Basilica di San Pietro Vaticano

Religione

I nuovi santi Acutis e Frassati, essere cristiani in un mondo borghese e ultratecnologico

In una Piazza San Pietro gremita di fedeli, Papa Leone XIV ha proclamato santi Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Due giovani laici, vissuti in epoche diverse, con un messaggio forte: la pienezza di vita cristiana è possibile oggi, nel mondo moderno

7 Settembre 2025

«Dopo avere lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti nostri fratelli dell’episcopato, dichiariamo e definiamo santi i beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis»Con questa solenne formula pronunciata da Papa Leone XIV, la Chiesa ha canonizzato ufficialmente due tra i giovani più amati e significativi della spiritualità contemporanea. Piazza San Pietro, gremita da circa 80 mila di fedeli giunti da ogni parte del mondo, ha vissuto un evento atteso da tempo, tanto più che la canonizzazione di Carlo Acutis era stata rinviata a seguito della morte di Papa Francesco.

“Non sciupare la vita”: due santi che parlano al presente

Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati non sono stati monaci né martiri, ma giovani appassionati di Dio e della vita. Carlo e Pier Giorgio non sono figure da cartolina o modelli irraggiungibili: sono compagni di strada. Dimostrano che si può essere pieni di vita, sorridenti, sportivi, tecnologici o scalatori, e nello stesso tempo innamorati di Dio fino alla fine.Non hanno compiuto imprese spettacolari, ma hanno amato con radicalità, lasciando che ogni giornata ordinaria diventasse uno spazio per l’eternità.

Leone XIV li ha presentati come “un invito, rivolto specialmente ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro”. Ed è proprio qui che la loro testimonianza brilla con forza: nella capacità di far intravedere che la santità non è un’eccezione per pochi, ma una vocazione per ciascuno.

Lo diceva con lucidità Carlo Acutis, ragazzo dell’era digitale, morto a 15 anni nel 2006: «Non io, ma Dio».Una formula essenziale, disarmante, che inverte l’egoismo del nostro tempo e mette Cristo al centro della vita.

E Frassati, giovane torinese della prima metà del ’900, lo confermava con lo stesso stile concreto e radicale: «Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine».

Dalla Terra al Cielo: “gustare la vita fino in fondo”

Durante la celebrazione, dopo una breve presentazione delle biografie dei due beati, sono state recitate le Litanie dei Santi, quasi a mettere le loro giovani vite in dialogo con la comunione dei santi di ogni tempo. Poi, la proclamazione ufficiale e la gioia, quasi palpabile, tra i pellegrini.

I due nuovi santi hanno parlato con la loro vita: Carlo con la sua passione per l’Eucaristia — che definiva “la mia autostrada per il cielo” — e Frassati con la sua carità nascosta, le scalate sulle Alpi, la preghiera silenziosa, il servizio agli ultimi.

Per Leone XIV, sono “testimoni da seguire, per gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del Cielo”. In tempi di conflitti e disorientamento, questi due giovani indicano una via alternativa, alta, luminosa.

Nel cuore di Papa Leone Palestina e Ucraina

Nel cuore dell’omelia, Leone XIV ha anche lanciato un accorato appello per la pace, ricordando le guerre che insanguinano il mondo: “Dio sostiene chi vuole uscire dalla spirale di odio. Dio vuole la pace.” Un pensiero rivolto in particolare alla Terra Santa e all’Ucraina, ma esteso a ogni terra ferita dalla violenza.

“Le apparenti vittorie ottenute con le armi seminando morte e distruzione”, ha ammonito il Papa, “sono in realtà sconfitte, e non portano mai serenità e sicurezza”.

Santi per il nostro tempo: qual è il messaggio?

Primo. con Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, la Chiesa dice chiaramente che la santità ossia una vita cristiana piena è possibile oggi, e parte dalla vita quotidiana: non devi essere un prete, una suora o un eremita per essere santo. Entrambi erano laici, giovani, inseriti nel mondo, eppure capaci di vivere il Vangelo con coerenza estrema: scuola, sport, amicizie, passioni, social media, montagna, studio… tutto diventa terreno fertile per Dio. È una santità integrata, accessibile, credibile. Questo è rivoluzionario in un tempo in cui la spiritualità è spesso vista come distante o per pochi,

Secondo, Carlo e Pier Giorgio parlano la lingua dei giovani: sono vissuti da adolescenti e da studenti, parlavano con semplicità, amavano divertirsi e costruire relazioni autentiche.
La loro canonizzazione dice: “Non aspettare di essere adulto o perfetto per seguire Cristo”. È una risposta concreta alla crisi vocazionale e alla crescente distanza tra i giovani e la fede: non un rimprovero, ma una proposta positiva di vita piena, alla loro portata.

Ancora, la canonizzazione di due giovani laici sembra dirci che la fede vissuta nella modernità non è un ossimoro. Carlo era un ragazzo della generazione digitale, appassionato di tecnologia, Internet, videogiochi. La sua canonizzazione risponde alla domanda: «È possibile essere santi nell’era di TikTok e dell’intelligenza artificiale?». La risposta della Chiesa è un sonoro sì. Frassati, invece, mostrava come anche in un mondo secolarizzato e borghese si può vivere radicalmente il Vangelo. Insieme, incarnano una fede che non rifugge il mondo, ma lo trasfigura.

Quarto, questi due santi non predicavano moralismi, ma affascinavano con la loro autenticità. Hanno vissuto la fede con gioia, senza ansia da prestazione spirituale. La Chiesa, proponendoli, suggerisce uno stile nuovo: non imporsi con le parole, ma attrarre con la vita, non spaventare con la dottrina, ma incuriosire con la bellezza del bene.

In un contesto globale segnato da guerre, come ha ricordato il Papa riferendosi a Terra Santa e Ucraina, la figura di giovani che hanno “gustato la vita fino in fondo” e l’hanno donata agli altri diventa un’alternativa reale alla cultura dell’odio, del conflitto, del possesso.

1 Commento
  1. Che dio voglia la pace è follia visto che, tra tutti i mondi possibili, ha deciso di creare questo, con risorse limitate e nel quale ogni forma di vita per non morire di fame ogni giorno deve uccidere e mangiare altre forme di vita.
    IN altre parole ha creato la crudele LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA, che è alla base di OGNI lotta/guerra.
    A tale lotta per la sopravvivenza partecipano anche virus, batteri e tumori (cellule impazzite che vogliono sopravvivere propagandosi) ed è qui che viene fuori la follia dei genitori del ragazzo Acutis, ucciso da un tumore, che hanno sborsato circa 600.000 euro per beatificarlo.
    Il papa, in quanto sedicente rappresentante divino, non può non prendere sia i soldi, sia il vantaggio propagandistico ricavato dal fare un nuovo santo “giovane”, che potrà “parlare” ai giovani attraverso i messaggi veicolati dal papa/cardinali/vescovi/preti stessi secondo le loro necessità.
    Senza la propaganda religiosa che comincia dalla scuola MATERNA pubblica, i due ricchi genitori non avrebbero speso così male i loro soldi ed avrebbero potuto donare quei soldi ad AIRC, che i tumori li sconfigge, o ad Emergency, che sconfigge le malattie create da dio, facendo in modo che il loro figlio non fosse morto invano

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