
Teatro
Castrovillari, dentro la “Primavera dei Teatri”
CASTROVILLARI _ Il teatro rinasce al Sud. A Castrovillari, in Calabria, dove alle soglie del Duemila è nata per iniziativa di un pugno di giovani teatranti la “Primavera dei Teatri” con una scommessa forte: quella di trasformare una città del profondo meridione in un luogo strategico per la cultura. Il miracolo è arrivato e ora questo borgo all’interno del Parco del Pollino si è conquistato nel tempo una solida fama di centro di eccellenza per la scena teatrale contemporanea. Qui nascono e si conoscono gli spettacoli che faranno tendenza nelle stagioni a venire, lo spazio che mostra in anteprima i lavori dei maestri come quelli dei giovani talenti di danza e teatro. Rassegna dei nuovi linguaggi del contemporaneo, “Primavera dei Teatri”, ideata e diretta da Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano dal 25 maggio al 2 giugno proporrà oltre una trentina tra spettacoli teatrali, performance, musica, residenze, mostre, workshop e incontri.E più in particolare: nove prime nazionali, un’anteprima e quattro residenze.
Un programma, come ormai è certificato da venticinque anni, frutto di scelte accurate e screening appassionato dei direttori artistici attenti come sempre a cogliere le novità mettendo al centro “innovazione artistica e rinnovamento generazionale”. Con risultati spettacolari, spesso di alto livello.Tutto questo ha quasi del miracoloso se si pensa che accade in una regione tagliata fuori dai grandi circuiti culturali. Lo scopo è quello di “innestare nel Sud Italia processi virtuosi di rigenerazione territoriale attraverso l’arte”. Obiettivo ambizioso che con la “Primavera” si sta realisticamente raggiungendo. D’altra parte osservano i tre direttori De Luca, La Ruina e Pisano “Venticinque anni di festival a Sud, in Calabria, sono un piccolo miracolo. Un percorso fatto di sogni e visioni, scommesse e lotte, politica e poesia.
Un tempo lungo di teatro vissuto, progettato, attraversato. Di pubblico fedele, di artisti coraggiosi, di comunità costruite giorno dopo giorno. 25 anni di spazi aperti alla città, di formazione e relazioni, di cambiamenti e ritorni. Con l’acqua alla gola e le ali di cera, ma con i piedi saldi a terra e lo sguardo rivolto al futuro”.
Uno dei centri pulsanti della rassegna sono le residenze artistiche dove gli artisti sono chiamati a sperimentare. Qui il festival ospita e sostiene i giovani artisti “offrendo loro la possibilità di sviluppare progetti in un contesto fertile e multidisciplinare, dove linguaggi diversi dialogano e si contaminano. Un impegno che si rinnova di anno in anno con l’obiettivo di generare nuove traiettorie artistiche e favorire la circuitazione delle opere, anche attraverso la collaborazione con numerosi network nazionali”.
E sarà proprio una “restituzione della residenza artistica” a Castrovillari ad aprire il 26 maggio il festival alle 18,45, presso il Polifunzionale. Si tratta di “Cani Lunari”, regia e coreografia di un emergente già popolare come Francesco Marilungo, “una riflessione sulla magia intesa in senso generale come ‘curvatura politica’, come un sapere alternativo alla logica della scienza positiva, senza considerare quest’ultima come l’unica forma di conoscenza possibile, senza confidare soprattutto che lo statuto di realtà incardinato da questa postura conoscitiva, coincida con la realtà in assoluto”. In scena: Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Ugolini, Vera di Lecce (autrice anche delle musiche).
