Fermate la Merkel o la recessione inghiottirà l’Europa

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27 Ottobre 2014

Sopravvissuti agli stress test gli Stati “Disuniti politicamente” d’Europa ma uniti dal punto di vista bancario, ci apprestiamo alla più grande sfida del dopoguerra: convincere gli investitori di una “contrarian view”: L’Europa è la scommessa vincente per il 2015. C’era una volta un esegeta dei mercati finanziari internazionali , tale Mohamed El Erian, che nel maggio 2009 esce dal banale e delinea la Teoria del New Normal, descrivendo un mondo a velocita’ differenziate, (poi riprese dell’Imf nell’Aprile 2013 ove si parla di economia globale a tre velocità!), e preannuncia anni di crescita lenta, persistenti elevati tassi di disoccupazione e l’alternanza periodica dell’acuirsi di preoccupazioni sul debito sovrano e sui livelli di deficit. Un anno dopo il ministro brasiliano delle Finanze Guido Mantega mette in guardia sugli effetti della guerra valutaria lanciata dagli Usa a scapito delle divise emergenti, i quali a loro volta continuano a incolpare la Cina che l’anno prima è anche rea di aver lanciato un ambizioso piano di internazionalizzazione dello yuan rembimbi per ridurre l’influenza del Re Dollaro dalla presenza massiccia nelle riserve valutarie internazionali.

Cinque anni fa la globalizzazione andava per la maggiore….. Ottobre 2014: El Erian esce da Pimco per diventare un padre migliore, sui mercati ci si interroga sugli effetti di politiche dei tassi divergenti tra Usa e UE, il petrolio rompe gli 80 dollari e il Commodity Index in 5 anni ha perso il 33%, il rischio geopolitico entra nei portafogli che fanno i conti con eventi come la crisi russo ucraina e i devastanti effetti di sanzioni passivamente condivise dagli europei con gli americani e la deflazione regna sovrana. Aumentano le disuguaglianze sociali e le controindicazioni di una globalizzazione incontrollata: polarizzazione politica, nazionalismi diffusi e sottovalutazione di una certezza : che l’11 Settembre è stato il punto di partenza della jihad globale e non il punto di arrivo. E le primavere arabe solo barlumi di reazione ad un substrato terroristico magmatico sfociato nell’ISIS. Obiettivo: il controllo delle risorse petrolifere ed il crollo delle monarchie della Penisola Araba ed ad esse collegate. Monarchie gia’ segnate dal sorpasso Usa grazie al fracking sui mercati energetici e dalla ripresa di vigore degli investimenti sulle rinnovabili, Green Bond compresi. Intanto si decreta la fine dell’era dell’Oro e …..Blackberry definitivamente…. I trend secolari son favole per bambini che vogliono credere nel ripetersi della Storia all’infinito ma il mondo si evolve e dobbiamo essere pronti a coglierne al volo i cambiamenti con sempre maggiore rapidità. Mutano i mercati grazie al trading elettronico prima e algoritmico poi, cambiano le banche dalla caccia alle filiali alla filiale digitale , cambia la comunicazione e il digitale ci offre opportunita’ di crescita dei modelli di produzione come di investimento che devono essere riportati in una realta’ di crescita globale rallentata. 2015: Guardando oltre gli stress test e all’esame della qualità degli attivi delle banche europee, e a tre mesi dal varo dell’Unione Bancaria Europea , rivoluzione buonista di una Vigilanza accentrata ed efficiente, osserviamo attentamente i cambiamenti in atto.

Le Borse mediorientali si apprestano tra mille difficoltà a un’apertura agli investimenti stranieri ma non bisseranno il successo del 2014 in termini di performances, e già i fondi sovrani locali annunciano di mantenere gli investimenti in UK ma probabilmente rallenteranno quelli in Europa e Usa a vantaggio di cinesi e asiatici più in generale. Gli utili che hanno sospinto le trimestrali Usa e che continueranno a farlo anche in questa seconda parte dell’anno si eroderanno in vista del rialzo dei tassi e del permanere di un dollaro forte sino ad allora perlomeno, ma non sotto 1,22. L’indice Russell delle small cap Usa le trainerà ancora per un semestre ma poi saranno le small cap europee e le banche europee a prendere il sopravvento. Infatti al di là delle azioni giapponesi, sostenute anche dagli acquisti dei fondi pensione locali, e di qualche sporadica divisa asiatica (Indonesia, Singapore e India) il resto del panorama degli investimenti si restringe con mercati emergenti severamente impattati non solo dai tassi Usa in rialzo ma anche da situazioni irreversibili quali in Venezuela, Russia e Brasile vicine all’implosione.

Cara Vecchia Europa, evitare la recessione è un imperativo e storie come quella irlandese e spagnola sono da osservare con attenzione. I dettami tedeschi hanno fatto il loro tempo e come un boomerang son calati sul Dax. I consumi tedeschi riprendono ma non l’export ed ancora una volta per l’errore madornale e la mancanza di coraggio della Merkel nel rompere gli schemi “sanzionatori” contro la Russia, ossia l’alleato delle Pmi europee più credibile  e alternativo alla Cina. La Francia è fuori gioco e ancora una volta son i Paesi periferici che dovranno dimostrare maggiore forza relativa perché  l’amore spassionato degli investitori esteri potrà consolidarsi solo con manovre governative convincenti. L’Operazione Trasparenza innescata dall’Italia è già un ottimo punto di ripartenza. I titoli azionari ciclici per Eurozona e le banche cavalcheranno la ripresa 2015, mentre per gli obbligazionari europei Gilt in testa e Btp al seguito. Il resto è condizionato dal permanere delle difficoltà di reinflazionare un sistema ove la deflazione ha ormai assunto un ruolo stabile.

La sfida UE, dopo tutto, sta tutta nella “modernita’ liquida” di Bauman: «La nostra vita è un’opera d’arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l’arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l’impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all’altezza della sfida».

TAG: btp, dollaro usa, gilt, guerra valutaria, italia, mercati energetici, oro, petrolio, recessione, stress test
CAT: Borsa, Euro e BCE, macroeconomia

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