Volkswagen vuole costruire la macchina del tempo…

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27 Novembre 2015

Fa sorridere pensare a Marty McFly e a Doc che si scambiano due battute sul caso dieselgate, loro che hanno alimentato la DeLorean con il secchiello dell’umido e rischiato la vita per catturare 1,21 GigaWatt di energia da un fulmine per spostarsi nel tempo. E abbiamo dato voce ironicamente a Marty perché immaginiamo cosa avrebbero potuto fare le alte sfere della casa di Wulfsborg (o Wolfsburg per chi preferisce chiamare Milano “Milan“) se avessero a disposizione una macchina del tempo: dal cercare di minare i test, rapendo i ricercatori …fino al più auspicabile impegno nel costruire auto elettriche.

Ma la vignetta non nasce a caso, c’è ancora tempo per ridere sul serio per quella che a detta di Volkswagen è la soluzione alle emissioni irregolari sui motori 1.6 litri TDI : cari automobilisti controllate il vostro 1600 tedesco ed auguratevi di avere il motore EA 189 perché a breve potreste vederla trasformata in una piccola DeLorean di Ritorno al Futuro.

Infatti VW installerà un “trasformatore di flusso” davanti al debimetro del motore, al fine di ridurre le turbolenze che lo affliggono, migliorando dunque la precisione nella rilevazione!.
E forse dal pannello comandi potrete digitare la tanto amata data che vi farà tornare ai tempi in cui eravate giovani o vi proietterà nel futuro, de gustibus, ma ovviamente non prima di aver dato un’aggiornata al “software malandrino”.
Ecco fatto, la vostra auto…sarà di nuovo la stessa, sarete tornati al passato e non vi accorgerete di nulla.

L’ingegnere che ha presentato la soluzione non deve essere stato un appassionato della saga di ritorno al futuro, oppure la sera davanti ad un bel boccale di birra con gli amici non ha parlato del nome di questa genialità (o semplicemente il marketing tedesco è poco avvezzo agli scherzi) tant’è che sta scatenando l’ilarità di giornalisti ed addetti ai lavori, creando di fatto un vero e proprio meme, secondo solo a quelli realizzati subito dopo lo scandalo dieselgate.

Sdrammatizziamo quello che forse non è lo scandalo peggiore in materia di inquinamento, anche se il dieselgate è di certo lo scandalo peggiore in tema di tradimento di fiducia del consumatore.

Siamo solo all’inizio di uno percorso che principalmente costerà posti di lavoro una volta stabilite ed erogate le prime multe, alle quali potranno andarsi ad aggiungere le tante class action ed i costi legati ai richiami.
Una soluzione tecnica alla “Ritorno al Futuro” può far ridere, ma è una risata amara se pensiamo che l’acquirente di un’auto firmandone l’acquisto si lega non solo al veicolo che parcheggerà nel suo garage o sotto casa, ma anche alla finanziaria che erogherà il prestito, al distributore-compagnia petrolifera che riempirà il serbatoio ed al meccanico che la riparerà.

Se questa filiera è “marcia”, quello che è a tutti gli effetti l’investimento peggiore di capitali privati (basta pensare al deprezzamento della vostra auto appena uscita dal concessionario) si trasforma in una amara accettazione di una regola di mercato che permette a chi si prende gioco di noi, delle regole e delle leggi, di potersi scusare con una pacca sulla spalla, un “trasformatore di flusso ed un software aggiornato.

Non deve funzionare così. Non è né una barzelletta né una vignetta: a Los Angeles Volkswagen chiedeva ai cronisti di non parlare di dieselgate, ma delle “nuove auto elettriche e ibride alle quali lavoreranno”, bene. Ma le conosciamo già, le producono già altre case e le compriamo.
Ora tocca a te, sei tu in difetto, prova a riscattarti per davvero! Nissan ne ha già vendute quasi duecentomila solo di un modello (leaf).
Se VW non guarda avanti, il mercato invece procede e nel lungo periodo il dieselgate cambierà l’ecosistema auto. Vediamo come riassumendo alcuni dei punti più importanti:

Non si terranno più in considerazioni i dati forniti dalle case e verrà ridotta o annullata la possibilità di finanziare da parte delle case, istituti privati per certificare le emissioni.