Ancora danza, stavolta al Teatro Vittoria (ore 20,15) : prima nazionale de “Lo Spazio occupato” performance di danza contemporanea dei danzatori della Nuova Compagnia del Balletto di Calabria. La coreografia è di Luca Signoretti con musiche di Philip Glass, Jimmy Durante, Yuki Numata Resnic e Peter Gregson. In scena: Giorgia Conte, Laura Colombo, Valentina Milano. La coreografia riflette sulla “comprensione della profonda importanza di un’amicizia o di un amore spesso sfugge finché non ci troviamo ad affrontarne l’inaspettata assenza nel tessuto delle nostre vite. La loro partenza lascia uno spazio vuoto che spesso non si vuole riempire, come se in questo trovassimo un conforto, poiché i legami unici e irripetibili rappresentano un tesoro inestimabile, impossibile da sostituire”. La giornata si chiude alle 21,45 al Teatro Sybaris con la prima nazionale del nuovo lavoro della Compagnia guidata dal coreografo Daniele Ninnarello (autore anche delle musiche): “Nobody Nobody Nobody. It’s ok not be ok”. “Partendo dalla propria esperienza autobiografica, la performance si manifesta come un discorso danzato che indaga le memorie e le tracce lasciate sul corpo dalla cultura del controllo, della violenza e dell’offesa. Il progetto è nato da una serie di pratiche solitarie e meditative sviluppate negli ultimi mesi di distanziamento da pandemia, pratiche che nascono per allenare la pelle a sprigionare ciò che percepisce come trattenuto, pronunciare ferite ed esporre il “corpo vivo” per offrire la propria vulnerabilità come condizione attraverso cui lasciare operare la propria rivoluzione”.
27 Maggio
La giornata si apre al Protoconvento (ore 11,30 con la presentazione del libro “Altrimenti il carcere resta carcere” a cura di Ornella Rosato e Alessandro Toppi (Bulzoni editore). Ospiti Ester Tatangelo e Stefano Cuzzocrea per raccontare il progetto “Draghe e Principesse: viaggio nel mondo magico delle fiabe calabresi”, laboratorio di pedagogia teatrale rivolto alle detenute della Casa Circondariale di Castrovillari.
In luogo e orario ancora da definire spazio alla performer eritrea Muna Mussie che rientra nel progetto “Bloom” condiviso da Fondazione Armunia, Santarcangelo festival, Sardegna Teatro, Triennale e Primavera dei Teatri e che indaga “e trasforma il rapporto tra creazione artistica e pubblico” “Boom”, pensato per sostenere produzioni one-to-one invita “a un’esperienza intima e personale, privilegiando lo scambio diretto tra compagnie, spettatrici e spettatori”.
In serata (18,45 Polifunzionale), si tiene la restituzione artistica “Rise-sharing” di Daniele Ninnarello con Marina Bertoni, Vera Borghini, Erica Bravini, Nicola Simone Cisternino, Pietro C. Milani. Musiche di Dan Kinzelman. La nuova creazione di Ninarello parte “dall’osservazione della crisi che nasce dalla disconnessione tra individuo e collettività, dalla difficoltà diffusa di sperimentare l’appartenenza a una collettività e la necessità, tuttavia mai sopita, di ritrovare un Noi”.
Alle 20,15 al Teatro Vittoria va in scena “Stuporosa” collaudato spettacolo di danza del coreografo Francesco Marilungo con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce. Lo spettacolo ha ricevuto il Premio Ubu 2024 come migliori spettacolo di danza. In “Stuporosa” come per certi versi avviene nel pianto rituale, “si assiste a una stilizzazione del pathos, una sua de-isterizzazione; e la performance in sé vuole essere un invito a riflettere sullo stato di lutto, sulla necessità umana di un istituto culturale condiviso, di un rito comunitario, per superare momenti di crisi individuali”.
Chiusura al Teatro Sybaris con “Alla ricerca di una rosa ancora rossa” sulla vita e le opere di Franco Costabile, con frammenti dello spettacolo “Una rosa ancora rossa” di Franco Dionesalvi e Antonello Antonante. Interpreti: Francesco Aiello, Renata Antonante, Lara Chiellino, Ernesto Orrico, Elvira Scorza Musiche: Checco Pallone, Piero Gallina. Collaborazione artistica: Dora Ricca. Regia di Renata Antonante. Produzione Methexis. Lo spettacolo è una libera interpretazione del lavoro scritto e messo in scena nel 1998 da Antonello Antonante e Franco Dionesalvi, sul poeta Franco Costabile, “per far dialogare poesia e teatro; una “mise en abîme” per mettere luce su un frammento del nostro passato recente, tra le generazioni di calabresi che hanno messo questa terra nelle loro parole”.
