo teste pensanti e…pesanti che non vogliono contaminarsi. Dunque si devono creare le condizioni per farle emergere ed in qualche caso riesumarle.
Una delle grandi contraddizioni del PD è quella di non aver saputo amalgamare le due anime, cristiana e socialista, etichettandole come vecchi arnesi da museo politico. Errore gravissimo perché la demonizzazione della politica ha reso protagonisti personaggi non inclusivi, omologati, figli dell’occupazione spesso sistematica del potere. Senza anima ideologica non c’è politica e l’omologazione forzata ha fatto sì che sparissero dalla scena coloro che la pensano diversamente e che sono inibiti nell’azione politica da una massa critica fatta di opportunismo e convenzione dell’ultima ora.
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