La spirale del sottosviluppo
Alla fine dei primi due capitoli ho scritto un messaggio all’autore testimoniandogli la disperazione di sentirmi imprigionato in un Paese chiuso su stesso e incapace di immaginare un futuro. “Per fortuna”, scrissi, “mia figlia grande è nel Regno Unito e le piccole spero la seguano quando sarà il tempo”.
La lettura de “La Spirale del Sottosviluppo – Perché (così) l’Italia non ha futuro” di Stefano Allievi alimenterà il desiderio di fare le valigie e lasciarvi definitivamente alle spalle questo sgangherato Paese. Come ha fatto dal 2014 al 2019 circa un milione di connazionali, soprattutto giovani. Un fenomeno che proseguirà anche nei prossimi anni ed è, sottolinea l’autore, per certi versi inevitabile e salutare.
Non è un libro per tutti, diciamolo chiaramente, non è un libro ‘facile’, non si legge ma dovrebbe rimanere pieno di appunti, orecchie e segnalibri sulla scrivania chi fa parte della classe dirigente o aspira a diventarne parte. Indispensabile ai decisori pubblici, ma non meno a quelli privati, per definire un’agenda delle priorità basata su fatti reali e statistiche a cui lavorare nel medio e lungo periodo. Con un approccio scientifico e sostenuto da una solida base di dati, Allievi condensa in meno di duecento pagine informazioni che aiutano a riconoscere i punti di forza e quelli di debolezza del sistema Italia e ha il pregio di affrontare cinque temi chiave in modo interdisciplinare, trovando le connessioni e lasciando trasparire quanto le politiche dei compartimenti stagni siano inefficaci o addirittura dannose.
È impossibile affrontare il tema dell’immigrazione senza considerare la complessa demografia italiana che si avvia, da tempo sul crinale della piramide inversa, dove la base di popolazione attiva si assottiglia ogni anno di più, mentre il vertice di pensionati aumenta in modo esponenziale. Con riflessi perversi sul lavoro, sull’istruzione e sull’emigrazione che dall’Italia ha origine. Un paio di esempi sono sufficienti per intuire la complessità e l’interrelazione tra i fenomeni: con gli attuali tassi di natalità, entro il 2028 bambini e ragazzi in età scolare diminuiranno da 9 a 8 milioni. Senza la compensazione migratoria, solo nel settore dell’istruzione, serviranno 55 mila insegnanti in meno. Persone che andrebbero a ingrossare la schiera di chi si trasferisce all’estero alimentando la spirale di impoverimento culturale, professionale ed economico del Paese.
O la vulgata per cui i giovani se ne vanno perché trovano salari più alti all’estero. Verità parziale che non tiene in minimo conto il contesto dei paesi ospitanti (in massima parte europei e nordamericani a cui si aggiunge l’Australia), fatto di inclusione, libertà, apertura alle differenze di ogni genere, etniche, religiose, sessuali. L’aumento dei salari di ingresso, scrive Allievi, diventa quindi un prerequisito, ma se non si lavora sugli altri aspetti a parità di offerta economica, pochissimi sceglieranno di restare o di rientrare.
Allievi, sociologo e professore universitario a Padova, ha il merito di enucleare le problematiche, individuare le tendenze con la forza di studi ormai trentennali, ma di aver resistito (quasi sempre) alla tentazione della vis polemica, dell’accensione dello scontro polarizzatore. Per questo, le soluzioni nell’ultimo capitolo sono poco più di suggerimenti; come se dicesse: la situazione del Paese è questa, le priorità da affrontare sono chiare e sono tra loro interrelate, ma le modalità e le soluzioni possibili vengono rimandate al confronto pubblico.
Sono molte le verità scomode che affiorano dal saggio e, lo scrivevamo sopra, ne fanno un testo difficile, addirittura disturbante per chi è quotidianamente bombardato da un sistema media incline al sensazionalismo e immune all’analisi dei dati. Quando la rappresentazione di una realtà immaginata soppianta la visione, l’opinione pubblica tenda a rifiutare la realtà stessa non importa se suffragata da statistiche e dati. Tuttavia, suggerisce l’autore, se l’Italia e gli italiani vorranno evitare il declino demografico ed economico, avranno bisogno di classi dirigenti preparate e capaci di guidare i processi e non farsi pilotare dagli altalenanti umori del popolo.
Editore: Editori Laterza
Collana: Tempi Nuovi
Anno pubblicazione: 2020
Pagine: 193
Prezzo di copertina: € 15,00
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