Verona, un’Estate a Babilonia
Eppur si muove. C’è aria di novità nell’Estate Veronese, rassegna tra le più antiche e consolidate d’Italia ai nastri di partenza sabato 18 luglio con uno spettacolo che vede in scena Claudio Bisio in un testo realizzato assieme a Gigio Alberti, ispirato dal libro di Federico Baccorno, “Ma tu sei felice?” cuore dell’allestimento costruito e messo a punto durante il lockdown. Una delle novità sta dentro il cartellone di una quarantina di eventi pensato dal direttore artistico Carlo Mangolini, da questo anno alla guida della rassegna e che _ complice appunto le restrizioni per il Covid 19 _ è diventato, anche con tutte le regole, dal distanziamento sociale in primis, un qualcosa di singolare, una edizione quasi anomala nella tradizione di questa manifestazione di Verona dedicata in modo massiccio alla produzione che questo anno invece darà vita a una serie di eventi unici, dal teatro alla musica e la danza, tra la storica location del Teatro Romano e intriganti spazi come il Chiostro di Santa Eufemia e Forte Gisella. Per usare le parole di Mangolini la rassegna sarà “Un unicum che non si ripeterà mai più, un programma che non potrà essere paragonato a nient’altro, per la determinazione con cui abbiamo voluto farlo ma anche per le condizioni senza precedenti nelle quali siamo chiamati a realizzarlo”. Un segnale per ripartire insomma. Il programma è diviso in due blocchi: il primo dal 18 luglio al 7 di agosto e il secondo dal 1 di settembre andrà avanti sino al 21 dello stesso mese. La prima parte avrà una robusta sezione (presente però anche in quella settembrina) dedicata al festival intitolato a Shakespeare, che poi è anche la ragione fondante della rassegna nata settantadue anni fa per omaggiare proprio il Bardo che dedicò ben due opere alla città di Verona (“Due gentiluomini di Verona” e “Romeo e Giulietta”) e una seconda più libera battezzata “Classiche parole”. “Il corpo distillato” è il segmento dedicato alla danza che si completa poi con il cartello di Verona Jazz e le finestre di “Venerazioni” e “Rumours”.
Quello che emerge a una prima lettura del cartellone, diviso tra mainstream e salutari dosi di contemporaneo, è la voglia di favorire sperimentazioni anche difficili senza dare niente per scontato. Elementi questi che favoriscono la curiosità degli spettatori più accorti e solleticano la sensibilità di un pubblico giovanile sempre difficile da conquistare. Cartina di tornasole sarà l’evento “clou” atteso al teatro romano per l’11 settembre e che vedrà in scena due attori di forte popolarità come Paola Gassman e Ugo Pagliai nella tragedia shakespiriana “Giulietta e Romeo” diretti dai Babilonia Teatri, cioè una compagnia che da anni ha attraversato per oltre un decennio la scena contemporanea con allestimenti che hanno lasciato il segno. Il gruppo fondato da Enrico Castellani e Valeria Raimondi, premiati con riconoscimenti importanti, dall’Ubu (2009 e 2011 e diverse nomination in altri anni) al Leone d’Argento della Biennale di Venezia dove questo anno debutteranno con “Natura morta”, è insomma una realtà chiaramente connotata (nel loro sito si legge la massima: “Per un teatro pop, per un teatro rock, per un teatro punk”): il loro incontro con una delle più collaudate coppie del teatro italiano insomma promette scintille. E infatti annunciano come “il procedere dello spettacolo è dato da un continuo scivolare da Shakespeare ai suoi interpreti, dalle sue parole alle nostre divagazioni, le rotture sono continue, talvolta coerenti altre spiazzanti”. Insomma ci sono davvero tutti gli elementi per l’attesa e il suspense: la sensazione di qualcosa di coraggioso e inedito. “Giulietta e Romeo” è frutto di una coproduzione con lo Stabile di Bolzano e quello Veneto. Il “mood” fotografato per quest’opera, avventurandosi nella lettura del menù di questa Estate veronese numero 72, sembra comunque emergere qua e là, un buon auspicio che qualcosa di innovativo e interessante possa nascere per il futuro. Si annuncia anch’essa di forte di interesse, la prima nazionale, il 16 settembre de “L’amore segreto di Ofelia”, testo di Steven Berkoff che esplora il rapporto tra Amleto e Ofelia sullo sfondo delle vicende che si susseguono nel castello di Danimarca all’interno di un epistolario segreto. Regia di Chiara Lagani (Fanny Alexander). In scena Chiara Francini e Andrea Argentieri (Premio Ubu 2019).