Il controllato non potrà più essere anche controllore. Verranno anche effettuati test indipendenti a campione, così come test indipendenti saranno effettuati dalle associazioni di consumatori, anche se è bene ricordare che è difficile dimostrare un’assoluta indipendenza da finanziamenti che arrivino dall’industria auto e/o dalla sua ramificata filiera.

Verrano effettuati i più costosi test su strada almeno per le omologazioni e per le revisioni più importanti.

Il trucco è stato scoperto grazie ad una verifica delle emissioni nella vita reale, ma questa è per forza di cose una scelta costosa in termini di tempo, manodopera e complessa strumentazione che essendo “portatile”, costa molto di più.

I motori diesel avranno un intervallo di manutenzione più breve

una delle cose scoperte con il DieselGate è che anche i motori alimentati con l’AdBlue sono stati truccati. Alcuni costruttori hanno programmato le centraline per immettere una minore quantità di urea nel sistema al fine di non scontentare i clienti che avrebbero dovuto recarsi dal meccanico troppo di frequente per riempire il serbatoio di AdBlue, con il trucchetto il riempimento avviene circa una volta l’anno (se non viene disattivato….)

Molti esperti sostengono che in condizioni reali un motore dovrebbe iniettare circa due litri di urea ogni 1000km, considerando che una Passat ha un serbatoio di urea pari a 19 litri, significa meno di 10mila km che per un cliente che ha scelto ad esempio una passat diesel spesso sono molti meno dei km percorsi in un anno: dunque più interventi di refill di urea, più costi e seccature per il cliente. Il principio è lo stesso di catalizzatori e filtri antiparticolato: il cliente non li vuole cambiare, dunque le case auto non hanno interesse nel costringerlo a farlo.

Principio di funzionamento dell’AdBlue, dove è l’urea è iniettata per ridurre i NOx

Ma l’AdBlue non è il solo motivo per il quale i cicli di manutenzione saranno più brevi, il fattore scatenante saranno i sempre più stringenti parametri di emissione che gli stati adotteranno e per mantenere sulle strade motori inquinanti, sarà necessario aggiornare spesso i sistemi, tramite la tecnica dei vari richiami e tagliandi.

Non saranno solo i modelli diesel ad essere presi di mira, ma anche le auto a benzina

Le analisi si sono concentrate sui motori a gasolio ma recenti studi hanno dimostrato che anche i motori a benzina ad iniezione diretta adottati da quasi tutte le case auto per diminuire i consumi e le emissioni di Anidride Carbonica, in realtà emettono particolato ultra fine in maniera quasi identica ai cugini diesel (tira pure la coperta, ma se è corta ti si scoprono i piedi)

Il principio è semplice da capire e fa quasi incazzare che per risolvere un problema (Co2) se ne crei un’altro (Pm2.5 and less): il carburante arriva ad una pressione più alta direttamente in camera di combustione, ne consegue un’esplosione più violenta e ad alta temperatura, con il risultato di una frammentazione più fine delle particelle. (1)

Le auto storiche – e quelle semplicemente vecchie – saranno sempre più destinate al macero. Accelerazione si, ma delle aree ZTL.

Euro 6-7-8-9…20…Dura la vita nei prossimi anni per i collezionisti e per le famiglie che non potranno permettersi il lusso di cambiare auto come lo smartphone, nemmeno a rate. Già oggi guidano mezzi ammaccati, graffiati ed arrugginiti. La gomma è diventata bianca, alcune parti della carrozzeria sono disallineate quando non sono di colore diverso. Si accendono a fatica e dalla ruggine passante puoi vedere il mare…amano definirle “vintage”, sperano di ottenere il nulla osta storico e l’esenzione del bollo con assicurazione ridotta. Ma la realtà è che sono solo vecchie ed anche se costano in manutenzione e benzina, siamo una società drogata di indebitamento e rate, dunque non percepiamo che i tanti piccoli rivoli formano un grande fiume. Non apriamo nemmeno il capitolo dei milioni di veicoli non assicurati e nemmeno quello dei veicoli senza revisione e senza una regolare manutenzione che circolano indisturbati come mine vaganti nelle nostre città.
Se la guerra sarà fatta ai moderni motori che utilizzano complessi sistemi di filtraggio e truccaggio degli scarichi, figurarsi per la topolino o la 500 che hanno la marmitta direttamente collegata al collettore della camera di scoppio…

