La moda e le mode

Etro volta pagina: fine dell’era familiare e nuova visione globale per la Maison del paisley

di Chiara Perrucci 20 Dicembre 2025

Storia, stile e futuro di Etro, icona del made in Italy tra Milano, prêt-à-porter e investitori internazionali

 

Con l’uscita definitiva della famiglia Etro dal capitale, si chiude un capitolo fondamentale della storia della Maison e se ne apre uno nuovo, carico di aspettative e ambizioni. Il marchio milanese, simbolo di un’eleganza colta e anticonvenzionale, affronta oggi una fase di trasformazione che promette di proiettarlo con ancora maggiore forza nello scenario globale del lusso.

L Catterton resta azionista di maggioranza, affiancato ora da un pool di investitori industriali – Rams Global, Mathias Facchini (Swinger International) e Giulio Gallazzi (SRI Group) – che segnano un cambio di passo nella governance, ma non nella visione creativa. Il management resta saldo: Fabrizio Cardinali continua nel ruolo di amministratore delegato, mentre Marco De Vincenzo conferma la sua direzione creativa, garantendo continuità stilistica in un momento cruciale.

Dalla tessitura al mito: la storia di Etro

Etro nasce nel 1968 a Milano  come azienda tessile, fondata da Gerolamo “Gimmo” Etro (talvolta erroneamente chiamato “Gibo”), imprenditore visionario e grande collezionista di tessuti antichi. È proprio dallo studio delle stoffe orientali, dei motivi persiani e dei disegni indiani che prende forma l’elemento destinato a diventare la firma assoluta del brand: il paisley. Negli anni Ottanta il marchio compie il salto dalla produzione tessile alla moda, trasformandosi in una maison di prêt-à-porter riconosciuta a livello internazionale. Per decenni, i quattro figli del fondatore – Kean, Jacopo, Veronica e Ippolito – hanno incarnato l’anima familiare di Etro, guidandola con una rara combinazione di rigore imprenditoriale e libertà creativa. Parlare di Etro significa evocare un’estetica immediatamente riconoscibile. Lo stile del brand è un viaggio continuo tra culture, epoche e suggestioni artistiche. Il paisley non è mai semplice decorazione, ma racconto: una trama che parla di nomadismo, di viaggi interiori ed esteriori, di una bellezza che rifiuta l’omologazione. I capi Etro sono ricchi, stratificati, intensi nei colori e nei materiali. Cachemire, seta, velluto e jacquard diventano superfici narrative. È una moda che affascina; che non segue le tendenze, ma le attraversa, mantenendo una coerenza rara nel panorama del lusso contemporaneo.

Etro e Milano: un legame identitario

Etro è parte integrante della storia di Milano capitale del prêt-à-porter. Le sue sfilate, spesso più intime che spettacolari, hanno sempre rappresentato un momento di riflessione culturale oltre che di moda. In una città votata all’industria e all’innovazione, Etro ha portato poesia, memoria e contaminazione, contribuendo a definire quell’idea di made in Italy capace di coniugare artigianato, creatività e visione internazionale.

Le nuove sorti della Maison

L’ingresso dei nuovi investitori segna l’inizio di una fase più strutturata e ambiziosa. L’obiettivo dichiarato è accelerare l’espansione internazionale, rafforzare le categorie di prodotto e valorizzare un potenziale ancora inespresso, soprattutto nei mercati emergenti e nel lifestyle. La nomina di Faruk Bülbül (Rams Global) alla presidenza del consiglio di amministrazione va letta in questa direzione: costruire ponti tra moda, lusso e nuovi mondi affini, come l’hospitality e il real estate di alta gamma. Pur cambiando assetto proprietario, Etro, accetta la sfida di saper crescere senza perdere quell’identità profonda che l’ha resa un unicum.

La passerella finale della sfilata donna autunno-inverno 2025 di Etro. Courtesy of Etro.
I fratelli Etro. Courtesy of Etro.
Il fondatore della Maison, Gimmo Etro. Courtesy of Etro.
Il direttore creativo di Etro, Marco De Vincenzo. Courtesy of Etro.
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