A Pavia la propaganda politica entra in una scuola pubblica
La propaganda politica entra nella scuola pubblica. Succede a Pavia, in una scuola d’infanzia statale ospitata in un edificio di proprietà comunale, il Peter Pan. Il muro interno del giardino è decadente, scrostato; l’assemblea dei genitori decide di intervenire per trasformarlo in un murale colorato. Il progetto sottoposto al Comune prevede di realizzare un disegno ispirato a quelli dei bambini della scuola; il soggetto deve essere scelto da una giuria di ragazzi; i bambini stessi, con la guida degli adulti, verranno poi coinvolti nell’esecuzione. Dunque, l’idea è quella di un lavoro incentrato sui gusti e le idee dei bambini, l’opera deve essere “loro”.
Il Comune autorizza e sostiene i costi per il risanamento e la preparazione del muro, e i genitori partecipano con un contributo per acquistare il materiale. Lodevole iniziativa. Quello che accade nei mesi successivi, però, ha dell’incredibile: durante un weekend di novembre, all’insaputa dei genitori – ma certamente con l’appoggio (di qualche insegnante) della scuola -, tre persone, appartenenti ad un movimento noto come Gruppo Fu*turista, entrano nella scuola e realizzano di propria iniziativa un murale in cui, senza alcun richiamo ai disegni dei piccoli, compare un’immagine simbolo del Gruppo medesimo (uomo e bambino con un palloncino, presente in altre loro opere) e soprattutto campeggia una scritta di grandi dimensioni: “MONDO FU*TURISTA”. Contemporaneamente, sulla sua pagina Facebook il Gruppo mostra la foto del murale con il seguente commento: “Il nostro concetto di istruzione nel mondo moderno”. Il richiamo all’ideologia propagandata è chiaro ed inequivoco: basta leggere qualche passaggio degli innumerevoli “Manifesti” che il Gruppo Fu*turista pubblica per farsene un’idea; i valori propugnati emergono da slogan quali “non vogliamo donne che giocano a calcio”; “non vogliamo donne che si sentano all’altezza dell’uomo, ma un uomo all’altezza”; “non vogliamo un uomo che lava, che stira, che cambia i pannolini, ma un uomo senza pannolino […] vogliamo coniugare la generosità della donna con la virilità dell’uomo, principio e fine della famiglia e della società”.
Frattanto, al Peter Pan si fa “celebrare” l’opera ai bambini, obbligati a riprodurre in serie – con sagome di cartoncino o fotocopie – le immagini simbolo del murale Fu*turista: ed ecco che decine e decine di “uomo e bimbo con palloncino” tappezzano anche i corridoi della scuola.
La coordinatrice replica di fronte ai primi malumori di qualche genitore perplesso sostenendo che la scritta sarebbe solo “la firma degli artisti”, da ringraziare per aver lavorato gratis. Molti genitori, però, lamentano la diversità dell’opera rispetto al progetto autorizzato ed il tradimento dello spirito originario dell’iniziativa.
Fallito ogni tentativo di mediazione, a dicembre circa 25 genitori scrivono direttamente al Comune ed alla dirigente scolastica, chiedendo almeno la cancellazione della scritta non autorizzata: inaccettabile è che il muro (di proprietà comunale) di una scuola pubblica venga utilizzato per veicolare una visione del mondo del tutto personale propagandata da un movimento ideologico, anziché per promuovere messaggi universali e condivisi. I Fu*turisti propongono concetti (auspicabilmente) non universali, per tacere della facile associazione col movimento del Ventennio e della sua inclinazione al fascismo.
Nel giro di due settimane, la dirigente scolastica, sentito l’assessore comunale all’istruzione, delibera: i genitori hanno ragione, la scritta dev’essere rimossa; se non provvederanno gli autori, lo farà la scuola in modo autonomo.
Problema risolto, dunque? Nient’affatto: a distanza di quasi sei mesi dal provvedimento dell’amministrazione, la scritta è ancora al suo posto. I genitori sollecitano a più riprese la responsabile della scuola, che accampa le più varie (e inesistenti) scuse: non ci sono fondi, occorre indire una gara d’appalto, occorre assicurare chi interviene, non è mia competenza…
Il tutto, per una riga di vernice blu.
Il Comune e la dirigente scolastica tacciono, nemmeno rispondono alla richiesta dei genitori di sapere chi e quando debba provvedere.
Gli autori del murale gridano alla censura.
E i bambini giocano ogni giorno sotto il “Mondo Fu*turista”.
La propaganda politica entra nella scuola pubblica. E chissà quando ne uscirà.
Silvia Garzena e Carlotta Ungaretti
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