Le aree ZTL
 si estenderanno anche alle province più remote, perché sono obbligatorie.
Inoltre la tecnologia (le telecamere) saranno sempre più accessibili alle pubbliche amministrazioni, perché le società che le gestiscono lavorano “a cottimo”: più multe, più guadagno. La forbice perché un’auto da storica sia considerata solo vecchia si allargherà tanto da rendere ancora di più il collezionismo un affare da ricchi e la vecchia topolino del nonno dovrà rimanere nel granaio. O finire su ebay, a pezzi.

Produrre un’auto che rispetti veramente i limiti delle emissioni, nei prossimi anni, costerà troppo in Ricerca e Sviluppo

I motori a combustione erano già vecchi cent’anni fa e oggi non sono poi così moderni, il principio è sempre lo stesso, sono cambiate le prestazioni e si sono resi complessi i sistemi che una volta erano semplicissimi: marmitte e sonde, filtri e catalisi, iniezione di sostanze post combustione, sapiente mix di aria e carburante etc..etc…

Per gli ingegneri lo scenario è apocalittico: sovvertire la legge base della fisica. Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. Se è vero che l’obiettivo irraggiungibile di ogni combustione è la produzione di solo diossido di carbonio (Co2) e vapore acqueo, nella realtà questo obiettivo è irraggiungibile.

In diretta dal laboratorio R&D di una qualsiasi casa auto:

“…Dunque questo ca***   di particolato dove lo metto?”
<come fisso i gas ossidanti?>
“e se invece di bruciare ossigeno bruciassimo Co2? mettiamo delle piante nelle marmitte?” <dai non dire ca***te>
<“a che Euro siamo arrivati? euro 11?”>
Facciamo la macchina del tempo? (si, col trasformatore di flusso, hehehe)


“Ma cazzarola, esimi colleghi, non facciamo prima a fare un’auto elettrica?

La conclusione è più semplice. Ed efficiente.

 

Ed è anche scontata. Il problema del quando non è un problema, ma una questione di mercato, non esiste il problema della rete elettrica (*) della generazione dell’energia (**), delle colonnine di ricarica (***) e dello smaltimento delle batterie (****) ma di questo ed altro parliamo nello “spazio scettici” qui sotto: i problemi spesso sono già risolti, basta informarsi.

 

 

Fine.

 

 

 

 

Spazio dedicato agli scettici, critici e complottisti, ma anche alle persone normali che vogliono approfondire e farsi due risate.


Premessa: non sono un giornalista. Sono un tecnico. Posso dire con assoluta certezza che per chi volesse approfondire veramente un argomento così complesso come quello dell’energia e della mobilità elettrica, che in lingua Italiana non esiste nessun articolo, ma solo testi accademici, scritti dai nostri grandi ingegneri e ricercatori. Ma anche questi in parte sono in italiano e per la maggiore sono in inglese. Io ho messo link per la maggiore in Italiano, in questo articolo, ma su Facebook spesso posto rassegna stampa in inglese, specializzata e bella da leggere.
Gli articoli sui veicoli elettrici scritti in Italiano, per una questione di “pubertà” dell’argomento nel nostro paese, sono di bassissimo livello (“il Sindaco tal dei tali ha detto che le auto elettriche sono fighe!” “le auto elettriche costano troppo” “scoperta nuova batteria” “mia zia va in elettrico”)… Acuire il senso critico e starne alla larga!
* La rete elettrica, anche quella Italiana, è sufficientemente strutturata da poter supportare milioni di veicoli elettrici (qui la ricerca RSE). Le utility non vedono l’ora che migliaia di veicoli possano utilizzare l’energia prodotta in eccesso durante il giorno. La produzione locale di energia, lo storage privato e diffuso e le smart grids sono una conseguenza tecnico-economica e non un miraggio o un complotto. Quindi non accigliarti, ce la faremo!

