Alfabeto Scissione

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18 Novembre 2014

Ogni lettera, un significato: dalla A alla Z (senza la J di Jobs Act), l’alfabeto aiuta a ripercorrere protagonisti e idee della possibile scissione nel Pd a trazione renziana.

A di Articolo 18. La sua difesa è la madre di tutte le battaglie, che (nonostante molti fingano di non sapere) è stata già persa con la riforma Fornero. Quella legge ha (quasi) abolito il tanto discusso Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

B di Berlinguer. Un grande classico della sinistra italiana: il richiamo allo storico leader del Partito comunista e ai suoi valori che, oggi (ma sicuro solo oggi?) sembrano accatastati nel dimenticatoio.

C di Camusso. Porta addosso il fardello di aver permesso l’eliminazione, pardon il depotenziamento, dell’Articolo 18 (vedi voce A). Così, per evitare il “giudizio della storia” ha indossato i panni della condottiera anti renziana.

D di Diritti. Una parola prezzemolo che può guarnire qualsiasi portata: diritti ai lavoratori, diritti civili, diritti agli immigrati. Ma anche diritto (dei cittadini) a chiedere: come declinare nella realtà tutte queste richieste?

E di Euro. Con il ritorno a sinistra, quella di lotta, la difesa dell’euro non è più necessaria, perché in fondo in molti non lo amano. Neppure dopo che Salvini ha paragonato l’Unione europea all’Unione Sovietica.

F di Fabbriche. La sinistra vuole ripartire dagli operai, affinché il loro voto possa abbandonare lidi di destra (il forzaleghismo) o populisti (l’infatuazione grillina). Ma attenzione, tra delocalizzazioni e chiusure, bisogna fare in modo che ci sia ancora qualche fabbrica in giro per l’Italia.

G di Giovani. Un altro genere letterario della politica italiana. Ma molti tra questi giovani, che nel frattempo invecchiano, preferirebbero qualche politica di tutela invece di un nuovo partito.

H di Hasta (la victoria siempre). Nel catalogo dei nuovi slogan, cosa c’è di meglio del repertorio classico che evoca il “Che”?

I di Identità. Il ritorno a un partito di sinistra identitario, con vessilli, simboli e rituali ben precisi. Un modo rassicurante per cambiare tutto affinché la sinistra non cambi.

L di Landini. Da una vita nel sindacato, per molti è l’homo novus della sinistra. Di sicuro ha la stima di tanti, a sinistra e non solo. Quindi Landini come Leader?

M di Massimo. Se si parla di scissione, un dubbio affiora: cosa farà il Lìder Maximo? Così ritorna in mente la storica battuta di Nanni Moretti: “D’Alema di’ qualcosa di sinistra”. E cosa c’è “più di sinistra” di una scissione?

N di Nostalgia. Un sentimento che scalda i cuori di molti anti renziani di sinistra. L’operazione scissione vede sventolare di nuovo la bandiera rossa. Che molto probabilmente non trionferà neppure questa volta.

O di Occupazione. Non solo nel senso di lavoro, ossia di indice di occupazione, ma anche di occupazione delle fabbriche (vedi voce F) evocata da Landini (vedi voce L).

P di Pippo. Che sta per Civati, prima alleato e ora nemico giurato di Renzi. Non vedremo scenate tipo “Che fai, mi cacci?” (copyright Berlusconi/Fini), perché Renzi attende che sia Pippo a svoltare a sinistra.

Q di Questione (morale). Il ricordo di una stagione andata (vedi voce B) con tante battaglie (spesso perse) portate avanti. La nuova sinistra vorrebbe ripartire da quel punto, perché la questione morale non c’è più: la corruzione resta, eccome.

R di Rischio. Quello che corrono i protagonisti della (possibile) scissione. Qualcuno ricorda le sigle Fli e Api, giusto per dirne due?

S di Silvio. Si potrebbe dire “S” di Scissione, ma è più interessante parlare di lui, Silvio. Si sente l’assenza del collante che teneva insieme il bipolarismo. Insomma tra i compagni d’un tempo si potrebbe dire: “Quando c’era lui, eravamo tutti più o meno di sinistra”.

T di Tsipras. Il modello da imitare: in Grecia vola nei sondaggi, tanto che il suo partito potrebbe ottenere la maggioranza relativa alle prossime elezioni. La frase “faremo la fine della Grecia”, per la sinistra nostrana è quasi un buon auspicio.

U di Unità. Nel senso di Festa de l’Unità, ma non di unità politica. Quella a sinistra resta sempre irrealizzabile. Un Sol dell’Avvenir che non sorge, insomma.

V di Vendola. Ormai in “esilio” politico in Puglia, non ha più l’appeal di un tempo. È stato tra i primi a chiedere un cantiere a sinistra, dopo tante dolorose partenze da Sel potrebbe ritagliarsi uno spazietto nel panorama nazionale. Ma senza Fabbriche di Nichi (se qualcuno le ricorda ancora).

Z di Zeitgeist. Tradotto vuol dire “spirito del tempo”. La scissione lo interpreta? Oppure è solo… (vedi voce N)?

TAG: camusso, civati, Landini, Pd, scissione, sinistra
CAT: Partiti e politici

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