La moda e le mode
Etro volta pagina: fine dell’era familiare e nuova visione globale per la Maison del paisley
Storia, stile e futuro di Etro, icona del made in Italy tra Milano, prêt-à-porter e investitori internazionali
Con l’uscita definitiva della famiglia Etro dal capitale, si chiude un capitolo fondamentale della storia della Maison e se ne apre uno nuovo, carico di aspettative e ambizioni. Il marchio milanese, simbolo di un’eleganza colta e anticonvenzionale, affronta oggi una fase di trasformazione che promette di proiettarlo con ancora maggiore forza nello scenario globale del lusso.
L Catterton resta azionista di maggioranza, affiancato ora da un pool di investitori industriali – Rams Global, Mathias Facchini (Swinger International) e Giulio Gallazzi (SRI Group) – che segnano un cambio di passo nella governance, ma non nella visione creativa. Il management resta saldo: Fabrizio Cardinali continua nel ruolo di amministratore delegato, mentre Marco De Vincenzo conferma la sua direzione creativa, garantendo continuità stilistica in un momento cruciale.
Dalla tessitura al mito: la storia di Etro
Etro nasce nel 1968 a Milano come azienda tessile, fondata da Gerolamo “Gimmo” Etro (talvolta erroneamente chiamato “Gibo”), imprenditore visionario e grande collezionista di tessuti antichi. È proprio dallo studio delle stoffe orientali, dei motivi persiani e dei disegni indiani che prende forma l’elemento destinato a diventare la firma assoluta del brand: il paisley. Negli anni Ottanta il marchio compie il salto dalla produzione tessile alla moda, trasformandosi in una maison di prêt-à-porter riconosciuta a livello internazionale. Per decenni, i quattro figli del fondatore – Kean, Jacopo, Veronica e Ippolito – hanno incarnato l’anima familiare di Etro, guidandola con una rara combinazione di rigore imprenditoriale e libertà creativa. Parlare di Etro significa evocare un’estetica immediatamente riconoscibile. Lo stile del brand è un viaggio continuo tra culture, epoche e suggestioni artistiche. Il paisley non è mai semplice decorazione, ma racconto: una trama che parla di nomadismo, di viaggi interiori ed esteriori, di una bellezza che rifiuta l’omologazione. I capi Etro sono ricchi, stratificati, intensi nei colori e nei materiali. Cachemire, seta, velluto e jacquard diventano superfici narrative. È una moda che affascina; che non segue le tendenze, ma le attraversa, mantenendo una coerenza rara nel panorama del lusso contemporaneo.
Etro e Milano: un legame identitario
Etro è parte integrante della storia di Milano capitale del prêt-à-porter. Le sue sfilate, spesso più intime che spettacolari, hanno sempre rappresentato un momento di riflessione culturale oltre che di moda. In una città votata all’industria e all’innovazione, Etro ha portato poesia, memoria e contaminazione, contribuendo a definire quell’idea di made in Italy capace di coniugare artigianato, creatività e visione internazionale.
Le nuove sorti della Maison
L’ingresso dei nuovi investitori segna l’inizio di una fase più strutturata e ambiziosa. L’obiettivo dichiarato è accelerare l’espansione internazionale, rafforzare le categorie di prodotto e valorizzare un potenziale ancora inespresso, soprattutto nei mercati emergenti e nel lifestyle. La nomina di Faruk Bülbül (Rams Global) alla presidenza del consiglio di amministrazione va letta in questa direzione: costruire ponti tra moda, lusso e nuovi mondi affini, come l’hospitality e il real estate di alta gamma. Pur cambiando assetto proprietario, Etro, accetta la sfida di saper crescere senza perdere quell’identità profonda che l’ha resa un unicum.




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