Festival di mezza estate, anteprime e debutti dalla Biennale a Kilowatt
Primavera a teatro. Con il clima più dolce cresce l’attesa per i festival estivi che “vedono” finalmente edizioni più libere da vincoli pandemici. C’è tanta voglia di crescere e recuperare il tempo perduto con nuove formule, programmi internazionali e debutti di allestimenti. In attesa di scoprire il palinsesto definitivo messo a punto dal tandem Ricci/Forte per l’appuntamento di settore più prestigioso d’Italia, la Biennale teatro di Venezia, edizione del cinquantennale nella città lagunare dal 24 giugno al 3 luglio, ecco già una serie di anteprime. Ricordiamo intanto che questo anno i Leoni sono stati così attribuiti: quello d’oro alla carriera alla regista e autrice brasiliana Christiane Jatahy, figura di spicco della scena sudamericana, mentre quello d’argento è andato al performer e filmaker Samira Elagoz (origini egiziane e finlandesi). La prima, affermano Stefano Ricci e Gianni Forte nelle loro motivazioni “fonde i lidi del cinema e teatro attraverso un personale attrito di stampo brechtiano-wagneriano, per esplorare quei territori più ostici in cui si rivela maggiormente l’instabilità di una realtà fittizia incarnata dai suoi Personaggi/Persone, orchestrando così una vorticosa danza tentacolare con la presenza carnale dei loro corpi in movimento urlanti verità ad ogni singolo spettatore”. Alla maniera di Cassavetes, Jatahy, usa la macchina da presa come parte integrante del gioco scenico “smontando i dispositivi dell’illusione naturalistica per strutturare il proprio teatro e creare così – dicono Ricci/Forte – delle spiazzanti trappole narrative di lancinante bellezza in cui il pubblico rimane a tal punto attivamente prigioniero e affascinato da ciò che si svolge davanti ai suoi occhi da non provare più alcun desiderio di volerne uscire”.
La regista brasiliana è stata ospite della Biennale nel 2015 con una edizione de “La signorina Giulia” di Strindberg allestita nel Brasile odierno. L’anno successivo presentò “E se elas fossem para Moscou?” (“E se andassimo a Mosca?”) riscrittura-capolavoro delle “Tre sorelle” cechoviane. Stavolta la novità attesa alla Biennale – coprodotta da dieci enti tra festival europei e brasiliani – è “O agora que demora (The Lingerin Now)” seconda parte del dittico “Nossa Odisséia” dove “l’epica greca è accostata a materiali documentari girati in Palestina, Libano, Sudafrica, Grecia, Amazzonia con oltre 40 interpreti in un mix fra racconto omerico e storie vere di artisti rifugiati”. Salmira Elagoz presenterà un’opera nata durante il lockdown per il Covid, “Seek romance” che racconta “la storia della forte relazione fra persone transgender ambientata alla fine del mondo, quasi una saga lunga quattro ore a cui ha collaborato Cade Moga”. Per quanto riguarda le motivazioni per questo Leone d’Argento che viene attribuito dal festival alle promesse del teatro, Ricci/Forte sostengono che, “indagando sugli effetti dell’amore, del gender, della femminilità, del desiderio, del suo conseguente annichilimento e dei sotterranei brutali giochi di potere, Samira Elagoz percorre un viaggio intimo e poetico, ma al tempo stesso ironico e perturbante”. Ancora, Elagoz, “flirtando con le possibilità infinite del mezzo performativo, plasma un linguaggio originale offrendoci – al fine di sperimentare il proprio percorso gender in mutazione come bacchetta rabdomantica espressiva – un marchio unico di performance-reportage, di multimedia happening e di docu-fiction”.
Fino al 6 aprile sarà possibile acquistare esclusivamente sul sito della Biennale (www.labiennale.org) abbonamento e biglietti a prezzi speciali su tutti gli spettacoli dei Leoni di Danza, Musica e Teatro. “Agora que demora-The Lingering Now” di Christiane Jatahy va in scena il 25 giugno al Teatro alle Tese. Identica location per “Seek Romance” di Samira Elagoz previsto per il 30 giugno.
