Roma insegue New York con l’inglese, ma agli americani piace la lupa

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13 Febbraio 2015

Il cuore di New York che campeggia su milioni di magliette e gadget di ogni tipo sembra essere diventato quasi un’ossessione per la classe politica romana, che, di fronte alla necessità di dover valorizzare turisticamente il proprio prodotto (in questo caso la città più famosa al mondo) puntualmente tira in ballo  il modello americano. Spesso a caso.

Con le contestate cinque palle e l’inglese di Rome and You, che sostituiscono l’insulsa lupa stilizzata voluta da Alemanno nel 2009, l’assessora alla cultura Giovanna Marinelli spera infatti di “superare il logo di I Love New York”, così come auspicava anche Nicola Zingaretti, il presidente della regione Lazio, che nel novembre 2013 promosse un bando per il nuovo brand turistico con queste parole: “Avete presente il logo di New York, quello con il cuore rosso e la scritta nera “I love NY”? Per rilanciare il turismo nel Lazio stiamo cercando un marchio che sia capace di promuovere in Italia e all’estero il nostro territorio”. Il risultato fu lo slogan ‘Lazio Eterna scoperta’, accompagnato da un logo formato da quattro immagini, disposte secondo il profilo geografico del Lazio, che richiamano il sole, il mare, l’archeologia e la gastronomia. Uno stemma piuttosto anonimo che ad oggi non ha avuto molta fortuna. Anzi nessuna

Il sindaco Ignazio Marino si augura non fare la stessa fine del suo illustre collega, anche perché l’obiettivo dell’operazione di marketing è più che nobile: “Vogliamo incassare soldi a favore dei cittadini di Roma vendendo oggetti come magliette, tazze ad caffè e altro, un pò come quando si va in America e a Boston si compra la maglietta di Harvard. Le persone cui abbiamo affidato lo studio di marketing  ritengono che la scritta in inglese garantisca maggiori vendite ai turisti, e io, con umiltà, non mi sento in grado di dare giudizi sul marketing”.

Senza entrare nel merito delle scelte artistiche o linguistiche, è assai singolare che mentre Regione e Comune si affannino nel cercare soluzioni dal respiro internazionale, dichiarando di ispirarsi agli States, l’unico modello culturale di riferimento di una classe dirigente cresciuta quasi interamente negli anni 80, il presidente della Roma, James Pallotta, che  americano lo è sul serio, nel rinnovare lo stemma della società di calcio, nel maggio 2013, abbia voluto riprendere la tradizionale lupa capitolina scrivendo a caratteri cubitali la parola Roma. A suo dire, perché entrambe le cose costituivano un elemento di identificazione della città eterna in tutto il mondo. Ma forse detto da un americano, di Boston per lo più, non ha valore.

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CAT: Roma

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