Medicina

Brindisi: importante confronto sui temi più scottanti dell’infettivologia al Congresso regionale SIMIT

Autorevoli specialisti di malattie infettive di Puglia e Basilicata e nomi di rilievo nazionale hanno portato il loro contributo riguardo le sfide costanti della ricerca medica. Abbiamo intervistato la Dottoressa Barbara Farneti dell’Ospedale Antonio Perrino di Brindisi

12 Maggio 2025

Brindisi– Lo Scorso 9 e 10 maggio presso il Grande Albergo Internazionale di Brindisi, nel cuore del Salento, si è svolto il Congresso Regionale SIMIT  (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) della Sezione Appulo-lucana, occasione di una importante discussione ed aggiornamento sui temi scottanti dell’Infettivologia e sulle nuove prospettive della ricerca medica.

Sotto la presidenza congressuale del Dott. Salvatore Minniti, Direttore dell ‘ U. O. di Malattie Infettive dell’Ospedale Antonio Perrino di Brindisi e della presidente SIMIT della Sezione Appulo-lucana, la Prof.ssa Annalisa Saracino, Direttore della U.O. Clinica di Malattie Infettive e Tropicali del Policlinico di Bari, i più autorevoli specialisti infettivologi pugliesi e lucani, ma anche nomi di rilievo nazionale, hanno portato il proprio contributo riguardo le sfide più controverse cui la scienza è chiamata a dare risposte concrete.

Il Convegno, ha approfondito in maniera capillare non solo argomenti centrali nell’ambito delle malattie infettive, quali le epatiti virali e l’HIV per esempio, illustrando certamente i risultati brillanti che sono già stati conseguiti, ma ha dato anche modo di focalizzare l’attenzione sulla necessità di effettuare scelte programmatiche e strategiche di prevenzione, avendo cura di nutrire adeguatamente la leale collaborazione tra varie branche specialistiche, per offrire al paziente un valido e duraturo approccio multidisciplinare, specialmente per quanto concerne le infezioni da MDR (Multi-Drug Resistant) , ovvero da multiorganismi resistenti, puntando al miglioramento sostanziale ed improcrastinabile di un servizio territoriale efficiente e strutturato adeguatamente, per consentire ai pazienti di proseguire i trattamenti terapeutici del caso, non solo ed esclusivamente in regime di ricovero ospedaliero.

L’occasione ha fatto registrare relazioni pregevoli degli esperti intervenuti sui migliori strumenti clinici, diagnostici e terapeutici a disposizione inerentemente alle principali arbovirosi emergenti ed alla patologia tubercolare, che pare stia riemergendo in modo prepotente su tutto il nostro territorio. Al termine dei lavori, i vari professionisti provenienti da diversi centri ospedalieri ed universitari della regione Appulo-lucana hanno dato vita ad una interessante tavola rotonda, dove sono state avanzate diverse proposte programmatiche per provare a superare le criticità croniche di carattere logistico, organico e tecnologico, per una omogeneità assistenziale nelle aree geografiche interessate.

Nello specifico, nella prima giornata di lavori, lo scorso 9 maggio, dopo i saluti iniziali rispettivamente del Dott. Arturo Oliva, Presidente OMCeO di Brindisi, del Dott. Maurizio De Nuccio, Direttore Generale della ASL di Brindisi, del Dott. Vincenzo Gigantelli, Direttore Sanitario ASL di Brindisi e della Dott.ssa Loredana Carulli, Direttore Amministrativo della ASL di Brindisi, si è assistito ad una lectio magistralis a cura del Prof. Gioacchino Angarano, Università di Bari dal titolo “HIV/AIDS:L’INIZIO“, una illuminante trattazione storica degli albori clinici di un virus che negli scorsi decenni ha mietuto davvero migliaia di vittime in tutto il mondo.

Nella prima sessione di relazioni dal titolo “GLI EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE E DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: ARBOVIROSI E “VECCHIE” PATOLOGIE RIEMERGENTI”, si è discusso rispettivamente di un possibile e verosimile rischio di ritorno della Malaria in Europa- Relatore Prof. Carlo Severini, Ricercatore dell’ Istituto Superiore di Sanità di Roma; di quale sia il contributo della Puglia nel contrasto alla tubercolosi- Relatore Dott. Giacomo Guido di Bari; del clamore mediatico riguardo al Monkeyprox, il cosiddetto Vaiolo delle Scimmie- Relatore Dott. Giovanni Buccoliero, Dirigente U.O. Malattie Infettive -Ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto; di Arbovirosi: Chikungunya, Dengue, Zika, WNV, messe a confronto dal Relatore- Dott. Sergio Cotugno, Matera.

