Teatro e natura, tra le valli e i comuni dell’Alta Brianza
CAMPSIRAGO _ E sono Venti. Dal 21 al 30 giugno è il primo Ventennale del festival che esplora con gli strumenti dell’arte un territorio in parte ancora non compromesso, quello dell’Alta Brianza e dei suoi comuni, guidando spettatori e appassionati di natura in una originale immersione. E’ il “Giardino delle Esperidi” rassegna di performing art nel paesaggio dove il gruppo di teatranti che anima da sempre Campsirago Residenza, diretto dalla guida appassionata di Michele Losi offre un inedito programma itinerante dentro i percorsi segreti di un paesaggio unici e seducente dentro le valli colorate di verde lambite da boschi odorosi e austeri come cattedrali, i suoi borghi dall’anima medievale abitati da custodi di tradizioni e culture che vengono volta per volta scoperte come quello che è un paesaggio unico che si snoderà per sentieri antichi, ville e parchi dei comuni di Colle Brianza, Ello, Olgiate Molgora, Olginate, Sirtori, Valgreghentino, del Parco del Monte Barro (Galbiate) e del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone.
Sarà una edizione assai speciale fatta da sette diversi itinerari che unendo ad anello i diversi puntini fatti di spettacoli e azioni formerà un grande ed unico palcoscenico naturale. Quella di questa edizione, promette la banda di Campsirago, sarà “In cammino” accompagnando gli spettatori in escursioni speciali fatte di teatro di tipo immersivo e “promenade” a cielo aperto per raggiungere i sitit e le location previste. Non a caso il via sarà il 21 alle ore 17 con “Just Walking” che partirà da Villa Sirtori per raggiungere il paese fantasma di Consonno, percorrendo l’ala est de del Monte di Brianza. “Just walking” nella versione “Urban Spaces” è una sorta di “Biografia in cammino” attraverso “testi originali e l’ispirazione di grandi scrittori che hanno tracciato vie filosofiche, poetiche e letterarie del camminare”. In questa esperienza gli spettatori-camminatori attraverseranno il tema del “vagabondare poetico, della strada come luogo della percezione del pericolo, della pratica dei pellegrinaggi, delle marce e manifestazioni, per arrivare a un incontro con il mondo del meditativo”.
Tutto è iniziato da un testo importante come “La storia del camminare” di Rebecca Solnit. A questo si sono aggiunte le residenze artistiche in Giappone dove Michele Losi ha incontrato i monaci Shugendō e Zen del Monte Hikosan e gli artisti della residenza Omnicent Ukiha. La performance di Michele Losi (autore anche dei testi in collaborazione con Sofia Bolognini) aprirà il percorso con Stefano Pirovano, Marialice Tagliavini e Giulietta De Bernardi accompagnati dalle musiche originali di Luca Maria Baldini e Nori Tanaka (già collaboratore di Pink Floyd e Paul Mc Cartney). Tra gli obiettivi prescelti dagli organizzatori quello di individuare nuove chances “rispetto al territorio e alla fruizione del teatro”. Tutto questo attraverso una esperienza artistica itinerante che metterà in connessione il Monte di Brianza con il Parco del Monte Barro e del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, percorrendo anche le aree urbane e le zone di archeologia industriale. Questo sarà il cuore della “Crossing Experience” che Michele Losi, direttore artistico del festival in compagnia dello scrittore e poeta Tiziano Fratus, l’antropologa Daniela Parafioriti e il giornalista Oliviero Ponte Di Pino ha in serbo per domenica 23 giugno da Villa Bertarelli, Galbiate a Cascina La Fura, Ello. Cinque ore con le pause e un pic nic condiviso. A proposito di questa esperienza ecco una interessante osservazione di Losi. “Il mondo naturale è più complesso di qualsiasi ambiente costruito dall’uomo ed evolve nel tempo: giorno dopo giorno, di stagione in stagione, negli anni. Non è fornito di un manuale di istruzioni -dice il direttore artistico- e porta a confrontarsi con l’imprevedibile. Il lavoro sulle forme teatrali in cammino, sul Teatro Natura e nel Paesaggio, sul teatro immersivo utilizzando anche strumenti digitali (oltre ai corpi dei performer) è parte del Dna di Campsirago Residenza dal 2008, anno delle prime sperimentazioni in tal senso. La “Crossing experience” mira a riflettere su questi e altri, mettendo l’accento sui temi del cammino nella relazione con le comunità e con il paesaggio”.
