Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani sono chiamati a votare per i referendum su cinque quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza
13 Maggio 2025
Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto al voto sono chiamati a partecipare ai referendum popolariabrogativi (articolo 75 della Costituzione) su cinque quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. Per abrogare le norme in discussione si dovrà tracciare una croce sul “Sì”. Per ogni quesito ci sarà una diversa scheda elettorale.
Potranno votare ai referendum anche i cittadini fuori sede che hanno presentato la domanda entro il 5 maggio per votare in un comune diverso da quello di residenza, gli italiani residenti all’estero iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e quelli che si trovano temporaneamente fuori dall’Italia per motivi di lavoro, studio e cure mediche, a patto che abbiano fatto la richiesta entro il 7 maggio (tutte le indicazioni sono sul sito del ministero degli Esteri).
Referendum: quando si vota?
I seggi saranno aperti dalle ore 7:00 alle 23:00 nella giornata di domenica e dalle 7:00 alle 15:00 in quella di lunedì. La scelta di distribuire la votazione su due giorni ha l’obiettivo di incentivare la partecipazione, specialmente in occasione di consultazioni popolari che richiedono il raggiungimento del quorum del 50 per cento più uno degli aventi diritto per essere valide. Il quorum verrà calcolato separatamente. Le schede lasciate bianche o annullate, al contrario, anche se prive di un voto valido concorrono comunque al raggiungimento del quorum.
1. «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione» (scheda verde)
Se vince il Sì. Si chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti introdotta nell’ambito del Jobs Act. Attualmente tutti i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Se vince il Sì, anche a questi lavoratori si applicherebbero le norme valide per gli altri, ovvero la legge Fornero del 2012 che ha riformato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, limitando a pochi casi il diritto al reintegro nel posto di lavoro.
Se vince il Sì. Attualmente nelle imprese fino a 15 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Se vince il Sì, questo tetto salta, e il giudice deciderà secondo discrezionalità. Difficile dire quanto ampia sia questa discrezionalità. Secondo gli esperti, potrebbe stare tra 24 e 36 mesi mensilità, come per i dipendenti delle grandi azienda.
3. «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi» (scheda grigia)
Se vince il Sì. L’obiettivo del referendum è rendere più rigide le norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato. Attualmente la legge permette contratti a tempo determinato fino a 12 mesi, senza che sia necessario indicarne la causa. I contratti possono poi essere prolungati fino ad altri 12 mesi (per un totale di 24), ma in questo caso la legge impone delle condizioni precise (presenza di esigenze temporanee oggettive estranee all’attività ordinaria o di incrementi significativi e improvvisi dell’attività ordinaria, sostituzione temporanea di altri lavoratori). Se vince il sì, i contratti a tempo determinati potranno essere stipulati solo in presenza di tali causali, sin dal primo giorno.
4. «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione» (scheda rossa)
Se vince il Sì. In Italia ogni anno vi sono circa 500mila denunce di incidenti e quasi mille morti, una ogni tre giorni. Obiettivo del referendum è aumentare la sicurezza del lavoro, in particolare nell’ambito degli appalti e subappalti. Attualmente, la legge esclude espressamente la responsabilità del committente in caso di infortunio del lavoratore dell’azienda appaltatrice o subappaltatrice. Se vince il Sì, il committente o l’impresa che concede un subappalto saranno responsabili in solido. I promotori del referendum ritengono che in questo caso si ridurrà il ricorso ad appaltatori o subappaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche.
5. «Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana» (scheda gialla)
Se vince il Sì. Il quinto referendum abrogativo propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Il referendum non modifica gli altri requisiti richiesti (conoscenza della lingua italiana, possesso negli ultimi anni di un reddito adeguato, assenza di precedenti penali, ottemperanza agli obblighi tributari, assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica).
Referendum 2025: chi li ha proposti?
I referendum in materia di disciplina del lavoro sono stati promossi dalla Cgil, che ha raccolto oltre 4 milioni di firme per sostenerli, e quello sulla cittadinanza da +Europa, Riccardo Magi, Possibile, Partito Socialista Italiano, Radicali, Rifondazione Comunista e associazioni della società civile.
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