28 Maggio
Polifunzionale. Alle 18,30 va in scena “Il grande spavento” di Valentina Diana, regia di Giuseppe Semeraro con Dario Cadei, Silvia Lodi, Otto Marco Mercante, Cristina Mileti, Giuseppe Semeraro. Produzione Principio Attivo Teatro, Il testo “Il Grande Spavento” è stato selezionato da Fabula Mundi Playwriting Europe all’interno del progetto “Playground Londra 2022”. All’interno di un misterioso centro di meditazione olistica, un po’ salotto e un po’ futuristica serra per le piante, “cinque personaggi seguono un percorso di meditazione in cui la meditazione stessa è associata all’ascolto delle piante. Ogni personaggio nella storia è associato ad un piccolo albero con cui svolge la propria meditazione. In un arco temporale di alcuni anni le vicende dei protagonisti sono riassunte per momenti culminanti ed esplicativi del percorso di meditazione”.
Teatro Vittoria. Alle 20,15 va in scena “Mia nonna e i Borboni” con Iaia Forte. Il testo è di Emanuele Trevi.
Teatro Sybaris. Alle 21,45 è la volta di “Out of Blue” scritto e diretto da Chicco Dossi con Francesco Meola, Diego Pleuteri, Cinzia Tropiano, Simone Tudda. “Un appartamento. Due coppie che lo abitano, contemporaneamente ma a vent’anni di distanza. Marcello e David nel 2020, Camilla e Thibaut nel 2000. Ciascuna coppia ha a che fare con la pandemia del proprio tempo: Marcello e David con il covid, Camilla e Thibaut con l’AIDS. David non vive bene questa situazione: è spaventato a morte dal virus e diventa apprensivo nei confronti del compagno. Thibaut, invece, non ha mai detto nulla della malattia ai suoi genitori. Tutti e quattro i personaggi si troveranno a veder detonate le proprie certezze, la propria normalità di fronte a due malattie che li costringono a fare i conti con sé stessi, con il proprio partner, con il proprio mondo”. Protoconvento. Alle 23 serata musicale Altea.
29 Maggio
Polifunzionale. Alle 18,45 in programma “Alienate” assolo al femminile della giovane autrice e attrice calabrese Francesca Ritrovato. Musiche suonate dal vivo di Fabio Macagnino.
Al Teatro Vittoria (ore 20,15) è la prima nazionale di “Crick”, atto unico in sei racconti di Francesco Iervolino e Francesco Roccasecca, regia di Rosario Sparno. “Topolino Crick” -oggi “Crick” – visto da Dario De Luca e Saverio La Ruina nell’interpretazione dello stesso Silvestri negli anni ‘90, viene riproposto per ricordare un drammaturgo tra i più significativi della nuova scena napoletana di recente prematuramente scomparso.
Teatro Sybaris. Alle 21,45 è la volta di “Polmoni” di Duncan MacMillan, traduzione di Matteo Colombo con Michele Di Paola e Marisa Grimaldo. Regia di Michele De Paola, Marisa Grimaldo, Giovanni Malafronte.
L’intero atto unico racconta la storia d’amore di un uomo e una donna dai trent’anni alla vecchiaia. Da questo spettacolo, finalista Premio Scintille 2023, è nata la Compagnia Mar Giomitch, sostenuta dall’associazione culturale Aria Teatro (Teatro comunale di Pergine Valsugana). Si chiude con la musica di Daniele Moraca al Protoconvento.
