Vaccinazione antinfluenzale? Purchè consapevole ed informata

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8 Ottobre 2015

 VIRUS E DINTORNI

Quando al mattino il virus si alza, sa che deve correre e mimetizzarsi perché un vaccino è già pronto per bloccarlo. Le malattie virali identificano, più delle altre, la società d’oggi. Non più stanziale ma in continuo movimento, la comunità mondiale ha verificato negli ultimi anni la trasmigrazione di virus asiatici, i famigerati H1N1 e varianti, i virus africani come l’Ebola etc. Sono migliaia di voli intercontinentali a rischio-virus contro i quali le mitiche mascherine giapponesi nulla fanno perché il virus ha dimensioni da 0,1 a 0,05 micron (millesimo di millimetro) ed il poro delle mascherine più moderne va da 50 a 80 micra. I suggerimenti e le accortezze empiriche (lavaggio degli arti superiori, mascherine, evitare i luoghi comunitari affollati) servono dunque a ben poco quando poi si viaggia in treni, aerei e bus con clima a circuito chiuso i cui filtri mai vengono depurati.

Come si vede questo argomento, scivoloso e complesso, è irto di luoghi comuni e di miti che andrebbero sfatati. Purtroppo, specie dopo i decessi del dicembre 2014 a causa di alcune vaccinazioni antiinfluenzali, si è sviluppato un clima da crociata: la Santa Crociata per e la Crociata laica contro. Devo personalmente affermare che nessuna delle parti mi convince. Vediamo perché.

IMMUNITA’ DI GREGGE O MIRATA?

Che sia arrivato l’autunno lo desumiamo anche dai periodici, ricorrenti proclami avanzati dal Ministero Salute, al quale, in virtù della modifica del Titolo V della Costituzione, ormai ben poche prerogative sono rimaste. La politica del Ministero, d’accordo con l’ISS ( istituto Superiore di Sanità) è quella di insistere con vaccinazioni massificate nella speranza di non perdere una realtà, effettivamente acquisita, che è quella dell’immunità di gregge. Ossia il persistente allargamento della fascia immune che limiterebbe i pochi casi di contagio di qualsivoglia virus, limitandosi ad infezione endemica, episodica e non pandemica. Due osservazioni sono d’obbligo: la prima riguarda il fatto che ormai nei paesi occidentali il rischio di molte patologie è scomparso da tempo e la seconda riguarda le infezioni “ di ritorno” registrate comunque in soggetti vaccinati.

1.       Rendere la vaccinazione di massa come nei territori africani, dove questa ha avuto grande successo, significa non comprendere che il “genio epidemico” di questi continenti è profondamente diverso, per mutazione di virus e per situazioni loco-regionali molto differenti.

Nel continente Europeo va intesa una politica vaccinale più personalizzata e meno di massa. Lontane le epidemie danesi del 1952 per il virus polio, oggi dobbiamo rivitalizzare il concetto di vaccinazione ad usum infirmi, ossia personalizzandola come le più complesse realtà clinico-epidemiologiche odierne. L’aumento dell’aspettativa di vita sta modificando la classifica delle patologie: in testa, accanto ai tumori e malattie cardiovascolari si sta portando la patologia degenerativa tipica delle età iperanziane (IVa e Va età). Diabete, ipercolesterolemie, obesità ma soprattutto patologie autoimmuni e osteoartropatie, che richiedono l’uso prolungato di steroidi, cortisonici, ed i recenti anticorpi monoclonali, farmaci che hanno il suffisso “MAB” ( Monoclonal AntiBody). Né si stemperano le malattie infettive, specie nei bambini che vivono la realtà inquinata delle città. Dunque un panorama complesso in cui lo stesso paziente convive con queste forme fino a ometterle nel caso di anamnesi anche accurata.( Tab. 1).

2.       In questi casi le interferenze che ogni vaccinazione determina sullo stato immunitario obbligano ad una condotta sanitaria di analisi clinica e critica anziché di inclusione ubiquitaria. Ciò vuol dire che per ogni vaccinazione è d’obbligo la valutazione clinica del soggetto, caso per caso e non la indiscriminata distribuzione longitudinale del prodotto vaccinico, qual’esso sia. Ciò è dovuto al fatto che il sistema immunitario ha due funzioni separate e in equilibrio tra di loro, Th1 e Th2. Con Th1 è indicata l’immunità cellulare, primaria difesa contro funghi, virus e protozoi; con Th2 è indicata l’immunità sierologica (IgE, IgM, IgG), che produce anticorpi specifici. Alla base di ogni problema immunologico c’è uno squilibrio tra le funzioni Th1 e Th2.

Un vaccino diminuisce l’immunità mediata da linfociti (Th1) del 50%, due vaccini insieme del 70%. Ormai sono una norma 3 vaccini nella stessa iniezione, il tutto ripetuto in tre dosi successive a distanza di qualche mese. I vaccini riducono il numero di globuli bianchi, la vitalità dei linfociti, la segmentazione dei neutrofili. Il livello di produzione delle IgE è sotto lo stretto controllo dei linfociti Th2. Lo squilibrio verso Th2 è un fattore predisponente alle allergie(raffreddori, asma, rash cutanei, etc..). Nella vita odierna il condizionamento ambientale massivo dà luogo all’incremento esponenziale delle forme allergiche tra cui rinite allergica, asma bronchiale allergico, dermatite atopica, che rappresentano il risultato di una risposta Th2 nei confronti di antigeni ambientali innocui (allergeni).  I vaccini alterano il rapporto di linfociti T helper/ linfociti soppressori. Tale parametro è un indicatore chiave del grado di funzionalità del sistema immunitario.