** Da dove arriva l’energia: solo in Italia si produce oggi circa il 36% di energia rinnovabile da Idroelettrico, Eolico, Fotovoltaico e biomasse ed è una percentuale in aumento. Le grandi aziende come Terna responsabili della rete, stanno sperimentando diversi sistemi di stoccaggio dell’energia in eccesso al fine di bilanciare le rinnovabili in rete.
Anche la peggiore centrale con il più basso rendimento energetico avrà emissioni globali minori rispetto ad una centrale termica analoga ma in scala ridotta: l’automobile. Le auto emettono Diossidi, benzene, metalli, carbonio e suoi ossidi, azoto e polveri a livello locale, significa semplicemente che sono subito a disposizione a pochi metri per l’inspirazione umana, producendo risultati che variano dalle bronchiti alle allergie, pleuriti, melanomi, linfonodi: le sostanze sono talmente complesse – come complesso è il nostro organismo – che le patologie registrate sono migliaia.  Ma una cosa è certa: la combustione del diesel è carcinogenica e le altri polveri da inquinamento per combustione e sfregamento (avete presente le pastiglie dei freni) producono patologie, malati e morti ogni anno, tanto da pesare sul sistema sanitario di diversi punti percentuali, insieme al fumo di sigaretta (ma dai, composto da sostanze chimiche, carbonio, Co2 e polveri sottili, come i gas di scarico)
E in ambito tecnico il diesel è chiamato BabyKiller da almeno 20anni. Perché mai?

COMBUSTIONE la combustione è il metodo più stupido ed inefficiente di trasformare un’energia rinnovabile (1.1) come il petrolio in movimento meccanico. Ed è anche dimostrato che la combustione è il metodo più inefficiente per scaldare le cose. Se fossimo nel medioevo ed io vi fossi arrivato con la macchina del tempo, mi arrenderei all’evidenza di dover bruciare per “scaldare e muovere”, ma oggi non è accettabile!
La combustione più efficiente è la trigenerazione, ma non tutti abbiamo bisogno di frigorie, calorie ed energia elettrica tutte insieme. Dunque abbiamo scoperto oggi di avere un metodo efficiente per produrre energia, movimento, calore e frigorie (ovvero per sottrarre calore) ? No, si sa da anni ma i processi industriali richiedono tempo.

(1.1): Si il petrolio è un’energia rinnovabile. Anche noi saremo petrolio fra migliaia di anni: oggi stiamo bruciando l’uomo delle caverne, vari antenati e dinosauri ed in futuro ne faremo parte ma saremo una melma inutile, perché la tecnologia avrà affinato altre forme di energia.

Se avessimo tutti un’auto elettrica oggi, saremmo in gran parte disoccupati. La filiera dell’auto endotermica è enorme (un’auto richiede migliaia di fornitori) e quella dell’auto elettrica minuscola (qualche decina di fornitori). E tutta questa gente dove la mandiamo? ammortizzatori sociali? e i meccanici? A me manca Graziano, un personaggio eclettico che gestisce   una pompa di benzina, non lo vedo più da anni se non faccio benzina, idem i meccanici (se non fossero interessati in realtà a specializzarsi in meccatronica grazie a Confartigianato).
Dunque date tempo alla filiera di riadattarsi, nessun complotto o “sette sorelle”, il nostro mantra deve essere “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto cambia forma”

*** Si le colonnine le stanno installando, ci è voluto il tempo che serve, non siamo “i soliti italiani” e credimi – le cappellate le fanno anche in Norvegia e in Olanda. Ci sei stato?
Eh No! la scusa che ci sono poche colonnine e quindi non compro l’auto non regge: ho amici che ricaricano la loro auto elettrica solo a casa e fanno oltre 40mila km all’anno. Io stesso faccio così per la maggiore. Costa troppo: Sicuro meno di dieci anni della tua/delle tue auto (perché l’aspettativa di vita di una elettrica è molto lunga, mantenendo prestazioni ed autonomia). E comunque ci sono i gruppi di acquisto anche per le auto elettriche 

