Sanità

Sanità infelix in Sicilia, chi si ammala ormai è perduto

Mentre i pazienti pagano cash gli esami, le terapie e i viaggi della speranza, non mancano cronache di presunti bilanci e appalti truccati. Innocenti o colpevoli, comunque l’economia sanitaria è pessimamente amministrata

13 Giugno 2025

I media del 13 giugno 2025 danno notizia dell’ennesima presenza della Guardia Di Finanza in alcuni studi siciliani dove sono stati sequestrati documenti sensibili e messi ai domiciliari alcuni professionisti, presunti rei di turbative d’asta negli appalti della sanità. Riferisce il Giornale di Sicilia che “…ai domiciliari sono finiti Antonino Maria Sciacchitano, 65 anni, che nel corso delle indagini è stato presidente del collegio sindacale del Civico di Palermo ma anche presidente dell’organismo indipendente di valutazione dell’Asp di Trapani e membro dell’organo di valutazione regionale dei manager della sanità pubblica, e Catello Cacace, imprenditore di 61 anni, nato a Vico Equense ma residente a Castellammare di Stabia. Complessivamente risultano indagate 15 persone, dieci delle quali hanno avuto misure interdittive o obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, e 7 aziende”. Al centro di tutto, ci sarebbe Sciacchitano, “che si alimentava – recita l’atto d’accusa – delle sue infinite entrature presso i plessi più nevralgici dell’amministrazione sanitaria regionale e della politica”.

Poveretti, come dar torto a questi signori che cercano di impossessarsi, prima che altri lo facciano, del tesoretto che le Regioni, in particolare quelle a Statuto Speciale, dedicano alle spese pubbliche. In Sicilia vige dal 1946 lo Statuto Regionale che peraltro, essendo la Regione considerata povera, gode di speciali trasferimenti. Lo strumento legislativo è il Fondo di Solidarietà Nazionale che agli artt. 36, 37, 38 prevede trasferimenti aggiuntivi selettivi. Questi sono circa biennali e ammontano a cifre diverse a seconda della legge di Bilancio Nazionale ma mai inferiori, in questi ottanta anni, al corrispettivo e dal 2002 all’attuativo amount di circa 150-200 milioni di euro. Non sono aiuti di Stato, come ha decretato la Corte di Giustizia Europea con due sentenze nel 2006 e 2008 perché la Regione a Statuto Speciale è di rango autonomistico elevato e quindi ne ha diritto. Un esempio fantapolitico potrebbe riprodursi nel vecchio salvataggio della Compagnia di Stato Alitalia alla quale furono inibiti gli aiuti di Stato per non incorrere nella violazione di legge del mercato interno (art. 3 TUE, commi 2, 3). Se paradossalmente la Compagnia fosse stata di bandiera in capo di bilancio a una Regione a Statuto Speciale, ad esempio la Sicilia, i trasferimenti statali sarebbero rientrati nella previsione di spesa dell’art. 38 dello Statuto (Fondo di solidarietà nazionale) e non passibili di sanzione da parte della UE.

La spesa sanitaria siciliana è comunque in crescita e guarda caso anche le rimostranze dei cittadini che non accedono alle cure. E allora cosa fanno? Partono per altri lidi italiani, ai quali andrebbe aggiunto il Nuovo Ospedale di Badgad (Al-Najaf Al-Ashraf Teaching Hospital) costruito dal Gruppo San Donato che non solo è una Holding Italiana ma il suo CdA è presieduto  da un siciliano di rango l’Avv. On. Prof. Angelino Alfano. Campeggia infatti sul frontespizio o timpano dell’Ospedale la scritta IRCCS , Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Si deduce che l’Ospedale è italiano e, come avviene nelle Ambasciate, dovrebbe provvedere ai bisogni dei nostri concittadini (anche).

Dunque le mete di pellegrinaggio sanitario non comprendono Lourdes ma due principali regioni, la Lombardia e l’Emilia Romagna, che contano rispettivamente 62.700 e 40.000 ricoveri, mentre le tre regioni di maggiore partenza sono Campania (56.000), Sicilia (43.000), Puglia e Calabria (entrambe 40.000). Totale per il Sud 150 mila. Quindi 43 mila migranti sanitari siciliani cui si devono aggiungere le centinaia di migliaia che non accedono per motivi di povertà alle cure.

Quindi la domanda di salute di si rivolge all’offerta che secondo la Fondazione Gimbe è sempre più privata. Un Report del 2020 recita che “più della metà del valore della mobilità sanitaria per ricoveri e prestazioni specialistiche è erogata da strutture private, per un valore di 1.422,2 milio ni di euro (52,6%), rispetto ai 2.78,9 milioni (47,4%) delle strutture pubbliche. In particolare, per i ricoveri ordinari e in Day hospital le strutture private hanno incassato 1.173,1 milioni, mentre quelle pubbliche 1.019,8 milioni. Per quanto riguarda le prestazioni di specialistica ambulatoriale in mobilità, il valore erogato dal privato è di 249,1 milioni, mentre quello pubblico è di 259,1 milioni”.

Nel frattempo come accedere ai fondi pubblici per la sanità e soprattutto a quanto essi ammontano?

Beh, la dotazione della Sicilia prevede 450 milioni, per il 2025, eppure fioriscono i centri privati nei quali si affollano i pazienti. Ma mentre la maggior parte dell’offerta è erogata dalle strutture private convenzionate, la spesa pubblica, che copre anche queste convenzioni, aumenterà in progressione aritmetica fino ai 650 milioni del 2030, Fig. 1. ( fig. 9.17 dal Libro Bianco Sussistenza e Sanità a cura di Aldo Ferrara e Antonio Caputo, Aracne, 2024).

Per avere diagnosi tempestive, ho di recente inviato, a differenti centri privati, due pazienti, abitanti in un capoluogo dell’Isola. Il primo, affetto da emergenza stomatologica per via di una carie plurima mi scrive la seguente nota: “Caro Professore, la ringrazio per la sua segnalazione ma ho constatato che la prima pecca più grave consiste in un atteggiamento ormai noto nella sanità sia privata, ma di cui ormai anche la sanità pubblica è preda, la ricerca del prodotto, della efficienza aziendale. Ricevuto da un giovane medico che forse è il gerente lo studio, sono stato preso in carico da un altro medico in una prima seduta e nella successiva ancora da un altro. Evidentemente ciascuno con compiti specifici, ma non ho visto né condiviso la coordinazione generale. Quel che più è mancato è il senso clinico, carenza che si vede quando non vi è una conduzione generale e quando si affidano compiti ai giovani medici senza aver dato indirizzo clinico. Io ero un dente da curare non un paziente anziano con un’acuzie odontostomatologica”.

La seconda, una paziente, tra l’altro avvocato che doveva sottoporsi ad un‘ecografia per problemi alla colecisti. Esame durato dai 160 ai 180 secondi con una sostanziale presa d’atto della mancanza di diagnosi. Naturalmente tutti paganti cash! La richiesta di far valere la prescrizione del SSN prevedeva esami nel 2026. Ergo, non vale più la legenda che l’aumento dell’offerta da parte dei privati e il criterio della sussidiarietà servano a ridurre le liste d’attesa, guarda caso le aumentano.

Dalla Trincea della Sanità italiana, è tutto, a voi la linea!

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