Naturalmente, per rassicurare il pubblico più nazional popolare, non mancano di certo i “nomi”, quelli cioè che fanno la differenza di gradimento popolare. Stelle di sicuro richiamo cinematografico o televisivo. Non solo Bisio ma anche Isabella Ferrari, Paolo Rossi, Alessio Boni Sergio Rubini (e ce n’è anche per la musica: da Capossela a Paolo Fresu) etc… . Ecco qui gli appuntamenti con le date. Dopo “Ma tu sei felice?”, il 22 e 23 al Chiostro Sant’Eufemia per lo Stabile del Veneto, ventidue giovani attori dell’Accademia “Goldoni” diretti dal regista Giorgio Sangati si confronteranno ciascuno con un sonetto di Shakespeare. Due giorni dopo al teatro Romano c’è Isabella Ferrari con il monologo “Fedra” del poeta greco contemporaneo Ghiannis Ritsos. Il 31 luglio prima nazionale dello “Stand Up Shakespeare” di Paolo Rossi che rivisita a modo suo l’opera del drammaturgo di Stratford upon Avon. Sempre per il programma teatrale , la sera successiva al “Giulietta e Romeo” della coppia Gassman-Pagliai diretta dai Babilonia teatri, il 12 settembre, è la volta di “Fuga a tre voci”, drammaturgia e regia di Marco Tullio Giordana che, con musiche di Hans Werner Henz eseguite dal vivo da Giacomo Palazzesi, produzione Teatro di Dioniso, porta in scena il carteggio tra la poetessa Ingeborg Bachmann e il musicista H.W.Henz impersonati da Michela Cescon e Alessio Boni. Vanessa Scalera (la popolare Imma Tataranni televisiva) darà corpo e voce a “La storia di Re Lear” della scrittrice Melania Mazzucco il 15 settembre. Sergio Rubini invece, il 17 settembre è il protagonista unico, autore e interprete, della lettura scenica “Macbeth solo” con musiche originali di Nicola Jappelli elaborate da John Dowland ed eseguite alla chitarra da Giampaolo Bandini.
Completano il panorama teatrale una serie di appuntamenti del calendario realizzato dalle compagnie veronesi e che si apre il 20 luglio con “La bancarotta” di Carlo Goldoni, adattamento e regia di Matteo Spiazzi. Questi gli altri titoli: “Il Caso Mahler” di Eadm, regia di Marco Brogi (27 luglio), “Rivalsieri” di Modus/Orti erranti, prima nazionale il 28 luglio di e con Andrea Castelletti. Altra prima nazionale il 3 agosto, “Fake Shakespeare” di Andrea Da Manicor, regia Solimano Pontarollo. Punto in movimento va in scena il 5 agosto con “Molto rumore per nulla” regia di Roberto Totola. Isabella Caserta e Jana Balkan danno voce invece il 7 agosto a “Clitennestra” di Marguerite Yourcenar. Ippogrifo produzioni infine il 21 settembre presenta “Riccardo Perso” testo e regia di Alberto Rizzi.Più scontata la sezione musicale che punta sul sicuro dei nomi con un cartello abbastanza popeggiante. Tre gli appuntamenti di Verona jazz. Si apre il 1 settembre con l’istrionico trombonista Mauro Ottolini e la cantante Vanessa Tagliabue in “Swing Sing”. In quartetto due solisti di rispetto come il sassofonista Francesco Bearzatti e il pianista Paolo Birro. Il giorno dopo è la volta dello show “Tempo di Chet”, omaggio all’indimenticabile trombettista americano Chet Baker, con il trombettista Paolo Fresu.
In formazione Marco Bardoscia al contrabbasso e Dino Rubino al piano.Ultimo appuntamento il 6 settembre cono dei migliori pianisti italiani Enrico Pierannunzi che in trio rende un omaggio jazz a Fellini. Per la sezione “Rumours” in arrivo il 4 settembre Raphael Gualazzi, il 5 Vasco Brondi, il 7 è di scena il cantautore irpino Vinicio Capossela, mentre il 13 settembre è la volta di “Musica nuda” di e con Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Altro omaggio è quello reso alla cantante Mia Martini, il 20 settembre in “Buon Compleanno Mimì, se non canto vivo” con la cantante Stephanie Océan Ghizzoni, Daniele Rotunno al piano, Marco Pasetto al clarinetto, Enrico Terragnoli al basso e Anna Pasetto al violino. “The Death and The Iron Maiden” è un concerto che attraversa i secoli e gli stili da Schubert all’hard rock proposto il 26 luglio dal Quartetto dell’Orchestra Machiavelli.Di spicco e interessante qualità la sezione dedicata alla danza battezzata “Il corpo distillato” dove è attesa la prima nazionale, l’8 settembre, del nuovo lavoro di Ersilia Danza della coreografa Laura Corradi che presenterà “Andrà tutto bene”, coreografia allusiva al periodo di lockdown in cui è stato creato, con i danzatori Midori Watanabe, Carlotta Plebs, Alberto Munarin e Marco Mantovani.
La sera successiva, del 9 settembre spazio alla coreografa Camilla Monga con due proposte “Dire” e “Habitus” nate in collaborazione con il videoartista Lska (“Dire”) e la musicista e sound designer Federica Furlani (“Habitus”). In un’unica serata, il 10 settembre due lavori che sintetizzano al meglio il percorso dell’Associazione Zebra, struttura orizzontale che riunisce attorno alle coreografe Chiara Frigo e Silvia Gribaudi due protagoniste della danza contemporanea nazionale. La prima presenta “Himalaya drumming”, la seconda “R.Osa” con una straordinaria Claudia Marsicano. Cristiana Morganti, il 19 settembrecon l’accordo e il sostegno della Pina Bausch Foundation Wuppertal, in “Moving with Pina”,ripercorre la sua straordinaria esperienza a fianco di Pina Bausch a 11 anni dalla scomparsa della coreografa. Ancora tre appuntamenti con “Il corpo distillato”. Il 29 luglio con Juvenis Danzae in “Paddock”, coreografie di Lucia Salgarollo, il 30 luglio con Arte 3 d Sharing in “Diversamente in danza” di Marcella Galbusera e “Punti di singolarità” di Giorgia Panetto. E infine il 1 agosto “Giulietta e Romeo anime danzanti” con Elisa Cipriani e Luca Condello e le musiche eseguite al piano da Giannantonio Mutto, e Leonardo Sapere al violoncello.
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