I regali al giudice Thomas: macchie etiche o corruzione?

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21 Aprile 2023

“All’inizio del mio incarico sono stato informato che questo tipo di ospitalità da amici intimi….. non doveva essere dichiarata”. Con queste parole il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas ha cercato di giustificare regali ricevuti dall’imprenditore conservatore texano Harlan Crow. I dettagli sono emersi da un’indagine del giornale online ProPublica secondo cui per una ventina di anni il magnate repubblicano ha coperto le spese di viaggi lussuosi a Thomas e la sua famiglia. In un caso specifico uno di questi viaggi ha incluso trasporto in aerei privati e su un yacht di Crow il cui costo è stato stimato a più di 500 mila dollari.

Il miliardario del Texas ha anche comprato una casa dalla famiglia Thomas in Georgia nel 2014 per un valore di 130 mila dollari. Non si sa esattamente se il prezzo riflette il valore reale della proprietà o se sarà stato gonfiato. Il giudice Thomas possedeva un terzo di questa proprietà. Questa vendita come pure i viaggi gratis ricevuti avrebbero dovuto essere riportati secondo l’Ethics in Government Act (Atto sull’Etica del Governo) del 1978 che si applica a tutti i dipendenti governativi, richiedendo la dichiarazione di transazioni immobiliari e molti altri regali.

Secondo alcuni analisti tutti i giudici della Corte Suprema sono i più riluttanti a seguire questa legge. Il New York Times, per esempio, ha recentemente pubblicato un editoriale in cui vengono citati giudici della Corte Suprema nominati da presidenti repubblicani ma anche democratici che hanno beneficiato della generosità di individui benestanti. Il giudice Antonin Scalia, per esempio, morì nel 2016 in una lussuosa loggia per cacciatori, ospite del facoltoso proprietario John Poindexter. Il Times cita anche giudici di sinistra come Stephen Breyer e Ruth Bader Ginsburg che avevano anche beneficiato di viaggi gratis.

Il caso di Thomas però colpisce di più anche perché macchiato da altre situazioni. Va ricordato che nelle audizioni per la sua conferma nel 1991 fu accusato di molestie sessuali da Anita Hill, una sua ex collaboratrice. L’allora presidente della Commissione Giudiziaria al Senato era Joe Biden, il quale ha riconosciuto il trattamento maschilista del gruppo nei confronti di Hill, e le ha chiesto scusa nel 2020 durante la campagna elettorale. Ma al di là delle accuse di Hill bisogna anche ricordare le attività politiche di Ginni Thomas, moglie del giudice. In parte si tratta del salario della moglie che in anni passati ha ricevuto 1,6 milioni di dollari quando lavorava per diversi gruppi come The House Republican Leadership, Hillsdale College, e la Heritage Foundation. La somma esatta non deve essere dichiarata nelle forme del reddito ma in alcuni anni Thomas ha indicato che la moglie non aveva ricevuto reddito ma in altri casi sì. Inoltre i suoi recenti interventi di incoraggiare la rielezione di Donald Trump hanno fatto scalpore. Per le sue attività oltre le righe di ribaltare l’esito elettorale delle presidenziali nel 2020, Ginni Thomas è stata costretta a testimoniare davanti alla Commissione del Congresso sugli assalti al Campidoglio il 6 gennaio 2021. La Thomas si è però pentita dei messaggi incalzanti incoraggiando i collaboratori di Trump a bloccare l’elezione di Biden che lei vedeva come un disastro per il Paese.

Thomas è il giudice più conservatore della Corte Suprema come ci dimostrano i suoi voti e la compagnia che lui tiene. Crow ha spiegato che la sua amicizia con il giudice non riflette nessuna improprietà. Lui è semplicemente riconoscente a Thomas e vorrebbe costruire un museo nella proprietà comprata dal giudice per onorare il secondo afro-americano nella Corte Suprema. Il primo, va ricordato, fu Thurgood Marshall (1908-1993), noto per avere promosso l’uguaglianza razziale e i diritti civili. Fu nominato all’organo giudiziario più alto dal presidente Lyndon Johnson nel 1967, ritenendo la carica fino al 1991. Thomas fu nominato da George W. Bush padre nel 1991 per la sua ideologia conservatrice che ha dimostrato con il suo operato. Thomas è stato contrario all’affirmative action, la politica di dare una leggera preferenza ai gruppi minoritari svantaggiati nel lavoro e nell’ingresso all’università. Non sostiene nemmeno i diritti civili specialmente quello del diritto al voto per i gruppi minoritari che tradizionalmente hanno avuto ostacoli in America nella partecipazione alle elezioni. Paradossalmente lo stesso Thomas ha beneficiato personalmente di questi programmi.

L’amicizia con Crow ci indica anche qualcosa sulla sua ideologia. Crow è ultra conservativo e ha speso fior di quattrini in cause di destra. Ma anche a livello personale si conferma di ultra destra. Nel giardino della sua residenza in Texas Crow possiede numerose statue dei più famosi dittatori del ventesimo secolo. Un giornalista del Dallas Morning News che ha visitato il giardino lo ha descritto come un “sorriso storico dei fatti della crudeltà verso gli esseri umani”. Crow possiede anche una copia firmata da Adolf Hitler del “Mein Kampf”. Crow ha spiegato che le statue servono a ricordare le future generazioni che alla fine i buoni superano i cattivi. Idea interessante e necessaria ma che sarebbe messa in atto molto meglio in altri luoghi. Per onorare la nostra umanità bisognerebbe invece ricordare le vittime di questi dittatori.

La parlamentare liberal Alexandra Ocasio-Cortez di New York ha detto che per le sue trasgressioni Thomas merita di subire l’impeachment, l’unica maniera di disciplinare i giudici della Corte Suprema. Altri hanno però suggerito che il ministro della Giustizia Merrick Garland dovrebbe nominare un procuratore speciale per aprire indagini su Thomas. Il Paese è però stanco con gli altri procuratori speciali nominati da Garland e le indagini sugli assalti al Campidoglio. Da non dimenticare le indagini e le cause all’ex presidente Donald Trump in parecchi Stati anche al livello federale.

La macchia di Thomas alla Corte Suprema amplifica il declino di credibilità sulle decisioni dell’organo giudiziario più alto del Paese. Il presidente della Corte Suprema John Roberts sarà ovviamente preoccupato per l’immagine tutt’altro che bella emersa recentemente. Roberts ha dichiarato che la Corte Suprema, a differenza degli altri rami del governo, non è divisa e che i giudici non “si siedono da una parte o dall’altra…. e che non servono un partito o un interesse”. Dovrebbe essere così ma in pratica i regali e i contatti di Thomas come pure le attività politiche della moglie macchiano l’imparzialità della Corte Suprema, minando la fiducia degli americani sulle loro decisioni.

Nel 1969 il giudice della Corte Suprema Abe Fortas si dimise quando si seppe che aveva accettato 20 mila dollari da un finanziatore di Wall Street. Farà lo stesso Thomas? Probabilmente no.

 

 

 

TAG: Abe Fortas, affirmative action, Alexandria Ocasio-Cortez, Anita Hill, Clarence Thomas, Corte Suprema, Donald Trump, Ginni Thomas, Harlan Crow, Joe Biden, John Roberts, Merrick Garland, New York Times, Thurgood Marshall
CAT: America

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