Tra le grandi regioni italiane, il Veneto annovera il maggior numero di leggi per regolare, contenere e limitare il consumo di suolo. In tutto 11 dalla n. 28 del 23 aprile 1970 che disciplina l’edificazione in zone agricole e la tutela del suolo agricolo, alla 2 del 20 gennaio 2024 ‘Disposizioni transitorie sul consumo di suolo’, passando naturalmente per la madre di tutte le leggi in materia, la 14 del 6 giugno 2017 ‘Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo’ il cui ambizioso obiettivo è declamato al comma terzo dell’articolo 3: ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato per usi insediativi e infrastrutturali, in coerenza con l’obiettivo europeo di azzerarlo entro il 2050. Aggiungiamo un Piano territoriale regionale di coordinamento e svariate delibere e norme attuative ed ecco il risultato: il Veneto è la seconda regione per consumo di suolo in Italia, con una percentuale ormai portata a sfiorare il 12 per cento della superficie disponibile, ben al di sopra della media nazionale ferma al 7,12 per cento e dell’Unione europea, 4,2 per cento. Un dato molto vicino alla Lombardia che con il 12,16 per cento guida questa classifica. Giova ricordare, comunque, che la Lombardia conta il doppio degli abitanti del Veneto – 10 milioni e rotti contro meno di 5 milioni. E se, come sottolinea l’Ispra dal cui rapporto annuale 2023 abbiamo tratto queste informazioni, il consumo di suolo è strettamente legato alle dinamiche demografiche, sorprendono gli aumenti registrati in Veneto negli ultimi anni, a fronte di una calo della popolazione residente. ‘La relazione tra il consumo di suolo (+1.7% in Veneto negli ultimi 5 anni) e le dinamiche della popolazione (-0,7% nello stesso arco temporale)’ scrive l’Agenzia regionale per l’ambiente nel documento sul Consumo di suolo 2023 – ‘conferma il disallineamento tra la demografia e i processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione ed è un sintomo evidente della difficoltà di riconversione dell’edificato esistente. Si evidenzia che l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile prevede tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2030, quello di assicurare che il consumo di suolo non superi la crescita demografica’.
Nel Veneto, il consumo di suolo ha continuato a crescere nonostante l’emanazione della legge regionale 14/2017, mirata al suo contenimento e varata nell’anno in cui il consumo aveva raggiunto un picco di 1.137 ettari, più del doppio del Piemonte che con 537 ettari consumati risultava secondo nella classifica nazionale.
Infatti, nonostante un iniziale calo nel 2018 e 2019, il Veneto ha mantenuto un tasso di consumo di terreno piuttosto elevato negli ultimi anni, superando spesso i 700 ettari all’anno. Secondo Arpav le deroghe previste dalla normativa ne stanno impedendo una piena attuazione.
Tra i principali fattori che contribuiscono a questo consumo vi sono grandi opere infrastrutturali come la Superstrada Pedemontana Veneta e l’ampliamento della A4.
Il consumo reversibile, legato principalmente ai nuovi cantieri, è rimasto stabile tra 600 e 800 ettari annui, mentre quello irreversibile ha mostrato variazioni più significative, passando da un minimo di 350 ettari nel 2019 a oltre 600 ettari nel 2022.
Nel 2022 gli ettari consumati sono stati 1.026 contro 287 ripristinati, in pratica terreni rinaturalizzati, per un consumo netto di 739 ettari. Della superficie utilizzata per edilizia, logistica, industria e infrastrutture 660 ettari rientrano nelle categorie del consumo reversibile, di cui 605 ettari sono dovuti a cantieri in corso d’opera.
Sempre nello stesso anno, Arpav sottolinea come il Veneto detenga il più alto rapporto di superficie edificata pro capite (449 m²/ab) e si distingua come la regione con la maggior percentuale di suolo edificato, pari al 33,1per cento. Infine, l’11,3 per cento della superficie consumata si trova in prossimità di corpi idrici, anche qui uno dei tassi più elevati in Italia.