30 Maggio
Protoconvento. Alle 11,30 si tiene la presentazione del libro “Autoritratto sentimentale per inviluppo” di Claudio Facchinelli .
Polifunzionale. Alle 18,45 prima nazionale di “Incontro”, progetto e regia di Eduardo Di Pietro con Federica Carruba Toscano e Lorenzo Izzo. “…Due individui, la più elementare forma di società, estratti dal quotidiano e calati in una situazione estrema. Hanno posizioni simmetriche: divorati da un vuoto, si muovono tra le macerie del Sud e le rovine delle loro esistenze. Il loro incontro incide la nostra vita comunitaria, creando una ferita che ne lasci intravedere le interiora”.
Teatro Vittoria. Alle 20,15 altra prima nazionale: si tratta di “Ivan e i cani”, testo di Hattie Naylor, tradotto da Monica Capuani, performer, sound design e regia di Federica Rosellini. “Ivan i cani” è ispirato a una storia vera. “La storia del Mowgli siberiano: un bambino di quattro anni abbandonato negli anni ’90 per le strade di Mosca e della muta di cani randagi che lo hanno cresciuto. Federica Rosellini, sola con i suoi strumenti elettronici, mescola la voce della propria madre registrata in russo con la sua, modula nenie e pulsazioni ritmiche. Fa di “Ivan e i cani” un canto d’anima sporco, solitario e tenerissimo, capace di raccontare l’infanzia di tutti noi”.
Teatro Sybaris. Alle 21,45 va in scena in prima nazionale “La Verma”, drammaturgia e regia di Rino Marino, drammaturgia musicale dei Fratelli Mancuso con Ludovico Caldarera, Liborio Maggio. “Come vermi nella terra, i resti malandati di una famiglia scalcagnata, abbrutiti dall’indigenza, si arrabattano tra stenti, recriminazioni e livori quotidiani, in una stamberga sordida affossata nel sottosuolo di una Sicilia ancestrale”. Si prosegue al Protoconvento con la musica di Fabio Seed.
31 Maggio
Protoconvento. Alle 11,30 presentazione del libro “La non scuola di Marco Martinelli-tracce intorno ad Aristofane a Pompei” di Francesca Saturnino (Luca Sossella editore). Sempre in mattinata ma in luogo e orario ancora da definire si terrà la restituzione artistica “La questione dell’imbuto”, testo e regia di Cecilia Foti con la stessa Foti e Nunzia Lo Presti. “Anna e Rosy, vicine di letto, si raccontano in libertà l’ospedale femminile, luogo in cui il tempo si ferma, si dilata. Vedono il mondo da fuori, le riflessioni si amplificano, in quel silenzio… come in una bolla. Esperienze vissute, riflessioni su paradossi e incongruenze che vive chi ha bisogno di curarsi. Ci si trova a prendere continue decisioni, davanti a quesiti e ripetuti imbarazzi soprattutto quando la “questione” è femminile, quanto si tratta di intimità, qualcosa quindi che non si vede, ma che pervade la quotidianità e invade i rapporti interpersonali, l’amore”.
Polifunzionale. Alle ore 18,45 anteprima nazionale di “Molly” di Cubo con Letizia Russo. Parole e direzione di Girolamo Lucania, colonna sonora e sound design di Ivan Bert e Ruben Zambon. “Molly” è “la storia d’amore fra due ragazze identiche che si frequentano solo online. Le due adolescenti costruiscono un legame fortissimo, quasi una dipendenza. Si incontrano, e passano ore ed ore insieme. Un giorno però una delle due non si presenta. L’altra attende invano il suo arrivo, finché non decide di fare qualcosa: uscire, e andarla a cercare. Ma scoprirà un’atroce verità “.
