Parentesi graffa. No green pass, no party

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17 Luglio 2021

Immaginiamo che in un Paese lontano, ad esempio in Cina, si sviluppi improvvisamente un virus che in breve tempo costringe alla chiusura totale un’importante città come Wuhan.

Immaginiamo che lo stesso virus per una più veloce mobilità si propaghi nel resto del mondo e arrivi anche in Italia.

Immaginiamo che in due piccoli comuni, Codogno e Vò Euganeo, venga istituito il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale.

Immaginiamo che vengano sospese le manifestazioni e gli eventi di ogni tipo, oltre ad ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato.

Immaginiamo che poco dopo venga annunciata la sospensione delle attività scolastiche, oltre a numerose attività lavorative.

Immaginiamo che la virtuosa Regione Lombardia diventi “zona rossa” con i casi in forte aumento e si verifichi il dramma della provincia bergamasca.

Immaginiamo che tutto il Paese adotti le misure di contenimento severe e restrittive, con un lockdown totale.

Immaginiamo che anche i principali paesi colpiti fermino industria, turismo, ed eventi. Tutti in lockdown.

Immaginiamo che tutti gli italiani restino chiusi in casa per un lungo periodo per l’alto numero di vittime, che il virus continua a causare, tanto che le stesse, oramai nelle bare, devono essere trasportate con mezzi militari verso i cimiteri di altre città per essere cremate.

Immaginiamo che l’Italia si avvicini al numero di 100.000 vittime, con un picco di 969 in un solo giorno, con ospedali e terapie intensive intasate.

Immaginiamo che il Governo italiano, in seguito ad una diminuzione di contagi e delle vittime, nel frattempo ben superiore alle 100.000 unità, preveda disposizioni variegate, mirate ad una lenta ripresa di alcune attività: si può uscire di casa, recarsi fuori comune, poi forse anche in qualche regione.

Immaginiamo che qualche politico affermi che non esista nessuna emergenza sanitaria, mentre oltre alle vittime, interi comparti economici non si riprenderanno più.

Immaginiamo che dopo un calo temporaneo dei contagi nella stagione estiva, la curva dei contagi inizi a risalire e si richiuda, in tempi brevi, di nuovo tutto, superando ancora la soglia critica dei posti occupati in terapia intensiva.

Immaginiamo che arrivino finalmente i vaccini che fanno ben sperare.

Immaginiamo che, dopo una terza ricaduta e aperture/chiusure a ripetizione, la campagna vaccinale inizi a produrre effetti positivi e si ricominci a vivere.

Il tutto dal gennaio 2020 ad oggi.

Peccato che non è immaginazione ma tutto vero!!

Alla luce di quanto elencato com’è possibile, non essendoci l’obbligatorietà a vaccinarsi, che venga messo in discussione qualsiasi provvedimento atto a spingere più gente possibile a vaccinarsi? Siamo veramente disposti a ripercorrere, anche solo parzialmente, il triste recente passato? Riusciremo a trovare un corretto compromesso, fra il Modello Macron e le proposte per il green pass in Italia, inserendolo magari solo per alcune attività, per incentivare gli indecisi a vaccinarsi? Oppure vogliamo tornare alle restrizioni passate, con gravissime conseguenze sociali ed economiche?

Come si fa a non capire che la vaccinazione serve a ridurre il rischio di ospedalizzazione e morte, per una percentuale che va dal 90 al 100% oltre a diminuire il contagio. I pochi ricoverati oggi sono al 90% persone non vaccinate, teniamone conto. Con tutta probabilità queste persone rischieranno l’ospedalizzazione, non bisogna limitarsi a pensare solamente alla propria libertà, vaccinarsi deve diventare un dovere sociale, ben vengano tutte le procedure volte a questo scopo.

TAG: coronavirus, COVID-19, green pass, vaccino
CAT: salute e benessere, Sanità

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