AUTOCURA NO, MAGGIORI ATTENZIONI E CONTROLLI SÌ

3.       Come si vede, le questioni sono complesse ed è pericoloso lasciarle in mano al cittadino che si autocura, comprando il vaccino liberamente come fosse farmaco di banco. Dunque maggiore attenzione da parte dei medici di base che, caso per caso, devono prescrivere la vaccinazione, come quella antinfluenzale diretta a tutte le fasce d’età. Il controllo clinico dovrebbe avvenire tramite appositi questionari (Q. di Gava e Q. di Serravalle ) dai quali si possa evincere condizione clinica, assenza di farmaci immunosoppressori almeno da 45 gg antecedenti la vaccinazione, assenza di malattie infettive virali intercorrenti etc. Tutto questo (anamnesi, questionario etc) richiederebbe visita accurata  e non approssimativa.E comunque l’assunzione di responsabilità da parte del medico di famiglia, di base etc.

Dal questionario stesso si dovrebbe evincere che molti malati non possono essere ammessi alla vaccinazione ( Tab.1). Se molti medici fossero stati più accurati nella valutazione non avremmo avuto i danni da vaccino che ha portato all’indennizzo di 1.100 pazienti con patologie neurologiche da vaccino. La legge 29 ottobre 2005, n.229, “Disposizioni in materia di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie” non sarebbe stata varata se non ci fossero stati errori. Come dunque per il dicembre 2014, non lotti vaccinali inquinati, ma scelte cliniche sbagliate se non inesistenti.

Ma non è un problema solo italiano. Negli Stati Uniti è stato creato un programma federale di compensazione dei danni da vaccino (VICP) creato dal Congresso all’interno del National Childhood Vaccine Injury Act. La US Court of Federal Claims di Washington DC gestisce i casi sospetti di danno e decesso da vaccino in quello che è diventato noto come “Tribunale dei Vaccini”. In realtà si cerca il nesso di causalità tra danno e vaccino più che la ricerca di responsabilità, per ovviare a problemi di default di aziende farmaceutiche e che si instauri un perverso gioco al massacro di risarcimento continuo, (http://www.npr.org/sections/health-shots/2015/06/02/411243242/vaccine-court-aims-to-protect-patients-and-vaccines); https://sharylattkisson.com/govt-wipes-recent-vaccine-injury-data-from-website/La vaccinazione influenzale: E’ davvero così innocua?

A giudicare dai dati della Giornalista Sharyl Lattkisson  sembrerebbe che quanto meno si esiga cautela. Scrive la Lattkisson:

Da gennaio 2014 il numero di casi (di danni) da vaccino antinfluenzale riconosciuti dal governo è più che il doppio della somma di tutti i casi dei precedenti 8 anni. La Tabella delle sentenze riflette solo metà dell’attuale numero totale. Riconoscimenti ottenuti da vittime del vaccine antinfluenzale dal 2006. La tabella mostra (fino tutto il 2013):42. Numero reale (fino a tutto aprile):88. E’ in aumento anche il numero dei danni da vaccino riconosciuti dal governo: aumentati del 55% in poco più di un anno. Il risultato dei recenti cambiamenti apportati al sito web è che nessuno di questi trend è riportato nell’attuale tabella “sentenze”.

DANNO CAUSATO DAI LOTTI DI VACCINO ? Neanche per sogno! Le cause possono essere così riassunte:

a)      Vaccinazioni con lotti che utilizzano mutanti superate e non più aggiornate, dato che il virus influenzale ha la “muta” pressocchè in continuazione ad ogni trasferimento di collettività;

b)     Vaccinazione in soggetti iperanziani con squilibri Th1/Th2, con patologie croniche degenerative in trattamento, con pregresse infezioni modeste ma tali da alterare lo stato immunologico.

c)      Vaccinazione in pazienti cronici affetti da patologie immunosoppressive ( HIV latente, TBC non riconosciuta, Micosi) o immunosoppresse quali patologie da dialisi, trapiantati, cardiopatici etc.

Insomma non si può dire che non ci siano gli estremi per rendere la politica vaccinale italiana migliore!

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TAG: Vaccini
CAT: Qualità della vita, Sanità

2 Commenti

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  1. enea-melandri 9 anni fa

    E non è vergognoso quello che accadrà domani a Bologna? http://fareprogresso.it/vedi_fp_full.php?id=2146&ref=sq

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    1. aldo-ferrara 9 anni fa

      Caro Enea, ho letto adesso! Stigmatizzo anch’io questi toni da crociata che purtroppo derivano dalla non consapevolezza o se vogliamo dalla mancata conoscenza di dati, situazioni cliniche e quanto renda il panorama complesso. Come avviene spesso in ambito medico, il problema non può essere affrontato in modo manicheo con una dicotomia bene-male è profondamente connaturata nel nostro pensiero, tanto da essere considerata ostacolo per molte riflessioni.

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