Il sussidistan non ammette fallimenti. Le aziende sono postifici

15 Gennaio 2021

Con 19 aerei inutilizzati da dieci mesi la compagnia aerea Norwegian Air nel disperato tentativo di salvarsi ha deciso di chiudere il settore del lungo raggio e di concentrarsi sulle rotte europee. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione della compagnia il 14 gennaio annunciando di aver avviato le procedure fallimentari per le società controllate in Italia, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. I sindacati italiani hanno vivacemente protestato – “decisione inammissibile”, come dipendesse da loro e sgridato i vertici della compagnia per non aver considerato il ‘generoso welfare’ del sussidistan, ovvero l’Italia. Del resto, ci si chiede, se il contribuente pubblico sta mantenendo in vita Alitalia a suon di miliardi, perché negare gli spiccioli (qualche decina di milioni al massimo) per ‘tutelare’ i lavoratori di Norwegian?

Delle difficoltà di Norwegian e del claudicante modello low cost applicato alle rotte transcontinentali ne avevamo già scritto una paio di anni fa. Del resto quello è un segmento prevalentemente business in particolare tra Europa e Nord America e chi deve lavorare nelle sei, otto o undici ore di volo, o riposare per una riunione importante a un’ora dallo sbarco, non sta a guardare se risparmia 50 euro. Anche perché, in molti casi, quelli sono biglietti acquistati a ridosso della partenza e dunque con scarse possibilità di evitare la tariffa piena, qualunque essa sia.

La pandemia e le restrizioni ai viaggi internazionali hanno ulteriormente ridotto il già ristretto bacino di utenza della compagnia europea costringendo i suoi amministratori a fare atto di realtà. Poi, certo, il comunicato stampa prova a raccontare una storia di crescita, ma resta il fatto che la via per la salvezza e per non chiudere i battenti è davvero stretta e passa inevitabilmente dal taglio dei voli in perdita, cioè quelli intercontinentali.

Di seguito un estratto del comunicato Norwegian del 14 gennaio.

Il Consiglio di amministrazione di Norwegian ha delineato oggi una struttura aziendale semplificata e una rete di rotte a corto raggio dedicata. Con questo piano, Norwegian può costruire un’azienda solida e solida che attirerà investitori e continuerà a servire clienti nuovi ed esistenti.

“La nostra rete a corto raggio è sempre stata la spina dorsale di Norwegian e costituirà la base di un futuro modello di business resiliente”, ha affermato Jacob Schram, CEO di Norwegian.

Il piano attuale è quello di servire questi mercati con circa 50 velivoli a fusoliera stretta in funzione nel 2021 e di aumentare tale numero a circa 70 velivoli nel 2022. Inoltre, Norwegian punta a ridurre significativamente il proprio debito a circa 20 miliardi di Nok (1,94 miliardi di euro ndr) e ad aumentare il valore di 4 – 5 miliardi di Nok di nuovo capitale attraverso una combinazione di un’emissione di diritti agli attuali azionisti, un collocamento privato e uno strumento ibrido. L’azienda ha riscosso concreto interesse per la partecipazione al private placement. Norwegian ha recentemente riavviato un dialogo con il governo norvegese sulla possibile partecipazione dello Stato sulla base del nuovo piano aziendale.

La pandemia COVID-19 ha colpito profondamente l’intera industria dell’aviazione. Le restrizioni di viaggio continuano a influenzare negativamente la domanda di viaggi a lungo raggio e l’intera flotta di Boeing 787 di Norwegian è a terra da marzo 2020. La domanda futura rimane altamente incerta. In queste circostanze, scrivono gli amministratori della compagnia

un’operazione a lungo raggio non è fattibile per Norwegian e queste operazioni non continueranno.

Chi invece non si arrende ai numeri sono i sindacati italiani di settore. Non sorprende in un paese dove il mercato viene progressivamente sostituito dagli aiuti di stato e le imprese sono intese come postifici. Più che tendere al profitto e alla sostenibilità economica devono assicurare lavoro, pazienza se improduttivo, basta che assicuri un pasto e pace sociale.

Apprendiamo dai vertici di Norwegian che per la sopravvivenza della compagnia è stato deciso lo stop di tutte le operazioni di Lungo Raggio su base internazionale, mantenendo un operativo di solo Medio Raggio con 55 aerei nel 2021 che saranno incrementati a 75 nel 2022″.

scrivono in una dichiarazione congiunta Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.

Tenuto conto che il sistema degli ammortizzatori sociali in essere nel nostro Paese, a differenza di altri, risulta offrire validissime alternative alla semplice, affrettata e poco conveniente decisione di cessare le attività industriali in Italia, chiediamo alla Compagnia di valutare congiuntamente ogni eventuale azione futura per non disperdere il patrimonio di alte professionalità rappresentate dagli oltre 300 dipendenti basati a Roma

dicono ancora Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.

Piloti e Assistenti di Volo costituiscono una preziosa risorsa per ripartire anche nel settore di Medio Raggio, e ciò rappresenterebbe un enorme valore aggiunto al futuro assetto industriale della Compagnia

proseguono in una nota ricordando come attualmente le leggi nazionali vietano i licenziamenti collettivi fino al 31 Marzo e che

non verranno accettate ipotesi drastiche.

Staremo a vedere se i 300 dipendenti di Norwegian saranno assicurati da una rete statale o troveranno un altro impiego se la domanda di viaggi torna a crescere velocemente con il vaccino, come sostengono le sigle sindacali. Nel qual caso, i voli di Norwegian saranno facilmente sostituiti da altro vettore e piloti e assistenti di volo e di terra non avranno difficoltà a ricollocarsi senza per forza attingere alle esangui casse statali.

Nel frattempo la compagnia ha assicurato di contattare i passeggeri con prenotazioni già fatte per procedere a un rapido rimborso.

In copertina: aereo Norwegian in atterraggio a Gatwick (foto kit Suman)

TAG: mercato, Norwegian Air, sindacati
CAT: trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus)

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