Sottomissione volontaria di Lena Andersson: storia di un’ossessione

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23 Gennaio 2017

Forza e capacità destano ammirazione ma non amore. È la fallibilità dell’essere umano a ispirare amore. Ma la fallibilità non basta. È necessario che sia completata da autonomia e obiettività circa se stessi.

La casa editrice E/O ci regala una chicca. Parliamo di Sottomissione volontaria, romanzo di Lena Andersson, scrittrice e giornalista svedese, classe 1970, tradotta da Carmen Giorgetti Cima. Con una scrittura leggera e saettante, la Andersson delinea la storia di un’ossessione. Un libro che si legge facile ma che brucia tra le mani per verità e capacità di inchiodare il lettore. Non esistono momenti di stanca nella narrazione, che procede serrata, fino a definire la dipendenza psicologica ed emotiva di una donna infatuata di un uomo. Siamo a Stoccolma. Ester – trent’anni, un compagno, una carriera da saggista, numerose collaborazioni giornalistiche – riceve l’incarico di tenere una conferenza su un arista molto apprezzato, Hugo Rask. La proposta della conferenza la spinge a studiare, ad approfondire su un visionario che lei ritiene già un genio dell’arte. La conferenza è un successo: Ester traccia un profilo impeccabile dell’artista, suscitando in lui compiacimento e stupore. Com’è possibile che una perfetta estranea, per quanto scrupolosa, lo abbia spiegato così bene? In questa combinazione di eventi la fame intellettuale di Ester trova di che nutrirsi. Si accendono i sensi, la fantasia. Ester si convince che tra lei e Hugo ci sia un’affinità che vale la pena esplorare. Si prende una fissazione. Per Ester l’incontro con Rask segna un confine e lo valica in preda ad una febbre, con in mente la stessa immagine: Hugo e lei, lei e Hugo. Capitolo dopo capitolo entriamo nella testa di Ester, viviamo il suo capriccio, il suo sconfinamento.

“Eppure era ripetutamente costretta a prendere atto che le parole rimanevano un’approssimazione. E così pure il pensiero, che sebbene costituito da impressioni ed espressioni sistematizzate, non era così affidabile come voleva far credere. Lo iato spaventoso tra pensiero e parola, volontà ed espressione, realtà e irrealtà, insieme con quanto cresce in questi spazi vuoti, è ciò di cui tratta questo racconto”.

Riscopriamo, nel caso l’avessimo dimenticato, che la percezione del reale è soggettiva, che due esseri umani possono intendere gli stessi gesti, le stesse situazioni in maniera diversa e che un’attrazione fisica può restare fine a se stessa, senza coinvolgimenti, senza pretese. L’intrigo del romanzo sta nel rappresentare elucubrazioni mentali, rapide e ineffabili, che di solito taciamo. Un romanzo che potrebbe persino passare per un saggio narrativo sulla deriva di un sentimento, ma non lo è in senso stretto. L’autrice ha dichiarato che per scrivere questo libro si è documentata molto sugli effetti degli amori non corrisposti, sui capricci che non mollano e si ingigantiscono, che ha fatto appello a tutto quello sapeva per esperienza diretta sull’argomento. Sottomissione volontaria è la prima opera della Andersson ad essere stata tradotta nel nostro paese. Il libro più recente di Lena Andersson si intitola Allvarligt talat (Detto seriamente, 2015) ed è basato su un programma radiofonico condotto con altri scrittori su tematiche dell’esistenza.

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TAG: lena andersson, sottomissione volontaria
CAT: Letteratura

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