“Banglavenice”, un crowdfunding per il documentario di Emanuele Confortin

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5 Giugno 2022

Come si convive con l’acqua a Venezia? Emanuele Confortin, giornalista e documentarista indipendente, lo racconta con Banglavenice, risultato di due anni di osservazione condotta tra Venezia, Mestre e Marghera. E il regista ha lanciato una campagna di crowdfunding per completarne post-produzione.

Veneto di origine, Emanuele realizza inchieste, documentari e ricerche di medio e lungo termine in aree di crisi, tra Asia, Medio Oriente ed Europa. Centrali nel suo lavoro sono le cosiddette “minoranze ai margini della società moderna”, ovvero comunità costrette a migrare o a stravolgere la propria quotidianità a causa di conflitti, povertà, abusi o cambiamenti indotti dall’impatto del riscaldamento globale. Nel condurre i suoi progetti, Emanuele collabora da anni con professionisti accomunati dalla volontà di rappresentare la realtà indagata in modo diretto, ricorrendo al metodo dell’inchiesta giornalistica e attingendo ai principi dell’indagine etnografica. Significativa è la collaborazione con Monica Guidolin, antropologa, ricercatrice associata al Centre d’Études de l’Inde et de l’Asie du Sud (CEIAS) di Parigi e sua compagna di vita. Monica è coproduttrice di diversi progetti, incluso Banglavenice.

BANGLAVENICE ©Emanuele Confortin

Lo spunto da cui proviene Banglavenice risale a una conversazione che Confortin ha avuto con Shaul Bassi, veneziano e docente all’Università Ca’ Foscari Venezia. Era il 2017. Bassi invitò il regista a osservare la nutrita comunità bangladese presente in città: «Gran parte di loro proviene dal Bangladesh, dove la convivenza con l’acqua è a dir poco complessa. La diaspora bangladese è dovuta anche al crescente impatto del riscaldamento globale in Asia, che fa di loro dei migranti climatici. In molti arrivano a Venezia, quasi fossero richiamati da una famigliarità ambientale, dal magnetismo dell’acqua».

Secondo l’ISTAT (dati del 2021) in Italia sono soltanto tre i capoluoghi di regione ad avere una maggioranza bangladese tra i migranti internazionali: Venezia, Ancona e Palermo. Nella città lagunare la comunità proveniente dal Bangladesh è di gran lunga la più numerosa. I dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) dicono che nel 2021, dalle coste libiche sono giunti in Italia (e a Malta) 32.400 rifugiati. Tra questi la comunità più numerosa era composta da cittadini del Bangladesh (7.355), seguiti da egiziani ed eritrei. Malgrado la nota pericolosità di questa traversata, a tentare la Via del Mediterraneo sono anche donne (5% sul totale) e bambini (21%). Gran parte dei bangladesi in arrivo sceglie l’Italia come destinazione finale, e Venezia è tra le città preferite.

Banglavenice esplora e interroga la convivenza con l’acqua a Venezia. La chiave narrativa è il vissuto di alcuni cittadini veneziani intrecciato a quello di alcuni migranti del Bangladesh, che dopo aver lasciato un Paese sempre più colpito dagli effetti del riscaldamento globale, trovano a Venezia una continuità con i luoghi da cui provengono.

Si tratta di un documentario d’osservazione in cui i soggetti sono ritratti nella loro quotidianità, le loro storie unite dall’elemento dell’acqua, che, come un sottotesto, si rivela una preziosa testimonianza e traduce inequivocabilmente l’essenza di Venezia.

 

TAG: Banglavenice, emanuele confortin, venezia
CAT: Cinema

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