Lorenzo
Ravaglia

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Sono nato nel 1982. Vivo a Ravenna. Prima Milano, Parigi e Salvador de Bahia. Dal 2015 sono tetraplegico. Oggi combatto, mi indigno, rido, soffro e penso. Tiro a campare. https://www.projetoaxe.org/

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Ultimi commenti

Pubblicato il 01/09/2015

in: L'Israele di Netanyahu e i fantasmi dell’apartheid denunciati da Burston

Il sionismo è un moimento complesso e ricco di sfumature. la voce "sionismo" curata da Segre per Treccani è una bella introduzione e questa complessità. La concezione del Likud è comunque maggiortaria e governa il paese da molto, troppo, tempo. In questo senso la sua domanda è molto sensata. Pare che non vi siamo alternative. [...] Ma invece esistono.

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Pubblicato il 01/09/2015

in: L'Israele di Netanyahu e i fantasmi dell’apartheid denunciati da Burston

Hai ragione. Senza dubbio è una grossolana semplificazione. Infatti ho scritto "rivali concezioni dell'islam". La maggior parte di queste mi pare però siano accomunate da un certo odio nei confronti di Israele. Anche gli odi sono diversi, non tutti fanno attentati, chiaro. Comunque rimane il fatto che parlare di Islam non da ragione di una [...] realtà complessa e disomogenea.

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Pubblicato il 31/03/2015

in: Dovendo proprio scegliere tra Arabia Saudita e Iran

Non capisco proprio cosa tu voglia dire in questo pezzo. Mi sembra che ci siamo varie inesattezze in quello che scrivi. la piugrande è questa: "Iran è un regime occupato a sopravvivere e a farsi i fatti suoi", ti sbagli di grosso: Iran finanzia gruppi terroristici da molti anni (hamas, hazbollah, al queida), quindi [...] è complice negli attenatati che questi organizzano; finanzia Assad e lo sterminio che sta mettendo in atto; è impegnato in Iraq a favore del governo di Baghdad; si batte su tutti i fronti contro ISIS; è da sempre impegnato in una lotta geopolica contro israele e cerca di estendere il controllo politico fuori dai suoi confini a questo fine; ha organizzato attentati negli usa; contro gli usa è da sempre schierato a livello diplomatico e militare. Se questo è farsi i fatti propri... cosa centra tutto questo con il comprare il Manchester City?

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Pubblicato il 03/11/2014

in: La scuola non serve a lavorare, ma ad imparare. Ricordiamocelo

Andrea, sono d'accordo con te. Infatti parlo di una tradizione progressista, individuandone i capisaldi (certo troppo sbrigativamente) in autori come Dewey, e poi parlo di interpretazione semplicistica della stessa. Forse hai ragione tu, sarebe meglio dire interpretazione radicale. Certo, non bisogna esasperare la specializzazione nella trasmissione dei contenuti. In questo ha un ruolo fondamentale la [...] preaprazione pedagogica dei docenti e la loro capacità di dialogare come "squadra" al fine di proporre un percorso che non sia parcellizato ma, anzi, riesca a far scorgere delle possibilità di connessione fra i saperi. Nel tuo articolo infatti sottolinei l'importanza del far lavorare i docenti in maniera stabile. Per quello che riguarda la formazione di terso grado: è certo una prospettiva molto più generalizzata ma porta molto debolmente ad una reale mobilità sociale. I contesti di partenza economici e culturali di certe regioni (penso al sud chiaramente) "bloccano" i ragazzi nel proseguimento di studi. In breve: è certo che la buona istruzione (sopratutto di terzo grado, poichè quella di secondo, come tu dici, è sopratutto preparazione a quella di terzo) sia uno dei tanti fattori produttivi della crescita economica di un paese; ma è vero anche l'opposto: senza le condizioni economiche e sociali favorevoli i ragazzi, anche se la scuola dell'obbligo è gratuita e raggiungono risultati ottimi, tendono a non proseguire gli studi e rimanere nella condizione socio-economica della loro famiglia. Grazie per il commento. Un saluto

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