Passeggeri fai da te? Ahi Ahi arriva milleproroghe. Anzi no!

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23 Febbraio 2017

C’era una volta la cura del ferro, poi (s)venne la TAV, now ther’is a new philosophy: bus low cost. Ottima soluzione se non fosse arrivato, il provvedimento mille proroghe che autorizza sulle tratte interregionali solo i raggruppamenti di imprese guidati da “operatori economici la cui attività principale è il trasporto di passeggeri su strada”. In pratica escluderebbe dal mercato italiano la start-up tedesca Flixbus, piattaforma online. Al momento in cui scriviamo sembra profilarsi un emendamento che escluda penalizzazioni e che non renda il milleproroghe un provvedimento contra aziendam. Tutti i particolari in cronaca.

All’ANSA l’AD di Flixbus Andrea Incondi così dichiara: “Siamo stati di fronte ad un attacco molto molto grave, una norma anti FlixBus portata avanti dai poteri forti e dalle lobby che cercano di fermare l’innovazione”, spiega Incondi in un’intervista all’ANSA. Quella norma mette infatti a rischio il servizio di questa start up di autobus a lunga percorrenza che è stata fondata in Germania nel 2011 e in Italia, dove opera dal luglio 2015, raggiunge 120 città (collegandole con 1000 destinazioni europee) conta 3 milioni di passeggeri, 150 autobus in giro per il Paese, 50 aziende italiane di bus partner, e un indotto di 7-10 persone per autobus che ha generato circa 1000 posti di lavoro. L’emendamento anti FlixBus agisce “sul nostro modello di business,basato sulla collaborazione tra FlixBus, da una parte, che si occupa di tratte, piattaforma di vendita, gestione della app, customer care e servizio, e dall’altra una rete di aziende di autobus diffuse sul territorio che svolgono il servizio: un modello legale in tutta Europa – puntualizza Incondi – ma quell’emendamento interviene a livello legislativo incidendo sul processo per l’ottenimento delle licenze, con il rischio di non poter più operare in Italia”.

I retroscena vanno spiegati con la mappa dei servizi regionali ed interregionali con bus. E così si va a vedere l’ANAV, Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori che racchiude le principali società del settore. E lo stesso sito che ci spiega chi sono: “Sono oltre 550 le imprese associate ad ANAV attive nei tre segmenti del trasporto pubblico locale, del noleggio autobus con conducente e delle autolinee nazionali ed internazionali di lunga percorrenza. Tre settori di grande rilievo economico, occupazionale e sociale che complessivamente generano ogni anno più di 10 miliardi di euro di fatturato e trasportano circa 4 miliardi di passeggeri per oltre 3 miliardi di chilometri di percorrenze, attraverso 78.000 autobus e con oltre 120.000 addetti: numeri che ANAV rappresenta per circa il 40% e che fanno dell’Associazione un attore primario del trasporto di persone con autobus.” E questi numeri contrastano la vecchia sana politica del ferro che doveva attrarre sulle Ferrovie gran parte dei milioni di passeggeri compresi i pendolari (Fig.1). Molte compagnie sono note: Morozzi che serve la Puglia e dintorni, BusCenter capofila della flotta Scelfo, capitanata dal Cav. del Lavoro Alessandro Scelfo, sostanziale monopolista dei trasporti da e per la Sicilia.

In questo contesto italiano dove si dividono equamente il mercato, le aziende entrano in concorrenza con Megabus, società a capitale inglese e Flixbus a capitale tedesco per le lunghe tratte europee. Autobus nuovi, puliti all’avanguardia, filtri del ricambio aereo efficienti  mentre le nostre aziende per lo più presentano una flotta ed un parco bus decrepito infarcito di Euro 0-1-2. Fig.2

Molti i sussidi regionali quali quelli della Regione Sicilia che garantisce alla BusCenter ( Sais, il gruppo aziendale SAIS trasporti inglobando anche Gallo srl, T.U.A, Giamporcaro, SARP Etna etc) 1 € a km. La Bus Center di Scelfo dichiara una percorrenza di 15 milioni di km, quindi 15 milioni di euro. Un vero e proprio cartello-galassia in cui gravita il gruppo aziendale SAIS trasporti inglobando anche Gallo srl, T.U.A, Giamporcaro, SARP, Etna trasporti,Interbus, Segesta.

La concorrenza estera aveva messo in crisi il mercato italiano? Certamente, per novità e capillarità dell’offerta per la rete che investiva numerose città italiane tagliate fuori dalle grandi direttrici viarie e ferroviari, basti pensare la costa tirrenica fino alla Toscana e quella adriatica.
La novità dei consorzi esteri sta nel fatto che le direttrici ormai storiche, quelle che avrebbero dovuto essere di sostanziale servizio ferroviario, le direttrici Van Miert in buona parte sono rimaste lettera morta e comunque avrebbero escluso alcune aree molto importanti come i Balcani, e il tripode Mediterraneo (Spagna, Grecia ed in parte Italia), http://www.glistatigenerali.com/inquinamento_macroeconomia/karel-van-miert-il-profeta-della-vera-unione-europea/

Senza sovvenzioni regionali, ma affrontando il libero mercato il consorzio Flixbus ha reso un ottimo servizio e per questo stava per essere liquidato.L’Unione fa la forza indipendentemente dalla Brexit. In data 30 giugno 2016 i due colossi Megabus e Flixbus si fondono sotto le insegne tedesche, acquisendo anche le tratte da e verso il Regno Unito. Si totalizzano circa 100 mila collegamenti giornalieri nell’Europa Occidentale per dare l’assalto poi nel futuro verso est. Insomma un colosso da fermare con un mille proroghe. Per fortuna i passeggeri potranno contare sulle mille svolte della politica italiana.

 

TAG: bus, Milleproroghe, trasporti europei
CAT: trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus), Turismo

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