La moda e le mode

Laura Biagiotti: la Regina del Cashmere che vestì l’anima dell’Italia

di Chiara Perrucci 10 Ottobre 2025

Dalla rivoluzione morbida degli anni ’80 al futuro custodito da sua figlia Lavinia Biagiotti Cigna, la storia di una donna che trasformò la grazia in uno stile di vita

 

Nel grande racconto della moda italiana, fatto di genio, eleganza e passione, il nome di Laura Biagiotti occupa un posto speciale. Celebrata in tutto il mondo come la “Queen of Cashmere”, Biagiotti non ha solo ridefinito il modo di intendere il lusso: lo ha reso intimo, confortevole, profondamente umano.

Nata a Roma nel 1943, Laura Biagiotti iniziò la sua carriera quasi per caso, seguendo le orme della madre, sarta di alta moda. Da quella sartoria familiare nacque un impero fondato su una filosofia precisa: la moda doveva essere “da vivere”, non solo da ammirare. Quando negli anni ’70 lanciò la sua prima collezione sotto il marchio Laura Biagiotti, fu chiaro che qualcosa stava cambiando. Il cashmere, fino ad allora relegato al mondo maschile o all’abbigliamento sportivo, divenne nelle sue mani un tessuto nobile e sensuale, simbolo di femminilità moderna e raffinata.

Negli anni ’80 e ’90, periodo d’oro della moda italiana, Laura Biagiotti fu una delle protagoniste assolute della cosiddetta “Italian Wave”, insieme a nomi come Giorgio Armani , Gianni Versace e Valentino, ma anche Missoni, Krizia, Ferré. Ognuno di loro raccontava un volto diverso dell’Italia: Armani con la sobrietà urbana, Versace con l’eccesso barocco, Valentino con la grazia eterna… e Biagiotti con la dolcezza. Le sue donne erano eteree, ma forti; eleganti, libere. “Essere femminili non significa essere fragili”, amava dire. Il suo stile inconfondibile era fatto di bianco avorio, linee fluide e tessuti preziosi. Il cashmere divenne la sua firma, una carezza che attraversava il tempo e le mode. Fu anche pioniera della moda italiana nel mondo: nel 1988 fu la prima stilista a sfilare in Cina, un gesto visionario che aprì le porte all’espansione del Made in Italy verso l’Oriente. Nel 1995 Laura Biagiotti , fece calcare le sue creazioni dentro il Grande Teatro del Cremlino a Mosca, rompendo muri visibili e invisibili, costumi, mentalità.

Negli anni Settanta e poi sempre negli Ottanta, quando la Moda nostrana stava conquistando il mondo, intuì che il cashmere poteva essere materia di sensualità discreta, di comfort elevato, di lusso che si percepisce non solo alla vista ma al tatto.

Il New York Times le attribuì il titolo di “Queen of Cashmere”, appunto, definizione che non era solo hype: la luce sui suoi capi, la morbidezza delle sue maglie, l’attenzione sartoriale nello scegliere filati puri, nell’innovare procedure che rendessero il cashmere più moderno, più accessibile, pur restando esclusivo.  Negli anni ’80 e ’90 compratori di tutto il mondo — dalle boutique di Parigi alle Department store giapponesi — si innamorarono di quel dualismo elegante: capi che potessero vestire la donna sia nella lentezza di un viaggio leggero, sia tra gli impegni di un giorno milanese, mentre le luci della sera chiedevano un sorriso, una scollatura, un drappeggio in cashmere leggero.

Il profumo “Roma”: la fragranza-simbolo

Se il cashmere è stato il tessuto della sua firma stilistica, “Roma” è stato il suo messaggio olfattivo più potente. Creato nel 1988 per celebrare la sua prima sfilata in Cina, Roma non è soltanto un profumo: è un’ode alla città eterna — alle sue pietre, alle sue ombre, ai suoi profumi di agrumi, spezie, fiori e atmosfera antica ma vibrante. Ogni componente racconta qualcosa di Roma — il calore del sole sul travertino, l’eco delle colonne, l’odore del gelsomino al crepuscolo. Questo profumo è diventato patrimonio non solo della maison, ma dell’immaginario olfattivo italiano.

Lavinia Biagiotti Cigna. L’erede che custodisce tanta bellezza, innovando

Quando Laura Biagiotti venne a mancare nel 2017, sua figlia Lavinia Biagiotti Cigna assunse le redini del gruppo. Lavinia ha scelto la continuità senza nostalgia fine a se stessa: ha rinnovato, reinterpretato, aperto temi legati alla sostenibilità, al rapporto con le città, all’arte come ispirazione viva. Mantiene il legame profondo con Roma, onorando gli imperdibili appuntamenti meneghini della Milano Fashion Week  ;le sue sfilate recenti che restano incastonate nella città eterna, il restauro che la Maison promuove, la Fondazione Biagiotti Cigna, i suoi progetti culturali e olfattivi che richiamano la storia per guardare avanti.

Lo stile di Lavinia è riconoscibile: si muove con passo rispettoso del patrimonio materno, ma con occhi verso le nuove sensibilità — texture, materiali, filati naturali, collaborazioni internazionali; il cashmere resta un punto fermo, ma declinato con coscienza ambientale, con design che parlano di comfort contemporaneo, di lifestyle globale.

Laura Biagiotti è stata più di una stilista: è stata un’icona che ha saputo mettere insieme fibra e fiaba, seta e città, filato e profumo. Roma non è solo il suo capolavoro olfattivo più celebre; è il manifesto di ciò che ha sempre fatto: portare nel mondo non solo stilismo, ma la bellezza dell’Italia, la sua storia, la sua sensibilità. Oggi Lavinia Biagiotti Cigna porta avanti questo testimone con cura, innovazione, rispetto. Perché l’eleganza vera non tramonta: evolve, trasforma, continua a far sognare.

Courtesy of Laura Biagiotti.
Courtesy of Laura Biagiotti.
Laura Biagiotti e Lavinia Biagiotti Cigna. Courtesy of Laura Biagiotti.
Courtesy of Laura Biagiotti.
Courtesy of Laura Biagiotti.
Courtesy of Laura Biagiotti.
Courtesy of Laura Biagiotti.
Courtesy of Laura Biagiotti.

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