Ancora per il teatro, la compositrice giapponese Aine E. Nakamura e il performer e fotografo francese Antoine Neufmars sono i vincitori di Biennale College Teatro che premia i progetti di performance site specific pensati per gli spazi all’aperto di Venezia. I due vincitori sono stati selezionati su una rosa di 77 concorrenti e presenteranno il loro progetto nei giorni del festival.
Nakamura in “Unnamed Flower” parte dall’articolo 9 della costituzione nipponica in difesa della pace “come un fiore senza nome, la performer lascerà che il suo corpo entri in contatto con la realtà circostante reiterando attraverso voce e movimento una costante e attiva scelta pacifista”.
In “Odoroma” Antoine Neufmars partendo dalla scomparsa dell’olfatto in seguito a Covid 19 “traccia un’indagine sul valore identificativo della memoria attraverso la percezione dell’odore di riferimento”.
Biennale College Danza diretto da Wayne McGregor, dopo un percorso lungo tre mesi, presenterà la nuova creazione realizzata in esclusiva da Saburo Teshigawara, Leone d’oro alla carriera 2022, l’allestimento dei famosi “Event” di Merce Cunnigham, mentori Daniel Squire e Jeannie Steele, due brevi composizioni originali ideate dai due coreografi, mentore lo stesso McGregor. Anche per i biglietti degli spettacoli dei Leoni della Danza vale l’acquisto a prezzi speciali sul sito della Biennale. Questi gli eventi: “Petroushka” di Teshigawara (22 luglio al teatro Malibran), “Confesiòn de la carne” (il titolo è provvisorio) della danzatrice spagnola Rocìo Molina, Leone d’Argento, celebre per le sue coreografie che spingono al limite il flamenco contemporaneo; in questo caso si presenta con cinque musicisti dal vivo (il 27 luglio al teatro alle Tese). Il festival di Danza, battezzato Boundary-less andrà in scena dal 22 al 31 luglio.
“Out of Stage” si intitola invece il sessantaseiesimo Festival di musica contemporanea in programma dal 14 al 25 settembre. Anche in questo caso biglietti speciali fino al 6 aprile per “Jules Verne” (14 settembre al teatro la Fenice) che vede assieme i Leoni d’oro e d’argento della Musica. L’opera in forma di divertissement è stata composta dal Leone d’oro Giorgio Battistelli e presentata in una nuova versione con gli interpreti e personaggi di Ars Ludi (Leone d’Argento) che a sua volta proporrà “Dressur” di Mauricio Kagel e “Orazi e Curiazi” di Battistelli il 18 settembre al Tese dei Soppalchi.
Prima importante novità della stagione arriva dal Kilowatt Festival che per il suo ventennale si farà in due. Oltre allo splendido borgo rinascimentale di Sansepolcro, sull’alta valle Tiberina, ai confini tra Toscana e Umbria, il festival di teatro e danza contemporanea si terrà infatti anche nella città di Cortona, importante lucumonia etrusca a sud di Arezzo, impostasi giorni fa all’attenzione della cronaca nazionale per il rifiuto del Comune di intitolare una scuola alla memoria del Presidente del Consiglio Europeo David Sassoli, scomparso recentemente. La rassegna guidata dalla coppia di direttori artistici Lucia Franchi e Luca Ricci dell’associazione Capotrave/Kilowatt – a fine dicembre 2021 Premio Ubu come miglior progetto curatoriale – ha infatti annunciato nei giorni scorsi, un programma in due tempi. Il primo, dal 12 al 16 luglio, si terrà nella sede storica della città natale di Piero della Francesca, Sansepolcro, nei consueti spazi del Teatro alla Misericordia, Chiostro di San Francesco, i Giardini di Piero, Auditorium e Chiostro di Santa Chiara e il teatro Dante. Dal 20 al 24 luglio si sposterà poi a Cortona nella piazza del Duomo, l’ex convento di Sant’Agostino e il teatro Signorelli. Qui verrà ospitato tra gli altri un seminario sul futuro dei festival curato da Rodolfo Sacchettini. A Sansepolcro il via con l’anteprima di un progetto europeo in cui verranno ospitate otto scuole europee che presenteranno i loro lavori. In cartellone anche gli spettacoli di teatro e danza frutto delle residenze, l’ospitalità di gruppi e artisti stranieri (Kilowatt ha da tempo collaborazioni con diversi paesi d’Europa: dalla Francia all’Olanda, dalla Danimarca alla Svezia), nonché le opere selezionate dal gruppo degli spettatori i Visionari. Il programma definitivo sarà comunque svelato a fine maggio.
