Partiti e politici

Le Sardine e il neo-bipolarismo

27 Gennaio 2020

Siamo alla vigilia del nuovo bipolarismo centrodestra-centrosinistra che sarà varato alla vigilia delle prossime elezioni politiche. E se da un lato Di Maio molla, dall’altro Andrea Santori e le sue Sardine arrivano al momento giusto. Non tanto per le proposte politiche, che al momento sono, a dire la verità, poche e confuse, quanto per quello che rappresentano per l’audience. Simbolicamente le Sardine hanno occupato il posto vacante del principale nemico di Matteo Salvini. Ed è fondamentale che questo ruolo venga ricoperto da qualcuno. Perché una narrazione senza l’antieroe non funziona. I buoni e i cattivi sono alla base di ogni dicotomia che si rispetti.

La dicotomia, appunto, è la base di ogni racconto pop-populista che tanto serve, come l’acqua per un assetato nel deserto, ai talk-show, alle prime pagine dei quotidiani, al flusso continuo e ininterrotto dei social network. Perché la dialettica politica deve essere mediata a favore di tutti e, in speciale maniera, per i più semplici.

Le Sardine si candidano, quindi, ad essere un pezzo fondamentale, ad oggi mancante, per completare lo schema del nuovo bipolarismo nazional-popolare, dopo una stagione vocata al maggioritario – dal governo Monti sino alla caduta in disgrazia di Matteo Renzi. Oggi c’è tanta voglia di proporzionale, di grandi coalizioni, di un rinnovato bipolarismo. E se da una parte il blocco di centrodestra appare ben strutturato e gonfio di consenso, almeno stando agli ultimi sondaggi, nel centrosinistra manca ancora qualcosa. Le Sardine appunto. Che poi, più di qualcuno le classifica come il Movimento 5 Stelle in salsa piddina. Abbastanza in linea con i fondamenti ideologici di sinistra, ma non troppo da risultare residuali. Non esageratamente scalmanati – perché il loro mantra è la competenza e la censura verso il linguaggio dell’odio – ma per nulla paludati, perché oggettivamente nuovi al cospetto dei media.

Epoi, le Sardine non sarebbero quello che sono – e ciò che potranno diventare domani – senza le piazze. Le enormi piazze che li accompagnano in questa epifania catodica e social. Sono essi stessi consapevoli della cruciale partita che stanno giocando, non tanto per loro stessi – perché poi le vicende individuali, come insegna la parabola di Luigi Di Maio, poco importano al corpaccione elettorale – quanto per l’imminente dimensione politica del Paese. Rappresentando le Sardine il nuovo approdo verso il quale, da una parte i grillini di sinistra pentiti, dall’altra i radicali di sinistra ostaggio dell’astensione da almeno due lustri, potranno convergere. Perché il Movimento 5 Stelle pare prossimo alla fine, non avendo maturato, a dieci anni dalla sua nascita, una vera e propria identità politica, essendo stato disposto a governare con chiunque gli abbia potuto garantire la maggioranza parlamentare. Dal governo con la Lega a quello con il Pd, mettendo in scena una neo-rappresentazione del pentapartito, ovvero, la negazione del bipolarismo di epoca berlusconiana-prodiana.

Le Sardine, invece, sono nate già in opposizione al centrodestra e per questo saranno una delle colonne portanti del nuovo bipolarismo.

 

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