Climate change, sei imprese italiane fra le migliori a livello globale

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25 Ottobre 2017

Il raggiungimento degli obiettivi fissati nell’accordo sul clima raggiunto alla conferenza di Parigi (COP21) richiede un costante monitoraggio delle prestazioni delle imprese in tema di mitigazione dei cambiamenti climatici. È per questa ragione che è nato il Carbon Disclosure Project (CDP), che analizza le prestazioni ambientali delle imprese quotate in tre ambiti (cambiamento climatico, acqua, foreste). Informazioni che vengono poi utilizzate da ben 827 investitori che rappresentano oltre 100 trilioni di dollari di fondi in gestione.

Le valutazioni del CDP forniscono agli investitori istituzionali e agli stakeholders uno strumento per monitorare gli sforzi delle aziende nell’attenuare i cambiamenti climatici, con valutazione che vanno dalla A (la migliore) alla D. «Quest’anno – si legge sul sito dell’iniziativa, che ha base a Londra – abbiamo riconosciuto 160 società come pionieri sul temi del climate change, della sicurezza dell’acqua e sulla deforestazione». Sono circa il 5% delle società partecipanti al programma di monitoraggio.

Fra le 112 società incluse nella “Climate A List” sono presenti i gruppi italiani Intesa Sanpaolo, Brembo, Enel, Iren, Snam, mentre nella sezione “water security” figura Fiat.  «Questo importante riconoscimento dell’impegno di Intesa Sanpaolo in ambito ambientale, e in particolare per lo sviluppo di un’economia a basse emissioni di carbonio, ci conferma leader tra le società quotate nel mondo – ha commentato Carlo Messina, Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo – Con il nuovo Piano pluriennale di sostenibilità ambientale del Gruppo contiamo inoltre, tra gli altri obiettivi, di ridurre significativamente le emissioni di CO2 riconducibili ai consumi energetici».

Nel 2016 Intesa Sanpaolo ha destinato il 3,1% del totale dei finanziamenti con finalità a beneficio ambientaleper un totale di oltre 1,7 miliardi di euro; usa oltre il 95% di energia elettrica da fonte rinnovabile acquistata in Italia ed è stata in grado di ridurre i consumi elettrici del 4,7% e le emissioni dei CO2 del 13,1% rispetto al 2015. Pochi mesi fa ha emesso inoltre un “green bond” da 500 milioni di euro per il finanziamento di progetti dedicati alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica.

Soddisfazione è stata espressa anche da Ettore Rocchi, vicepresidente di Iren: «La sostenibilità è sempre più parte integrante del modello di business del Gruppo e un importante fattore di sviluppo per tutti i settori di attività aziendali. Gli obiettivi di lungo termine su cui siamo impegnati, sono legati alla creazione contestuale di benefici per la società attraverso azioni per la tutela dell’ambiente e della qualità della vita delle comunità in cui operiamo».

 

TAG: carbon disclosure project, clima, climate change, COP21
CAT: clima

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