turismo intelligente? già, ma Cristo si è fermato a Scilla

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8 Agosto 2016

 

Metti una famiglia lombarda, Brambilla da Erba, che venga colta da improvvisa vaghezza culturale e voglia approfittare delle vacanze per una full immersion nel più bel museo a cielo aperto del meridione, i resti della Villa del Casale di Piazza Armerina e gli scavi di Morgantina ad Aidone. Per un ripasso di geografia, sono siti in provincia di Enna, ombelico della Sicilia e per i siciliani del mondo.

Bene, partenza in auto ore 6, arrivo a Roma ore 12, pranzo all’ombra dei rifiuti e poi ripartenza per Reggio Calabria o meglio Villa San Giovanni. Autostrada rettificata e messa in sicurezza, arrivo al traghetto ore 18, se c’è traffico ore 19. Pernottamento e l’indomani, beh l’indomani inizia il calvario. Dopo lo sbarco a Messina per arrivare a Piazza Armerina, via Enna, ci vogliono almeno 5/6 ore. Dall’autostrada A19 ci si immette nella strada statale n.561.

Se poi volete fare il viaggio in treno, la costa californiana vi sembrerà più vicina. Alta velocità fino a Salerno, ossia 5-5:30 da Milano, poi il treno AV ETR500 dovrà decelerare perché la strada ferrata è quella dei primi novecento, la ferrovia costiera attraversa, con un’interminabile serie di gallerie, il costone appenninico calabro. Le rotaie sono ancora targate Fonderia Piombino, prima dell’era Lucchini.

Come minimo si impiegano 5 ore da Salerno a Villa S. Giovanni, poi attesa per il traghettamento e poi… Poi in treno fino ad Enna via Catania almeno 4-5 ore . Poi in auto fino agli scavi.

La gita è comunque giustificata dal fatto che la Sicilia vanta il maggior numero siti inseriti nella lista museale maggiore (ben cinque) Villa del Casale di Piazza Armerina, Scavi di Morgantina, l’Area archeologica di Agrigento, Siracusa e le grotte di Pantalica, le città tardo barocche in Val di Noto.

La Villa Romana del Casale di Piazza Armerina si estende su circa 4.100 metri quadrati ed è celebrata per i suoi straordinari mosaici pavimentali, da quello della Fanciulla in Bikini a quello della “Piccola caccia” o “Grande caccia“. Dopo il II conflitto mondiale fu costruita una solida tettoia in plexiglas che consentì anche la riproduzione della planimetria e soprattutto la preservazione dagli agenti naturali. È poi iscritta alla Lista UNESCO del Patrimonio mondiale sulla base dei criteri I, II e III, un apposito Piano di gestione mira ad implementare il valore del Sito attraverso specifici piani d’azione, basati su strategie di conservazione, tutela,valorizzazione, ricerca e comunicazione.

Un monumento eccezionale, al pari di Pompei, che ha richiesto ben 18 mln spesi dalla Regione Sicilia per la ristrutturazione del sito del Casale. Ma nonostante ciò, assistiamo ad un crollo delle visite. Dalle 449.966 del 2001 alle 322 mila circa del 2015. Ed il calo nei primi nove mesi del 2015 registra, rispetto l’anno precedente, è un vero e proprio crollo. Crollo che, guarda caso, ha interessato più o meno nello stesso periodo anche i ponti dell’Autostrada A19 PA-CT.

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Interni della Masseria Bannata

L’area archeologica è tutt’altro che selvaggia: non mancano strutture recettive ed alberghiere addirittura consorziate nell’Associazione turistico culturale Mira 1163. Una di queste ha antiche origine, il nome deriva dall’arabo. Masseria Bannata o baciata dal sole ha anche una tradizione di cultura letteraria e teatrale, spesso ospita pieces o altre forme di intrattenimento culturale. Insomma Agriturismo non significa solo coltura ma anche cultura. Eppure….

E’ la questione dei collegamenti che impedisce lo sviluppo dell’area. Per lungo tempo sulla Strada provinciale 15, l’unica che collega il comune di Piazza Armerina al sito Unesco, si è transitato a senso unico alternato per via di una frana. Il senso unico alternato intercide per lunghi tratti nella Strada statale 288 di Aidone, quella che conduce agli scavi di Morgantina. Insomma facevano prima gli antichi romani dalla Capitale dell’Impero. Inutile prendere l’aereo per Comiso, i cui pochi collegamenti aerei fermano sul campo i turisti perché da Comiso alla Villa del Casale ci vogliono almeno 3 ore. Insomma la gita a Villa del Casale e poi sosta refrigerante e ricreativa alla Masseria Bannata, beh addio finchè ..Orte non ci separi.

La sviluppatissima rete del Buscenter, un consorzio privato di bus da trasporto a medio-lungo tragitto, che si estende dalla Sicilia fino alle aree Mitteleuropee con tratte low cost, non impedisce il disservizio dei trasferimenti dovuto al mancato sviluppo della rete ferroviaria. Ma questo come direbbe Lucarelli, è un altro file. Con Cristo anche i trasporti ferroviari si sono fermati a Eboli. Per andare alla Villa del Casale o Morgantina, la Famiglia Brambilla dovrà chiedere un passaggio alla X Legione Fretensis di Augusto Imperatore.

Da questa succinta disamina, nulla è dunque risparmiato anche alla pessima modifica del Titolo V della Costituzione che consente deleghe in tema di cultura, sanità e sicurezza agli Enti Locali. Ma a cosa sono serviti 18 mln di restauro se poi  per accedere ai siti restaurati è un viaggio-calvario?

Fonti

M. Lilli, Piazza Armerina, crollo dei visitatori alla Villa del Casale: “Degrado e strade disastrose” Il Fatto Quotidiano, 24 ottobre 2015

www.villaromanadelcasale.it/
Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana

TAG: Archeologia, musei
CAT: Beni culturali, Parchi

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