Teatro Vittoria. Alle 2015, prima nazionale di “Cari spettatori”, regia, scene, costumi di Danio Manfredini. Produzione di Sardegna teatro, luci di Loic Francois Hamelin con Vincenzo del Prete e Giuseppe Semeraro. “Due pazienti usciti dalla comunità psichiatrica, si ritrovano a vivere insieme in un appartamento affittato alla Caritas. Condividono il quotidiano tra due letti, i comodini e una tv dalla quale proviene il suono di un dvd che trasmette filmini della comunità psichiatrica dalla quale provengono. Gino è un aspirante regista di teatro e sta cercando di concepire il suo copione teatrale per poterlo pubblicare e diventare famoso. Arturo aspira ad una casa popolare da condividere magari con il suo amore. Entrambi sperano di uscire dal contesto psichiatrico che li tiene sotto psicofarmaco, con un monitoraggio dei medici assistenti da lontano”.
Teatro Sybaris. Alle 21,45 va in scena “Tiger dad” di Rosario Palazzolo con Salvatore Nocera, musiche originali ed effetti di Gianluca Misiti. “Padre Tigre è un uomo timido e un po’ fuori rotta. Tonto, diremmo, poiché mischia tratti lievemente ossessivi a una pacatezza fuori dal comune, un po’ sorniona e un po’ angustiata. Inquieta, in effetti, nel complesso, è la sua figura, poiché sintetizza in un solo individuo due aspetti dell’animo umano, incarnati da due icone pop, ovvero la trascendenza del santo di Pietrelcina e l’irruenza dell’Uomo Tigre”. Si chiude al Protoconvento con la musica di Gianfranco De Franco, featuring Massimo Russo.
1 Giugno
“Primavera dei Teatri” chiude con tre prime nazionali. Si parte alle 8,45 al Polifunzionale con “Io sono Verticale” di e con Francesca Astrei. “In una crisi depressiva, trovare le parole per comunicare al mondo esterno la propria sofferenza è un’impresa estenuante: il dolore induce alla chiusura in sé stessi rendendo l’apertura sempre più faticosa, al punto da sentirsi non più imprigionati nella propria sofferenza, ma quasi al sicuro in essa. Il dolore diventa casa mentre il mondo fuori diventa qualcosa di troppo pesante, qualcosa di ancora più doloroso del dolore stesso”.
Teatro Vittoria. Alle 20,15 “Emma B. vedova Giocasta”, monologo di Alberto Savinio, rito funebre e amoroso, regia, interpretazione, elaborazione, scene e costumi di Marco Sgrosso. “Senza filtri, con sincerità sfacciata e provocatoria ma senza perdere l’eleganza dell’autore di classe, Savinio racconta la storia di uno strappo feroce che anela con sottile violenza alla ricomposizione, mentre le figure complementari della Madre e del Figlio prendono corpo nello stesso corpo nel corso del monologo, sottotitolo scelto dall’autore: un parlare a sé stessi ma anche a qualcun altro, sempre in totale solitudine”.
Si chiude alle 21,45 al Teatro Sybaris con “Goodbye Horses” di e con Dalila Cozzolino e con Gianfranco De Franco, Mario Russo e Lorenzo Guerrieri e con la partecipazione di Dario De Luca. Regia di Dalila Cozzolino e Lorenzo Guerrieri. “Mercato di Crotone. Un cavallo e un asino aspettano possibili acquirenti. Il cavallo è un bottino di guerra. Si dice che la causa della sconfitta di Sibari contro Crotone è stata la stravaganza dei Sibariti. Avevano insegnato ai cavalli a danzare. Crotone, nella battaglia, portò i soldati e i flautisti. I cavalli danzarono. I corpi caddero. Un cavallo con la Grazia addosso, una maledizione. Nessuno lo compra, non serve a nulla. Cosa resta di animale dopo l’addomesticamento? La grazia è il risultato di pratiche violente. Addomesticare è addomesticarsi alla violenza. Allora anche la guerra diventa uno spettacolo pieno di grazia. L’artista, fuori dallo spettacolo, come fa a stare nella guerra? Ultimo concerto del festival al Protoconvento (ore 23) con Sasà Calabrese.
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