Ancora più precisamente quelli di Campsirago fanno il punto. “Se il “teatro natura” inaugura una pratica teatrale fondata sulla ritualità -dicono- il “teatro nel paesaggio” integra nel rito anche lo spettatore come parte dell’ecosistema scenico. La nuova sperimentazione del “teatro dell’incolto” sarà una pratica del margine che sfida gli orizzonti di quello che è normalizzato e antropizzato. Un progetto che è anche manifesto di un laboratorio di sperimentazione in cui i linguaggi della scena si ibridano con quelli del paesaggio e dei suoi significati, creando sinergie inedite con i luoghi”. Per spegnere le venti candeline Campsirago Residenza ha voluto per il suo festival una serie di ospiti importanti del panorama teatrale: dai Motus a Is Mascareddas, insigniti recentemente del premio Ubu. E ancora: Oscar de Summa, Carlotta Viscovo, Azioni Fuori posto di Maura Di Vietri, La Baracca Testoni etc..
Veniamo al programma, giorno per giorno. Il 21 giugno, archiviato “Just Walking” a Villa Sartori di Olginate ( alle 21,15) la compagnia dei Cada Die presenta il monologo di e con Pierpaolo Piludu: “Famiglia Puddu”. Lo spettacolo riporta alla memoria i bombardamenti degli alleati sulla città di Cagliari nella Seconda guerra mondiale. Il periodo è visto attraverso gli occhi di un bambino down che ha la sfortuna di avere un padre ignorante e fascista. Paradossalmente, sarà grazie agli allarmi che dal 1943 incominciarono a risuonare, che il bambino potrà uscire dalla sua casa-prigione, correre per le strade e conoscere un mondo che sino ad allora gli era stato tenuto nascosto.
Nella giornata di sabato 22 il festival si sposta nel Parco del Monte Barro con la performance itinerante “Just walking” in prima nazionale nella versione “Get forested” per gli spazi naturali: un percorso che connette il Monte di Brianza al Parco del Monte Barro e all’antico eremo di San Michele (ore 18). Due ore prima il Teatro ragazzi di e con Bruno Cappagli nella chiesa di San Michele a Galbiate mette in scena “Storie sopra e sotto l’albero”, prodotte da La Baracca Testoni di Bologna.
Nello stesso spazio alle 21 va in scena “Rimaye” di Azioni Fuori Posto, ideazione e coreografia di Silvia Dezulian e Filippo Porro, con gli stessi Dezulian e Porro in scena assieme a Lorenzo Morandini e Gloria Trolla. Partendo da una riflessione sullo scioglimento dei ghiacciai lo spettacolo vuole aprire un’indagine “su ciò che a breve è destinato a sparire, mettendo in relazione corpi umani e corpi glaciali in quanto entrambi modificatori di paesaggio in perenne movimento e custodi di memorie legate al Tempo e alla sua irreversibilità”. Il progetto accosta il linguaggio performativo-coreografico a una ricerca scientifica e storica dei paesaggi montani in mutamento. Domenica 23 si apre alle 11 dai giardini di Villa Bertarelli di Galbiate con la lunga “Crossing Experience”.
Alle 16 e 17 spazio ad “Alberi maestri kids” di Campsirago Residenza in scena lungo il sentiero de La Marcita di Ello. Guidati da personaggio dai tratti fiabeschi i bambini e le bambine vivranno una sorta di avventura dentro il bosco dove “ Parola, suono, cammino, installazioni, si fondono in un percorso sensoriale, divertente e coinvolgente alla scoperta del bosco”.
Alle ore 21nella piazza di Ello va in scena “Biancaneve” storico spettacolo della compagnia della Baracca. E se questa non arrivasse come si potrebbe spiegare il fatto al pubblico in attesa? Ma ecco che il direttore del teatro ha un’idea: chiede ai tecnici abituati da sempre a stare dietro le quinte di diventare attori e interpretare la fiaba. Cioè: “una metamorfosi, proprio come quella che vive la protagonista della fiaba nel suo viaggio iniziatico”.