Santarcangelo dei Teatri. Il festival più antico d’Italia, dedicato al teatro contemporaneo ha appena comunicato le sue date. Dieci giorni a luglio: dall’8 al 17 per l’edizione numero cinquantuno. Chiusa la gestione dei Motus questo anno si apre per il triennio 2022-2024 quella del trentasettenne co-creatore del Dialog Festival a Wroclaw e fondatore del Teatr Nowvy di Cracovia, il curatore, drammaturgo e critico polacco Tomasz Kireńczuk che ha promesso di far diventare Santarcangelo Festival “un luogo in cui ritrovare i segni di: comunità, vicinanza e speranza”.
Si svolgerà tra le serre di Albenga, dal 1 al 7 di agosto, la tredicesima edizione di Terreni Creativi Festival allestito da Kronoteatro. Questo anno ospiterà tra gli altri il Teatro dei Borgia, Francesca Foscarini, Giuseppe Cutino, Gli Omini, Fausto Paravidino, Bartolini/Baronio, Teatringestazione e Jerome Bell-Laura Pante. Kronoteatro ha debuttato nei giorni scorsi al teatro Nazionale di Genova con lo spettacolo “La Fabbrica degli Stronzi” in collaborazione con i Maniaci d’Amore (si può vedere sino a questa domenica al teatro Elfo Puccini di Milano).
Sta maturando anche il programma della decima edizione di Trasparenze, il festival allestito dal Teatro dei Venti di Modena. Sono intanto aperte le prenotazioni della nuova produzione “Odissea” dal 3 al 7 maggio nel carcere di Castelfranco Emilia (inviare le richieste entro l8 aprile. Info presso il sitowww.trasparenzefestival.it). “Odissea è un viaggio, è il risultato finale del lavoro svolto all’interno delle strutture carcerarie di Modena e Castelfranco Emilia e in sala prove tra riunioni e discussioni a distanza, prove da remoto e riprese video in teatro. Un viaggio diventato sfida che prende forma dopo oltre tre anni di ricerca, prove e confronto. Le avventure dell’eroe greco che torna a Itaca vengono descritte attraverso i corpi e le parole di interpreti molto diversi per formazione e pratica. I fili conduttori restano l’opera di Omero e il racconto dell’umanità di fronte a ogni contrarietà”.
Drammaturgia a cura di Vittorio Continelli, Massimo Don e Stefano Tè autore anche della regia. In scena con Alessandra Amerio, Vittorio Continelli gli attori del Carcere di Castelfranco Emilia. “Trasparenze” dall’8 al 14 maggio si sposterà a Gombola, borgo sull’Appennino modenese per seminari e debutti di performance con la comunità. Dal 28 al 31 luglio ancora a Gombola con un programma di spettacoli e incontri.