Una premessa sulla tecnologia delle batterie: LITIO almeno per i prossimi dieci anni, sarà la chimica adottata per tutti gli accumulatori. Lo avete in tasca, sotto la tastiera del computer, nelle auto…siete circondati da batterie al litio.
Quello che migliorerà sarà la sua chimica di supporto, aumenterà la densità energetica e la capacita di carica-scarica. Si parla (ma sopratutto si investe) di batterie al litio allo stato solido, ecco questo accadrà.
Un’industria come quella delle batterie investe miliardi in ricerca, in linee di produzione e nella commercializzazione. Dunque oggi abbiamo industrializzato il litio e sarà lui a dominare il mercato, finché gli investimenti non saranno rientrati e se anche arrivasse un sistema assolutamente innovativo, verrebbe introdotto in maniera graduale.
Quindi leggerete spesso di centri di ricerca fantasmagorici con batterie ultracapienti che si ricaricano in un nanosecondo! addio batteria al litio! si si. Potete leggerlo come “assegni di ricerca” e “sponsor” e comunque anche fosse una tecnologia incredibile, dovrà fare i conti non con un laboratorio sterile e controllato, coccolata  e viziata dai ricercatori, ma con la spartana industria, sporca e spietata.
Dunque dovrà aspettare molto.

**** Ma quale smaltimento? giorni fa ho letto una castronata di pezzo indirizzato a Vittorio Feltri che mi hanno segnalato chiedendomi di rispondere a questo pseudo saccente. Ma non ci penso nemmeno (vedi memorandum qui sotto) e nemmeno voglio fare pubblicità all’ignoranza tecnica, che purtroppo mina la buonafede di chi incappa in simili baggianate.
Potrei riassumere dicendo che le batterie al litio delle auto hanno una durata direttamente proporzionale alla loro capacità. Più sono capienti, più durano. Si parla oggi dai 3000 ai 5000 cicli. Con un ciclo di carica un’auto elettrica moderna fa dai 120 ai 500km. Fate voi i conti.
A furia di carica e scarica il pacco batteria nel tempo perderà capacità – ovvero permetterà meno chilometri – ma il motore non perderà prestazioni. Una casa auto tenderà a fare sostituire il pacco batteria (ammesso che vogliate tenervi l’auto con 500mila chilometri) ed avvierà il pacco batterie al riutilizzo delle celle! significa che la seconda vita del pacco batterie sarà in nuovi dispositivi o sistemi di accumulo da energia rinnovabile.
Ma se le celle sono completamente andate, allora il Litio è una sostanza importantissima (e non è un veleno, visto che producono dei farmaci per l’umore con esso) che verrà riutilizzato per altre batterie.
Il resto della batteria verrà avviato al riciclaggio per scrubbing. Ma prima di chiederci che fine fanno le batterie delle auto elettriche, che fine ha fatto la batteria del vostro vecchio telefonino? e di quello prima?

“beh ma le auto elettriche inquinano come le altre, con cosa la producono la corrente elettrica, eh!”
Belle le frasi ad effetto ma sono alquanto avvilenti. Spesso poi chi la “spara” si mette a braccia conserte ed alza il sopracciglio…che nervoso sapere e doversi sempre ripetere! Non sarebbe più semplice sapere tutti? è questo il motivo per cui nei miei pezzi ci sono delle frasi in azzurro…sono i link!
Per rispondere a stupidate del genere spesso mi sono dovuto dilungare in solfe tecniche noiosissime, vere e proprie lezioni, slide…ed alla fine l’interlocutore si era addormentato (la mia tecnica di sfinimento è sempre funzionale, ma stancante anche per me).
Dunque se hai in mente di ridurre a così poco la tua grande intelligenza, solo per quella affermazione dovresti studiarti prima il  “Modello Langragiano a particelle” e la valutazione di impatto sulla qualità dell’aria dei veicoli elettrici.
Appena finito, se ancora ci fosse voglia di ridurre ai minimi termini il commento, consiglio di leggere il rapporto sull’impatto della mobilità elettrica sulle reti di distribuzione. E’ datato al 2011, vecchiotto, ma una buona base di partenza.
Questo è un articolo, non una lezione o la tesi di laurea.
Non desisti, hai ancora voglia di quel commento? davanti a te hai una cosa magnifica, intorno a te una cosa ancora più bella e dentro di te devi cercare la migliore di tutte: sto parlando in sequenza della tastiera, di internet e di un costruttivo senso critico: frulla tutto insieme, cerca quello che ti manca e avrai la “conoscenza” come risultato.
Non è grandioso?!

 

 

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CAT: Auto

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