Nel secondo giorno di lavori, nelle ultime tre sessioni, i temi su cui ci è soffermati sono stati diversi e tutti di peculiare importanza. Il primo intervento è stato a cura del Prof. Nicola Petrosillo, Responsabile Servizio Controllo delle Infezioni e Consulenze Infettivologiche, del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, che ha introdotto l’argomento scottante di una Pandemia silenziosa sostenuta da germi multiresistenti in uno scenario bellico mondiale, portando in evidenza le condizioni attuali ed i fattori di rischio del prossimo futuro, nonché le misure da approntare per cercare di contrastarne gli effetti che potrebbero rivelarsi devastanti in un lasso di tempo relativamente breve; ancora, la relazione della Dott.essa Stefania Stolfa, Bari, microbiologa, la quale ha illustrato l’evoluzione della diagnostica rapida nelle malattie infettive, per riuscire a raggiungere sempre di più risultati di alta precisione; la Dott.essa Claudia Fabrizio, Dirigente Medico di I livello presso l’Ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto, ha parlato di Germi Gram Negativi e di quali possano essere le strategie di difesa verso le popolazioni batteriche MDR; il Dott. Silvio Tafuri, Bari ha spiegato, invece, l’importanza delle campagne vaccinali mirate, intese come contributo concreto alla lotta contro l’antibiotico resistenza.  Nella terza sessione di lavori, si è tornati a discutere di uno dei temi cardini dell’infettivologia moderna:l’ HIV, mettendone in evidenza il quadro epidemiologico mondiale e nazionale e quali siano le nuove frontiere della ricerca medica in tal senso. Una relazione accademica della Professoressa Antonella D’arminio Monforte, già ordinaria dell’Università Statale degli Studi di Milano, ha fornito una fotografia estremamente esaustiva della patologia di oggi, alla luce delle molteplici evoluzioni spazio-temporali degli ultimi anni; la Dottoressa Marina Allegrini dell’Ospedale Antonio Perrino di Brindisi, ha presentato una relazione sulla situazione attuale e le prospettive future nella terapia antiretrovirale. Dai farmaci long acting alle terapie nei pazienti HTE.

Nella penultima sessione di lavori, l’argomento centrale è stato indubbiamente quello riguardante l’epatiti virali: HBV, HDV, HCV, per comprendere quale sia il contesto odierno ed i prossimi approdi verso una sconfitta definitiva.

A tal riguardo, da menzionare è la relazione a cura della Professoressa Teresa Santantonio dell’Università degli studi di Foggia, che ha esplicato quali siano le nuove opzioni di trattamento per HBV ed HDV; mentre, la Dottoressa Emanuela Ciracì dell’Ospedale di Ostuni, ha illustrato il Piano Nazionale di eradicazione HCV e le strategie di implementazione per non fallire l’obiettivo. Nell’ultima sessione di lavori, i temi affrontati, infine, hanno riguardato una problema di non trascurabile rilievo : le infezioni che richiedono terapie di lungo termine come le spondilodisciti o gli ascessi paravertebrali, le endocarditi, le infezioni periprotesiche, la gestione dei device (dispositivi elettronici) impiantati nei pazienti fragili e da ultimo la gestione del paziente, dall’Ospedale al Territorio, attraverso l’impiego del personale infermieristico.

 

Abbiamo intervistato la Dottoressa Barbara Farneti, Dirigente Medico di I livello presso il Reparto di Malattie Infettive e Tropicali dell’Ospedale Antonio Perrino di Brindisi, che ha presentato una brillante relazione dal titolo “Spondilodisciti ed ascessi paravertebrali: dall’eziologia alla gestione clinica” e che ci ha parlato di come questa patologia rappresenti ancora una parentesi con molti punti oscuri da chiarire, dalla quale potremmo essere affetti tutti nel corso della nostra vita, di quali siano gli approcci clinici, diagnostici e terapeutici attualmente disponibili da mettere in atto

 

 

L’ infettivologa Barbara Farneti al Congresso Regionale SIMIT di Brindisi in veste di relatrice.