Anticipo d’estate nel Sud a Palermo per il festival di danza “ConFormazioni” diretto da Giuseppe Muscarello che arriva alla sua sesta edizione fedele al format di inserire gli spettacoli nei luoghi del centro storico della città siciliana. “Estetiche plurali, approcci curatoriali multitematici, attenzione al panorama coevo ma anche alla sperimentazione e alla ricerca – dice il direttore artistico – ritorneranno in questa sesta edizione e nei prossimi anni mantenendo sempre un forte legame fra il panorama nazionale e internazionale nonché al rapporto artistico intergenerazionale”. A dare il via alla rassegna il 26 aprile (in replica anche il 30) uno spettacolo che vuole coniugare danza e pittura: da un’idea di Giuseppe Muscarello, “Moto cangiante” ispirata dalla mostra “Berliner Blau” di Antonio Catelani. In scena nella Rizzuto Gallery i danzatori Michael Incarbone eDanilo Smedile, musica di Gianni Gebbia. Il 27 sulla scalinata del Teatro Massimo, installazione corporea “Massimo equilibrio” di Manfredi Perego. A seguire nella sala Strehler del Teatro Biondo incontro tra la musica di Cristina Donà e la danza del coreografo Daniele Ninarello, cucitura musicale di Saverio Lanza in “Perpendicolare”.
Nasce invece da un’idea di Giovanna Velardi e Paolo Roberto D’Alia la performance urbana “Pubblico in site-specific” di Giovanna Velardi all’aperto nei Cantieri culturali alla Zisa. Stessa location ma all’interno nello spazio Franco il danzatore e coreografo Manfredi Perego porta in scena “Totemica”. A seguire Giuseppe Muscarello mostra la performance “il Furioso” tratta da un nuovo e ampio progetto del coreografo siciliano dedicato alla trasmissione del gesto del pupo. Ispirato liberamente all’omonimo poema di Ludovico Ariosto “narra di avventure fantastiche, duelli, amori e magie attraverso lo sguardo del protagonista Orlando, coniugando il movimento coreografico con la tradizione del pupo siciliano, un processo di trasmissione che guarda tanto al folklore quanto alla tutela di sapere allo stesso collegato in un’ottica di sperimentazione”.Il bellissimo e pluripremiato “Bermudas” di Michele di Stefano, ispirato alle teorie del caose alla generazione di sistemi complessi viene messo in scena dalla compagnia Mk il 29 al Teatro Biondo. Al pomeriggio il coreografo Enzo Cosimi nella Sala Perriera mostra “Take me up, take me higher” . Sempre Cosimi il 30 aprile presenterà nello spazio Franco “Bastard Sunday”, spettacolo ispirato alla figura e all’opera di Pier Paolo Pasolini. La mattina si terrà un incontro sui temi della danza contemporanea con Stefano Tomassini, Roberto Giambrone, Alessandro Pontremoli e lo scrivente. Si chiude il 1 maggio (Spazio Franco) con “Mutu cù Sapi ‘U Jocu”, spettacolo ideato da Giuseppe Provinzano con le coreografie di Simona Argentieri, un esperimento multidisciplinare che trova le sue radici drammaturgiche nella raccolta dei “Giochi fanciulleschi” di Giuseppe Pitriè. Il testo racconta “regole, dinamiche e curiosità di quei giochi sociali che hanno fatto la storia dei giochi e che si muovono oggi giorno in assoluta controtendenza nei confronti delle nuove generazioni. Ed in chiusura andrà in scena “Luminescenza”; un incontro di elettronica, strumenti acustici e movimento, un concerto performativo di Angelo Sicurella con Giorgio Bovì, e Ludovica Messina una performance che prende il nome dal fenomeno della luminescenza mutuando il concetto dell’emissione dei suoni come emissione di luce”.
Debutti e prime. Al teatro Nuovo di Napoli sta andando in scena “A.D.E. O Alceste di Euripide”, testo e regia di Fabio Pisano, con Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Raffaelle Ausiello. Suggestioni sonore dal vivo di Francesco Santagata. Scene di Luigi Ferrigno, costumi di Rosario Martone. Luci di Cesare Accetta. Nelle note di regia Pisano si chiede cos’è l‘Alcesti. “Una tragedia? Un dramma – poi definito ad hoc – prosatiresco? Questa indefinitezza di genere che ancor oggi dà vita ad una interessante diatriba tra storici e studiosi, è il punto di partenza o il pretesto per sconvolgere il testo di Euripide, per provocarlo, asciugando ai raggi del tempo i rapporti epici tra i protagonisti, portando all’interno della perversa scatola del dramma borghese ciò che resta di un giorno di lutto” (fino a domenica 27).
