Unicredit registra perdite per 2,7 miliardi nel primo trimestre

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6 Maggio 2020

Unicredit chiude il primo trimestre del 2020 con una perdita di 2,71 miliardi di euro. Le perdite sono riconducibili a poste straordinarie: -1,7 miliardi per le transazioni Yapi (principalmente rilascio di riserve negative sui cambi), – 1,3 miliardi per i costi di integrazione in Italia e +516 milioni per le cessioni immobiliari.

Nel primo trimestre dell’anno in corso il margine di intermediazione è sceso dell’8,2% a 4,4 miliardi, con interessi netti a 2,5 miliardi (-3%) e commissioni nette a 1,6 miliardi (+5,2 per cento). I costi operativi si sono attestati a 2,5 miliardi (-0,7%), per un rapporto cost/income salito al 56,9 per cento. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 è cresciuto di 23 punti base rispetto a fine 2019 al 13,44 per cento.

Nel primo trimestre il rapporto tra le esposizioni deteriorate lorde di gruppo e il totale crediti lordi è stato inferiore al 5%, per la prima volta da molti anni, grazie al run-off accelerato del portafoglio non core. Il rapporto di copertura del 65,2% è tra i più alti delle banche dell’Eurozona.

Alla luce dell’elevata incertezza del contesto, Unicredit aggiornerà il proprio piano strategico che sarà presentato verso la fine dell’anno o l’inizio dell’anno prossimo. La banca conferma che i pilastri di Team 23 restano una priorità strategica. Si tratta di aumento e rafforzamento della base clienti, trasformazione e massimizzazione della produttività, gestione disciplinata del rischio e dei controlli, gestione del capitale e del bilancio.

«Abbiamo tutti gli strumenti per far fronte alle sfide senza precedenti presentate dalla pandemia Covid-19 grazie ai nostri importanti punti di forza e al nostro modello di business focalizzato», ha dichiarato l’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, presentando i conti del trimestre. «A seguito dell’esteso lockdown», Unicredit ha «preso la decisione proattiva di anticipare il periodico aggiornamento dello scenario macroeconomico Ifrs9 per il secondo trimestre e annunciato 902 milioni addizionali di rettifiche su crediti». «Sulla base delle nostre assunzioni realistiche», ha concluso Mustier, «stimiamo che il nostro costo del rischio si attesterà nel range 100-120 punti base nell’esercizio 2020». Quanto all’andamento del trimestre, il banchiere ha notato che l’impatto della pandemia si è registrato a partire da marzo, mentre «la performance commerciale nei primi due mesi è stata molto forte».

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CAT: Banche e Assicurazioni

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