 

Dottoressa Farneti, innanzitutto in un consesso  di Infettivologia di tale portata, dove la parte del leone pare che in termini di proporzioni, continuino a farla ancora patologie storiche come HIV, HBV, HCV, tubercolosi, malaria, Monkeyprox, Dengue,  MDR, che cosa intendiamo per infezioni che richiedono terapie di lungo termine?

“Parliamo di terapie di lungo termine, tutte le volte che ci troviamo difronte ad una situazione dove la guarigione è la parte terminale di un processo di strategie terapeutiche fatte non solo di antibiotici, antivirali, antimicotici, quindi dove la terapia non è solo farmacologica ma è anche terapia chirurgica e riabilitativa”.

 

Che cosa significa Spondilodiscite e ascesso paravertebrale?

Per spondilodiscite si intende una infezione complessa della colonna vertebrale che coinvolge la parte del disco, le vertebre adiacenti ed i tessuti molli viciniori. Gli ascessi paravertebrali, in realtà, sono parte della stessa patologia ma, di fatto, vengono considerati una complicanza, quindi temporalmente successivi all’insorgere di una infezione ossea”.

 

Come ci si deve orientare per la diagnosi e la terapia delle suddette patologie?

La diagnosi, spesso, arriva tardivamente, perché è difficile riconoscere la spondilodiscite. Si può verificare la circostanza per cui il paziente arrivi da una storia di dolore lombare, cervicale, intermittente; diverse volte i sintomi sono sfumati e aspecifici.  Quando una patologia à rara, come nella patologia in oggetto, non tutti i clinici sono avvezzi alla sua diagnosi.  Pertanto, si stima che in media per una diagnosi di spondilodisciti, vengano impiegate dalle quattro alle otto settimane. Credo che la responsabilità dei clinici, in presenza di dolore lombare, sia quella di affiancare anche una serie di esami di laboratorio, in particolare l’emocromo citometrico ed il dosaggio della PCR (Proteina C Reattiva), per orientarsi verso la diagnostica. L’indagine strumentale di elezione, rimane a tutt’oggi, la Risonanza Magnetica con gadolinio, ma anche la Pet Tac, che può garantire bontà di risultati e facile ripetibilità. La terapia, odiernamente, risulta complessa ed occorre un lavoro congiunto di più specialisti per affrontare la patologia spondilodiscitica nella maniera giusta. Dunque, l’infettivologo allestirà la terapia antibiotica migliore, l’ortopedico e/o il neurochirurgo, sceglieranno la tecnica chirurgica più opportuna da attagliare al singolo caso.

 

Quali sono i margini di evoluzione favorevole e di guarigione ?

“Le spondilodisciti, generalmente, evolvono in maniera favorevole. Anche se vi è un 30%  dei casi in cui riscontriamo una infezione persistente, ma anche l’exitus. Alla guarigione completa che è possibile ottenere, si possono affiancare danni neurologici, dovuti anche ad un ritardo diagnostico, inducendo nel paziente addirittura una invalidità permanente”.

 

Quando parliamo di approccio multidisciplinare a cosa alludiamo in termini concreti?

“Per approccio multidisciplinare intendiamo che, specialisti diversi, debbono dialogare ed agire per il medesimo fine: la salute e la guarigione del paziente. Nell’ambito specifico delle spondilodisciti, l’interlocuzione deve essere efficace e collaborativa, includendo, l’infettivologo, il microbiologo, il radiologo, il radiologo interventista, l’ortopedico ed il neurochirurgo”.

La Dottoressa Barbara Farneti, attualmente Dirigente Medico di I Livello presso il Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Antonio Perrino di Brindisi, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia e specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali con il massimo dei voti presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, per dieci anni ha fatto parte del gruppo di lavoro H.O.S.T. sui trapianti di fegato in pazienti affetti da HIV dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna; detiene un Master Specialistico di II Livello in Antibiotic stewardship conseguito presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, è una consulente infettivologa presso la Struttura Riabilitativa di Ceglie Messapica di Brindisi (Fondazione San Raffaele). Tra gli altri titoli specialistici in possesso, vi è anche il Diploma di ecografia internistica, una formazione chirurgica in vulnologia e perfezionamento in medicina interna, il Diploma di eco-doppler presso l’ Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (BA).

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