Rating di Legalità: la marcia in più per le imprese

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8 Agosto 2017

Il Rating di Legalità nasce per promuovere i comportamenti legali, etici e trasparenti delle organizzazioni imprenditoriali, uno specifico Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del febbraio 2014, individua sia specifiche premialità, che banche e Pubbliche amministrazioni devono concedere alle imprese dotate di rating, sia una apposita relazione che gli istituti di credito devono comunicare adeguatamente attraverso il proprio sito internet.

Il Rating di Legalità è uno strumento introdotto nel novembre 2012 dall’AGCM con un apposito Regolamento, in collaborazione con i Ministeri della Giustizia e dell’Interno,ed è entrato in vigore dal 2 gennaio2013.

Lo scopo del Rating è quello di promuovere in Italia i principi di legalità ed eticità nei comportamenti aziendali e di contrastare il serio problema relativo al fenomeno dell’economia sommersa (oltre il 12% del PIL nazionale secondo l’Istat), premiando le organizzazioni trasparenti e sane, non solo dal punto di vista economico-finanziario e di compliance alla legge, ma anche per quanto attiene ad iniziative che vanno “al di là” degli obblighi di legge, come ad esempio l’applicazione di strumenti appartenenti alla responsabilità sociale d’impresa, il controllo e la gestione di diverse tipologie di rischi, tra cui quelli legati a fenomeni corruttivi.

Il Rating di Legalità, ottenuto dall’impresa, si traduce in benefici concreti, equivalenti a migliori possibilità di accesso al credito all’atto dell’assegnazione di bandi o contributi pubblici.

Il Rating di Legalità può essere attribuito ad ogni tipo di impresa che ne faccia richiesta, sia essa in forma collettiva o individuale, purché:

•         avente sede operativa nel territorio nazionale;

•         con un fatturato minimo di 2 milioni di euro  nell’anno precedente alla richiesta di rating;

•         sia iscritta al registro delle imprese da almeno due anni alla data della richiesta di attribuzione del Rating.

I benefici del Rating di Legalità
Il meccanismo del Rating può essere paragonato ad una pagella: il punteggio che può essere assegnato all’impresa varia da una stella a tre stelle.

In base al Decreto MEF-MISE del 20 febbraio 2014, n. 57, un’impresa che ottiene il Rating ha accesso ad una serie di benefici concreti, che si traducono in migliori possibilità di accesso al credito e in migliori condizioni in sede di assegnazione di bandi o contributi pubblici.

Per quanto riguarda le PA, infatti, il suddetto Decreto prevede che esse debbano tenere conto delle imprese in possesso di Rating all’atto dell’emanazione di bandi o della concessione di finanziamenti, attraverso sistemi di premialità, quali:

•         la preferenza in graduatoria;

•         l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo;

•         la riserva di una quota delle risorse finanziarie allocate.

Il Regolamento suddetto chiarisce, inoltre, le modalità con cui le banche devono tenereconto del Rating, quando un’impresa chiede loro un finanziamento. In questo caso, i benefici per l’organizzazione si traducono in un migliore accesso al credito, dal momento che il Rating viene tenuto in conto dalle banche in sede di istruttoria per la concessione del finanziamento,implicando:

•         una riduzione dei tempi e dei relativi costi;

•         una variabile nella determinazione delle condizioni economiche di erogazione.

Da una ricognizione dei siti delle banche oggetto della ricerca, è emerso che il termine “Rating di Legalità” è presente nel 50% dei casi all’interno del sito web degli istituti di credito, o all’interno di documenti e altro materiale scaricabile.

Inoltre gli istituti di credito non hanno pienamente recepito le indicazioni che derivano dal DecretoMEF-MISE n. 57/2014 in tema di obblighi da rispettare ed agevolazioni da offrire alle imprese dotate di Rating di Legalità e che hanno adottato e formalizzato un’apposita procedura per tenere conto del Rating. Non vengono indicate le tipologie di premialità concesse, né sono presenti dati quantitativi sul numero di imprese in possesso del Rating che sono state agevolate.

Le banche devono formalizzare procedure interne per disciplinare l’utilizzo del Rating di Legalità e trasmettere alla Banca d’Italia una dettagliata relazione annuale sui casi in cui il Rating di Legalità non ha influito sui tempi e sui costi di istruttoria o sulle condizioni economiche di erogazione.

Il Rating di Legalità si profila come un interessante strumento, voluto dal legislatore italiano,che le imprese possono ottenere per comunicare al mercato, ai partner e in genere a tutti i propri stakeholder, il possesso di requisiti normativi e comportamenti responsabili, per migliorare il livello della propria reputazione e potenziare la propria immagine.

Senza dubbio, costituisce un mezzo importante per innescare, attraverso premialità riconosciute dalla legge, processi virtuosi di rispetto della legalità e di principi etici, che traguardano i meri obblighi normativi.

Una patente di legalità per le imprese italiane
Nell’attuale contesto sociale ed economico, strumenti come il Rating di Legalità, e più  in generale buone pratiche di responsabilità sociale d’impresa, rappresentano la volontà di dare credito contribuendo da un lato a promuovere una crescita economica più sostenibile e, dall’altro, ad arginare il fenomeno della criminalità organizzata: in tal modo, si favorisce la creazione di liquidità pulita, incentivando la legalità.

Nel Rating si può, in particolare, individuare un mezzo utile a tutelare e a favorire le imprese virtuose in questo frangente critico, caratterizzato da una difficoltà di accesso ai finanziamenti, poiché consente loro di ottenere una migliore bancabilità e, conseguentemente,continuare l’attività mantenendo il controllo delle commesse e dei mercati, senza entrare in contatto con reti illegali e togliendo spazio all’economia distorta.

Al momento, la sfida più grande è rappresentata dalla necessità di divulgare con ritrovato vigore l’idea che il rispetto della legalità non sia soltanto un valore etico, ma una scelta conveniente anche dal punto di vista economico-imprenditoriale: l’accesso al credito da parte delle imprese che perseguono elevati standard di legalità è indubbiamente agevolato e, rispettando le regole, le aziende entrano in un circuito virtuoso in grado di avvantaggiarle economicamente, salvaguardando il loro know-how, i lavoratori ed i mercati, in linea con una visione competitiva del fare impresa.

È il Modello 231 a rappresentare il preludio al Rating di Legalità, promuovendo un’idea di impresa incentrata sulla legalità e prevedendo, all’atto dell’applicazione, benefici concreti per l’azienda quali l’esonero dalla responsabilità in caso di illecito amministrativo, nonchè un miglioramento dell’immagine aziendale e della comunicazione interna.  Anche questo strumento è finalizzato alla valorizzazione delle realtà virtuose e dimostra che la cultura della legalità e della trasparenza sono primi passi già realizzati; ora è necessario proseguire perché i benefici, concessi alle imprese dotate di Rating di Legalità e previsti dalla legge, siano interiorizzati e comunicati in modo più omogeneo e diffuso dal settore italiano del credito.

(In collaborazione con il dott. Andrea Casadei – BILANCIARSI:Formazione e Consulenza)

TAG: andrea casadei, finanziamenti, governo, Lavoro, monica mandico, rating di legalità, responsabilità sociale d'impresa
CAT: economia civile, PMI

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