Milano
Inchiesta sull’urbanistica a Milano, Tancredi e Catella nel mirino della Procura: chieste sei misure cautelari
Nell’ambito dell’inchiesta urbanistica che scuote Milano, i nomi dell’assessore comunale Giancarlo Tancredi e dell’imprenditore Manfredi Catella spiccano tra i sei destinatari di richieste di misure cautelari presentate dalla Procura. L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza e coordinata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con la supervisione dell’aggiunta Tiziana Siciliano, riguarda l’intera gestione del territorio meneghino degli ultimi anni. Per Tancredi e Catella i pm chiedono gli arresti domiciliari. Va sottolineato che Tancredi, prima di diventare assessore, è stato dal 2019 al 2021 dirigente del settore urbanistica, e resta da capire se i fatti contestatigli risalgono a quell’epoca, o agli ultimi anni, quelli dell’incarico politico.
Gli investigatori stanno eseguendo una serie di perquisizioni e acquisizioni documentali presso gli uffici del Comune e le abitazioni di alcuni funzionari. Coinvolti anche gli spazi personali e professionali dell’assessore Tancredi, per il quale la Procura ha chiesto i domiciliari con l’ipotesi di corruzione. Stessa misura è stata richiesta per un secondo indagato, mentre per altri quattro – tra cui Catella – i magistrati puntano alla custodia in carcere.
Il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini dovrà decidere dopo gli interrogatori fissati per il 23 luglio, valutando se sussistano i presupposti per l’applicazione delle misure, in particolare il rischio di reiterazione del reato, dato che non sarebbero emersi elementi di pericolo di fuga o inquinamento delle prove.
L’inchiesta – avviata quasi tre anni fa dal procuratore Marcello Viola – ha già portato all’apertura di numerosi fascicoli, con alcuni procedimenti giunti alla fase dibattimentale. Al centro, decine di operazioni immobiliari sospettate di irregolarità: in particolare, nuovi edifici che sarebbero stati mascherati da semplici ristrutturazioni, eludendo così l’obbligo di piani attuativi.
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