Dopo due giorni di pausa si riprende da mercoledì 26 giugno alle ore 19,30 a Valgreghentino con l’anteprima di “Ora felice” di Qui ed Ora Residenza teatrale: uno spettacolo dedicato al bisogno di ritrovarsi, di scoprire di nuovo un senso delle cose in un mondo che sempre più ci sconcerta. Il pubblico siede ai tavoli di un banchetto partecipativo (ogni spettatore è invitato a portare un piatto da condividere) e ascolta la storia di due donne che hanno lasciato tutto e di Dj Bacco, chiamato per animare la serata; “il vino sta per essere servito, ma qualcosa dal passato delle due donne torna a turbare questa nuova vita”.
Giovedì 27 giugno nella Corte San Donnino a Mondonico, comune di Olgiata Mogora, per seguire alle 19,30 e alle 22,30 “Arcipelago” di Teatro Telaio, installazione tout public a cura di Angelo Facchetti e Francesca Franzè, performer Mariasole Dell’Aversana. Scene di Giuseppe Luzzi. Ambientazioni sonore di Alessandro Calabrese. E’ un “viaggio che aiuta a elaborare emozioni ed esperienze di vita, personale o collettiva, che possono aver lasciato una traccia nel loro io più profondo”. Sarà replicato anche a Sirtori l’indomani, venerdì, alle 20 e alle 22,30.
Sempre a Mondonico, nella Corte San Donnino alle ore 21 va in scena “Messieur che figura!” del teatro Tascabile di Bergamo con Ruben Manenti, Alessandro Rigoletti. Da un’idea di Renzo Vescovi.
Venerdì 28 si apre con una replica di “Just Walking-Urban Spaces”: partenza e arrivo in piazza della stazione di Olgiate. A Sirtori nella cornice della Villa Besana alle ore 21, Oscar De Summa presenta il primo studio di “Rette parallele sono l’amore e la morte” ossia un “nuovo lavoro che indaga, attraverso una scienza ancora incapace di dare spiegazioni, il valore della nostra vita”. Riguarda tre “storie che si tessono tra loro, come le trame di un tappeto antico che lasciano affiorare un’immagine: l’immagine di uno sguardo, di una relazione tra due volti che si guardano diritti negli occhi a distanza di tempo”. Ultimo week end del festival, come tradizione, si tiene nella sede di Campsirago Residenza, un antico maniero rimesso in piedi e restaurato con certosina passione e pazienza dai teatranti.
Sabato 29 giugni si parte 10 del mattino con il ”Il sentiero delle acque” con la visita performativa all’opera di land art virtuale dal titolo omonimo diretta da Michele Losi con le musiche di Luca Maria Baldini e la voce narrante di Sebastiano Sicurezza: un percorso poetico nell’antico sentiero nel bosco che unisce il borgo di Mondonico a Campsirago.
A proposito di installazioni, dalle 16,30 ( e poi con intervallo di un’ora fino alle 19,30) via a “Flux full experience” produzione della Fattoria Vittadini, coreografia di Maura Di Vietri, musica di Luca Maria Baldini. Narratrice Aurora Camilli. E’ uno spettacolo immersivo dove live performance e tecnologie offrono una esperienza ibrida prima in ambiente digitale e poi sul palcoscenico. “Si ispira al viaggio sciamanico e alla ricerca del proprio spirito guida: una creatura specifica per ognuno di noi in grado di connettersi con la parte più profonda della nostra anima. L’esperienza per lo spettatore è duplice: indossando il visore VR è immerso in uno spazio virtuale, all’interno del quale potrà osservare l’avatar della performer, riprodotta attraverso la tecnica del motion capture, ed entità zoomorfe; tolto il visore, lo spettatore si troverà nello spazio fisico in cui agisce la performer live”.
Alle ore 17.00 torna “Just walking Get forested” esperienza immersiva attraverso la valle del Curone, il Parco Regionale di Montevecchia e il Monte di Brianza.
