
L'architettura e noi
Venezia, il Fondaco dei tedeschi chiude, la città privatizzata non regge
Dunque è arrivato il momento della chiusura per il Fondaco dei Tedeschi a Venezia sul Canal Grande. Era divenuto una grande struttura commerciale di lusso con una terrazza panoramica, che evidentemente non ha avuto la fortuna sperata. Il fondaco ha i suoi precedenti nelle grandi chiese romaniche, con i suoi matronei.
Si ha notizia di tre “fondeghi” in uso a comunità straniere lungo il Canal Grande, quelli dei Tedeschi, dei Persiani e dei Turchi. Erano costruzioni di proprietà veneziana date in uso a commercianti stranieri. Si tratta di tipologie nuove rispetto ad analoghe strutture precedenti (Greci, Dalmati, ecc.). I fondeghi infatti erano usati da una popolazione fluttuante legata alle funzioni commerciali, e pertanto l’aspetto residenziale è ininfluente, in favore di una uniformità architettonica.
Alla metà del ‘400 il Fondego dei Tedeschi, il più consistente, era già conformato, prima della sua ricostruzione eseguita dallo Spavento tra il 1505 e il 1508. La tipologia del Fondego dei Tedeschi, per la sua conformazione, per la sua storia ha un valore di persistenza urbana che lo rende adatto a qualsiasi forma di rigenerazione. Si tratta di capire se, dopo la parentesi di sostanziale privatizzazione e destinazione a funzioni esclusive legate al turismo d’élite, può essere ripresa la sua vocazione urbana e polarizzante. E’ raro trovare una forma così compiuta e perfetta: una forma da inserire in un sistema urbano forte e diffuso, quale ad esempio è quello dell’istruzione.
Il sistema dell’istruzione (di ogni grado e livello) veneziano è articolato e complesso e la sua trama coincide con la trama della città, nelle sue diverse parti. Il suo proprio ampliamento o compimento con il Fondego dei Tedeschi, non potrà che favorire nuove vitali occasioni.
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