Il Museo del Risparmio aiuta le donne a gestire il loro denaro

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23 Giugno 2020

Il 21% delle donne italiane non ha un conto corrente personale, il 9% non ha la firma su alcun conto, cioè non ha modo di conoscere la disponibilità economica della propria famiglia. Il 17% delle donne con un reddito proprio non ha un conto corrente proprio e il 12%, che lo possiede, non lo gestisce in modo autonomo. Si tratta di una situazione di dipendenza conseguenza della scarsa partecipazione delle donne alla forza lavoro e del basso tasso di occupazione – solo il 50%, inferiore di 15 punti percentuali rispetto alla media europea – e dell’ampio ricorso al part-time, che riguarda circa una lavoratrice italiana su tre. È quanto emerge dalla terza edizione della ricerca annuale su scala nazionale promossa dal Museo del Risparmio e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con EPISTEME che fotografa una situazione preoccupante anche in relazione ai risvolti sociali. Anche se dalla ricerca risultano più colte e preparate degli uomini, le donne, che fra i laureati sono la maggioranza con il 56 per cento, ritengono spesso di dover delegare la gestione del denaro al partner o alla famiglia di origine perché non si sentono adatte o non lo ritengono importante.

Così, il prossimo 24 giugno dalle ore 14 alle 15.30 il Museo del Risparmio organizza il primo incontro online dedicato alle donne per sperimentare insieme l’ABC della gestione del denaro personale e lancia la campagna di sensibilizzazione #avròcuradimestessa. Il progetto è curato da Fabiana Giacomotti, giornalista e professoressa presso l’Università di Roma La Sapienza.

Durante l’incontro le partecipanti potranno sperimentare in modo semplice e divertente le proprie capacità di pianificazione e gestione del budget familiare, imparando a curare le proprie finanze, spese di matrimonio comprese. L’evento è aperto a tutti ma è dedicato, soprattutto, alle giovani donne che si avvicinano alla vita di coppia affinché riflettano sull’importanza di ottenere, o mantenere, la propria indipendenza economica. Una donna su due dipende economicamente da altri anche per le piccole spese quotidiane. Questo la espone a forme subdole di violenza psicologica che, nella coppia, prendono connotazioni di controllo economico e che spesso sono accompagnate anche dalla violenza fisica. Rinunciare alla propria indipendenza non è mai una scelta lungimirante.

«Il confinamento, conseguenza della pandemia, ha portato le donne ad occuparsi ancor di più di prima dei lavori di casa e dei figli, riducendo le possibilità di mantenere o conquistare spazi di autonomia. È, allora, il momento più opportuno per ribadire il punto e aumentare la consapevolezza delle donne dell’importanza di non dipendere economicamente da nessuno e di saper gestire bene il proprio denaro; il solo modo per vivere in piena libertà anche le relazioni personali», ha commentato Giovanna Paladino, direttore e curatore del Museo del Risparmio.

Durante il webinar interverranno, inoltre, Elvira Marasco, co-head delegation Woman20 Italy G20 in rappresentanza di AIDDA, partner dell’iniziativa con Italo, secondo la quale «l’Italia sconta un retaggio culturale che carica le donne di false aspettative e fiducia spesso mal riposta. In sintesi, è ora di sfatare il mito del principe azzurro» e lo stilista delle spose Antonio Riva.

La campagna di sensibilizzazione #avròcuradimestessa associata all’iniziativa “PROMETTO DI PRENDERMI CURA DI ME”, che continuerà con altri incontri in autunno, sta coinvolgendo molte donne che si sono unite per testimoniare l’importanza dell’indipendenza economica, requisito per la libertà. Si tratta di professioniste, manager, dirigenti, imprenditrici, attrici, stiliste, giornaliste, accademiche, studentesse e casalinghe. Tra di loro: Chiara Boni, Cristiana Capotondi, Giliola Curiel, Cinzia Leone, Claudia Segre, Laura Bosetti Tonatto, Luisa Todini, Maria Luisa Trussardi.

Sul sito del sito del Museo è possibile scaricare una guida delle buone pratiche di gestione del denaro dedicata alle giovani donne dal titolo “Prometto di pianificare sempre”.

Per informazioni e modalità di partecipazione all’incontro invece clicca qui. 

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CAT: Questioni di genere

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