Alle ore 21 Carlotta Viscovo presenta per la prima volta “Il corpo della lotta”, performance site specific tratto dallo spettacolo teatrale “L’estasi della lotta” che debutterà a Lugano coprodotto da TrentoSpettacoli, Elsinor, Lac e il sostegno di Qui e Ora Residenza e Campsirago Residenza_ Il Giardino delle Efemeridi festival.
Lo spettacolo indaga sul rapporto tra la scultrice Camille Claudel e il suo maestro Auguste Rodin e il legame tra movimento corporeo e scultura tra vita e arte. In “Il corpo della lotta” in uno spazio della natura “il corpo della performer si fa scultura e dialoga con la scultura di Claudel, si pone in scena come opera d’arte e artista, mentre lo scultore disegna ispirato da ciò che accade. La performer indaga, anche attraverso la parola, il rapporto tra corpo e protesta, tra la dimensione intima e il ruolo politico dell’artista, tra l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio. I testimoni di ciò che accade potranno scegliere da dove guardare, girare loro intorno, cambiare punto di osservazione, come quando si osserva una scultura nella sua tridimensionalità”.
Alle 22,15 sul palco all’aperto i Motus portano in scena “Of the nightingale I Envy The Fate (dell’usignolo invidio la sorte)” ideazione e regia a cura di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande. Sulla scena la danzatrice StefaniaTansini. Al centro la figura di Cassandra, partendo dal paragone fatto nell‘Orestea” tra il suo lamento e il canto dell’usignolo. Sono i momenti che precedono la sua ingiusta uccisione come schiava, adultera e straniera. “Un rito sciamanico dove si fondono la stereotipica fragilità femminile e il suo spirito di vendetta infuocato, le funeste visioni del futuro, come la prodezza animale, l’eleganza del gesto e dello sbattere di ciglia – usignolo ibridato da piume tropicali che si rifrange in uno spazio alterato – in dialogo con una luce mobile che la insegue e la sfida. Anche il suo linguaggio oscilla fra lucidità e mimetismi animali che lo rendono stridore ostinato e dolcissimo”.
L’ultima giornata del festival, il 30 giugno riparte alle 10 con la visita al “Sentiero delle acque”. Alle 12,30 tornano le performer di Qui e Ora residenza teatrale con “Ora Felice”. Alle 15, presentazione del progetto “Onde” di Wundertruppe. A seguire incontro con Tonino Murru della compagnia de Is Mascareddas che racconta la storia di un teatro di figura di livello internazionale. Alle 16,30, 17,30, 18,30 e 19,30 si replica “Flux -Full experience” di Fattoria Vittadini.
Alle ore 21 prima nazionale di “Dialogo con la morte” de Is Mascareddas, regia di Marco Sanna, burattini di Donatella Pau, scene di Antonio Murru e Donatella Pau. In scena Antonio Murru. “La morte, storico personaggio del teatro di burattini, si trova in un luogo insolito, impegnata in alcuni lavori. Il suo impeccabile salotto è lo spazio scenico in cui la protagonista dialoga col pubblico sul suo lavoro, sulle fatiche che questo comporta e disquisisce sul valore della vita (sua sorella) e della morte. Con irrefrenabile sarcasmo e grandi dosi di irriverenza questa pièce, nata sul testo di Elisabetta Pau e con la regia di Marco Sanna, svela la Morte nella sua dimensione più intima e privata, pronta a rispondere ai più importanti quesiti dei suoi fortunati ospiti”.
Alle 22,15 replica di “Of The Nightingale I Envy The Fate (Dell’Usignolo invidio la sorte)” dei Motus. In scena la danzatrice Stefania Tansini.
“Hamlet Private” si tiene tutti i giorni alle ore 15, 16,17,18, 19, 21 giugno a Villa Sirtori di Olginate; il 22 nella Chiesa di San Michele di Galbiate; il 23 nella Cascina La Fura di Ello; il 26 nell‘Oratorio di San Giuseppe di Valgreghentino; il 27 alla Stazione di Olgiate M.ra; il 28 a Villa Besana, Sirtori; 29 e 30 giugno a Campsirago Residenza, Colle Brianza.
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