Giustizia

Fallimento drogherie Schlecker: una famiglia a processo

7 Marzo 2017

Con l’accusa di aver sottratto alla massa fallimentare oltre 19 milioni di euro Anton Schlecker fondatore, oggi 72enne, dell’ex impero omonimo di drogherie fallito 5 anni fa lasciando a spasso oltre 23.000 dipendenti, per lo più donne, è comparso lunedì 6 marzo innanzi al Tribunale di Stoccarda. Era stato rinviato a giudizio nell’ aprile 2016 dopo circa 3 anni di indagini. Insieme a lui al banco degli imputati anche la moglie Christa ed i due figli Lars e Meike, che per la Procura lo avrebbero aiutato, insieme a due revisori dei conti della società Ernst & Young imputati anch’essi, a mettere da parte in più di 40 occasioni il capitale residuo per sottrarlo ai creditori. Già nel 1998 Anton Schlecker e la moglie Christa erano stati condannati con la sospensione condizionale a 10 mesi per aver truffato i collaboratori fingendo solamente di pagarli secondo le tariffe.

 
Anton Schlecker aprì il primo negozio delle celebri drogherie in Germania nel 1975. In appena due anni ne aveva già 100; nel 2008 era a capo di un impero con 14.000 filiali in diversi Paesi europei con 50.000 dipendenti.

 
D’altronde già dal 2000 i ricavi incominciarono a stagnare e dal 2006 il gruppo smise di fare utili. Nel 2010 la ditta Schlecker fu sottoposta a critiche perché avrebbe controllato con videocamere i collaboratori. Avrebbe poi sistematicamente sostituito i dipendenti assunti con più economica forza lavoro temporanea. La clientela aveva peraltro già incominciato a disertare i negozi che avevano corridoi troppo stretti attraverso i quali non si poteva neanche passare con i passeggini. Nel 2010 per la Procura la ditta Schlecker aveva già accumulato oltre 1 miliardo di euro di debiti. Nel dicembre 2011 venero chiusi i primi 600 negozi in Germania. Le voci di insolvenza vennero però rintuzzate.

 
Per la Procura Anton Schlecker sarebbe tuttavia stato cosciente dell’inizio del declino ed accantonò il capitale. Uno degli stratagemmi sarebbe stato di pagare per anni sovrapprezzo lo stoccaggio di merci attraverso il gruppo logistico LDG, di cui erano titolari i figli. Lars e Meike Schlecker avrebbero poi anche preso in prestito dall’azienda del padre 320 milioni che questi, con attestazione dei revisori dei conti di Ernst & Young, presentò però come capitale proprio. La moglie avrebbe quindi ricevuto dall’azienda dei figli 50.000 euro per consulenze mai svolte. E come se non bastasse Anton Schlecker avrebbe finanziato un appartamento a Berlino per circa 1 milione al figlio Lars. Per l’accusa Anton Schlecker spese il denaro anche facendo vacanze costose con la famiglia, come un viaggio ad Antigua per quasi 48.000 euro, e regali ai nipoti per altri 800.000 euro. Per il Procuratore già nel 2010 l’impero delle drogherie Schlecker era gravato da quasi 1 miliardo di euro di debiti.

 
Nel gennaio 2012 la catena di drogherie annunciò di essere insolvente. In giugno un piano di salvataggio con l’aiuto pubblico venne rifiutato dal Ministero delle finanze e pure un pacchetto di soccorso da parte dei Bundesländer fallì, secondo quanto ha ricostruito l’agenzia Reuters, per l’opposizione accesa del partito liberale. Gli interessati a rilevare i punti vendita si tirarono indietro. Il 27 giugno 2012 tutti i negozi della catena chiusero definitivamente i battenti.

 
Il processo appena iniziato si basa sulla domanda cruciale di quando Anton Schlecker avrebbe effettivamente saputo che i conti non tornavano e di essere insolvente. Se quindi abbia scientemente provocato il fallimento del gruppo incominciando a sottrarre le risorse sulle quali avrebbero potuto rifarsi i suoi creditori. Per la Procura era cosciente dello stato di insolvenza e quindi che non avrebbe dovuto sottrarre le risorse fin dalla fine del 2009. Il suo legale l’avvocato Norbert Scharf, uno dei più importanti difensori specialista di processi finanziari in Germania, ha invitato invece a non trarre delle conclusioni affrettate prima del dibattimento. Sono previste inizialmente 26 udienze e gli imputati renderanno delle dichiarazioni, ma solo in un momento più avanzato del processo, hanno indicato gli avvocati difensori, limitandosi per ora solo a respingere genericamente gli addebiti fatti ai loro clienti.

 

Se ritenuto colpevole Anton Schlecker rischia fino a 10 anni. Ma in caso di condanna dovrebbe avere il suo peso che ha già riversato alla curatela del fallimento 10 milioni di euro. Il curatore fallimentare alla fine era riuscito a racimolare 300 milioni per i creditori, ma le dipendenti delle drogherie rimasero a mani vuote.

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