Non sorprende, dunque, come bastino i primi temporali di stagione per mandare sott’acqua ampie porzioni di territorio, altamente antropizzato anche nelle zone di campagna. È successo lo scorso fine settimana con gli acquazzoni che hanno allagato varie località dei Colli Euganei tra cui Monselice, nel Rodigino e nelle province di Venezia e Vicenza. Nulla, certo, in confronto a quanto accaduto nel maggio scorso con interi abitati finiti sott’acqua nel Vicentino, nel Trevigiano e nel Padovano.
Tuttavia va considerato che gli eventi meteo estremi sono in costante aumento, come ricorda Legambiente. In Veneto ne sono stati registrati oltre 100 dal 2010 al 2023 di cui 85 negli ultimi sei anni. Gli allagamenti sono propiziati anche da un terreno reso impermeabile da asfalto e cemento e incapace di assorbire le cosiddette ‘bombe d’acqua’, le precipitazioni con intensità superiore ai 100 millimetri per ora, che con frequenza ormai periodica si abbattono sul Veneto.
La vasta produzione normativa dei consiglieri regionali veneti, in conclusione, non sembra andare di pari passo con la reale volontà politica degli stessi. Maliziosamente, potrebbe essere classificata come retorica.
Per gli appassionati del genere, ecco l’elenco delle leggi Regionali sul Consumo di Suolo in Veneto (1970-2024):
Legge Regionale 23 aprile 1970, n. 28:
Disciplina l’edificazione in zone agricole e tutela il suolo agricolo.
Legge Regionale 27 giugno 1985, n. 61:
Introduce il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PRTC) con l’obiettivo di tutelare il paesaggio e il suolo.
Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11:
Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio, con attenzione al consumo di suolo.
Legge regionale 29 novembre 2013, n. 32:
Piano casa del Veneto
Il cosiddetto Piano Casa è stato prorogato e modificato più volte, e ha previsto diverse misure per incentivare l’ampliamento e la riqualificazione degli edifici esistenti. Anche se inizialmente orientato a favorire nuove costruzioni, successivamente ha introdotto meccanismi per promuovere la rigenerazione urbana e il recupero di edifici dismessi, riducendo la pressione sul consumo di suolo non urbanizzato.
Legge Regionale 16 marzo 2015, n. 4:
Norme per la disciplina dell’attività edilizia:
Incentiva il recupero del patrimonio edilizio già costruito, contribuendo alla riduzione della necessità di nuove edificazioni su suolo vergine.
Legge Regionale 6 giugno 2017, n. 14:
“Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo”:
Stabilisce la quantità massima di suolo consumabile nel territorio regionale.
Si pone l’obiettivo di consumo di suolo zero al 2050.
Introduce il sistema di perequazione urbanistica.
Promuove la rigenerazione urbana e il recupero di edifici esistenti.
Legge Regionale 30 novembre 2018, n. 33:
Modifiche alla legge regionale n. 14/2017:
Affina il sistema di perequazione urbanistica.
Introduce nuove misure per il contenimento del consumo di suolo.
Legge regionale 4 novembre 2019, n. 50:
Norme per la riqualificazione urbana e territoriale
Introduce ulteriori misure per incentivare la riqualificazione urbana e territoriale, con particolare attenzione alla rigenerazione degli spazi urbani dismessi o degradati. Gli strumenti di pianificazione vengono aggiornati per integrare il principio di consumo di suolo zero e per promuovere interventi di recupero nelle aree già urbanizzate.
Legge Regionale 22 dicembre 2020, n. 28:
“Norme per la tutela e la valorizzazione del paesaggio Veneto”:
Integra la legge regionale n. 14/2017 con disposizioni specifiche per la tutela del paesaggio.
Legge Regionale 28 dicembre 2022, n. 46:
“Interventi per la rigenerazione urbana e territoriale”:
Promuove il recupero e la riqualificazione di aree urbane degradate.
Incentiva la rigenerazione urbana come alternativa al consumo di suolo.
Legge Regionale 30 gennaio 2024, n. 2:
Variazioni delle circoscrizioni territoriali dei Comuni di Arsiero e di Laghi della Provincia di Vicenza.
Contiene disposizioni transitorie in materia di consumo di suolo.
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.