Continua intanto la tournèe di solidarietà allestita da una rete di teatri per lo spettacolo della compagnia Circus Theatre Elysium di Kiev con il suo fantastico spettacolo “Alice in Wonderland” tratto dal libro “Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll. Lo spettacolo è programmato il 30 marzo al teatro Valli di Reggio Emilia, il 31 al Regio di Parma, il 1 aprile all’Arena della Regina di Cattolica, il 2 aprile in collaborazione con Ravenna Solidale al teatro Dante Alighieri di Ravenna, il 3 al “Ponchielli” di Cremona, l’8 al teatro degli Arcimboldi di Milano, il 13 aprile al teatro del Giglio di Lucca, il 14 aprile al teatro Sociale di Mantova, il 15 al teatro Diego Fabbri di Forlì, il 22 al teatro Creberg di Bergamo, il 24 al Gran Teatro Geox di Padova, il 1 maggio al Gran Teatro Morato di Brescia. La compagnia ucraina è stata fondata nel 2012 con l’obiettivo di esplorare tutte le potenzialità del circo moderno, un circo di atleti, acrobati, ballerini, clowns e senza domatori; un circo che si avvale delle nuove tecnologie quanto dell’abilità dei suoi interpreti. Nato dall’ispirazione di Oleg Apelfed, il progetto si avvale anche della guida di Maria Remneva, direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina.
Al teatro Elfo Puccini di Milano continua sino al 14 aprile “Edipo Re, Una favola nera” tratto da Sofocle, traduzione e adattamento di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia con i costumi di Antonio Marras e l’interpretazione di Valentino Mannias assieme allo stesso Bruni. “Lo spettacolo è un viaggio visionario e musicale in compagnia di Edipo, “colui che sogna i sogni profondi”. Con sguardo contemporaneo provano a reinventare il rito della tragedia. In un ambiente ligneo, dominato da colori chiari e disseminato di sabbia, sassi e carta, quattro attori danno corpo e voce a tutti i personaggi”.
“Zio Vanja” da Cechov, diretto da Roberto Valerio e prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese, fino a domenica 27 è al teatro Franco Parenti di Milano, poi dal 1 al 3 aprile al teatro del Giglio di Lucca, al Politeama Pratese di Prato il 9 e 10 aprile per chiudere a Pistoia al teatro Manzoni dal 22 al 24 aprile. “Zio Vanja” nasce a tre anni dal “Tartufo”, di Roberto Valerio e vede in scena Giuseppe Cederna e Vanessa Gravina (già protagonisti di “Tartufo”), nei panni di Zio Vanja e Elena, Alberto Mancioppi, interprete del professore, Mimosa Campironi di Sonja, Elisabetta Piccolomini di Marjia, Pietro Bontempo di Astrov e Massimo Grigò di Telegin.
Continuano le repliche in prima nazionale de “La Tempesta” di William Shakespeare, il nuovo lavoro di Alessandro Serra, in cartellone a Torino fino a 3 aprile alle Fonderie Limone di Moncalieri. Prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro di Roma, Ert, Sardegna Teatro in collaborazione con la Fondazione dei Teatri Reggio Emilia e compagnia Teatropersona dopo Torino sarà di scena al Teatro Valli di Reggio Emilia il 5 e 6 aprile, al teatro Argentina di Roma dal 28 aprile al 15 maggio. Alessandro Serra, oltre la regia è anche autore della traduzione e dell’adattamento del testo, scene, luci, suoni e costumi. In scena: Fabio Barone, Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, Paolo Madonna, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Bruno Stori. Stefano Bardelli ha collaborato alle luci mentre Alessandro Saviozzi ai suoni e Francesca Novati ai costumi. Le maschere sono di Tiziano Fario. Nelle sue note di regia Alessandro Serra scrive che “La Tempesta” è un “inno al teatro fatto con il teatro, la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno, con pochi oggetti e un mucchietto di costumi rattoppati”.
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