Le insostenibili condotte dell’Eurasia

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10 Dicembre 2015

L’OIL E’ SEMPRE VIRGIN?

E’ la domanda che ci si pone sempre al distributore del carburante. Magari avendo sul sedile dell’auto il giornale, un qualunque giornale che titola a caratteri evidenti, se non cubitali, del calo del petrolio a meno di 40 $ (dicembre 2015). Il prezzo alla pompa è stato in costante e progressiva ascesa fino al 2014. Poi la crisi asiatica ne ha ridotto  la domanda, l’offerta è costretta a far scendere i prezzi, e per ultimo concomita un altro fattore: da circa 2 anni, gli USA hanno cominciato ad estrarre shale oil nella misura di 7 milioni di barili extra al giorno (dati 2015). Contestualmente sono state ridotte le importazioni saudite ed i paesi OPEC hanno reagito abbassando il prezzo del barile. Anche se i consumatori italiani non se sono accorti perché e’ nota la discrepanza tra costo del greggio, pur ridotto a  40$ barile, ed il prezzo alla pompa.

Inoltre, negli anni antecedenti al 2008, la spesa totale era nettamente inferiore alla produzione, secondo il più elementare rapporto di domanda e offerta: oggi le due curve tendono a sovrapporsi, nel segno di uno squilibrio di mercato per il quale alla variazione della domanda non corrisponde più una spesa equiparata che cresce indipendente dall’altra variabile.

Ciò starebbe a significare due fenomeni importanti per il mercato italiano: l’aumento delle accise sui carburanti, parametro quasi fisso, e l’aumento del profitto nell’ambito della filiera, dalla produzione al dettaglio, variabile indipendente e poco controllabile. Accise e tasse gravano sul prezzo alla pompa nella misura del 63% per la benzina e 58% per il gasolio contro medie europee del 58% e 51% rispettivamente.

Sintesi sulle leggi sulle accise

E’ stato il 2011 l’anno peggiore per gli aumenti delle accise sui carburanti con le seguenti Leggi: n.10 del 26.2, n.75 del 26.5, n.214 del 22.12 con importi che vanno da un minimo di 0,0073 € ad un massimo di 0,0821€. Seguono le Leggi n.122 del 2012, e nel 2013 le Leggi 98, 112 , 124 e 147 Legge di Stabilità. Altre due leggi del 2014, la Spending Review n.89 e la Competitività n.91 con decorrenze derogate agli anni a venire (2017-2019). Si deduce che il consumatore italiano non avverte l’elastico  sul prezzo sul greggio, dovuto alla costante presenza delle accise,che, con relativi aumenti, ammortizzano le possibili riduzioni. Lo spread energetico con l’Europa, mediamente sui 22 centesimi, è destinato ad aumentare per effetto dei nuovi aumenti previsti sin dal 1° gennaio 2015 (D.lgs 2013) e stimati sui 2,5 centesimi. Diverse clausole di salvaguardia contenute nelle varie Leggi di Stabilità sin dal 2013 prevedono aumenti fino al 2021 per un ammontare totale di oltre 3,2 miliardi di euro (al netto dell’Iva anch’essa destinata ad aumentare). Segno che sui carburanti non cesserà il peso fiscale.

Al netto di tutte le clausole previste, l’aumento complessivo previsto si aggirerebbe sui 10/12 centesimi euro/litro. Si può agire dunque per calmierare i prezzi, riducendo la filiera, non certo a “Km 0” come voleva Mattei (gas e petrolio estratti dal suolo italiano) ma importando con il minimo delle intermediazioni possibili che poi sono alla base dei rincari.

La filiera dunque è un problema  che Enrico Mattei al tempo dell’ENI , quello di trincea, aveva risolto andando a cercare il petrolio o in casa- ma ne trovò pochissimo mentre rinvenne sterminati giacimenti di gas- o andando nei paesi con il sottosuolo ricco, non ancora produttori che a lui e solo a lui lo vendevano perché operava con un contratto fifty-fifty. Cosa che le Sette sorelle non si sognavano neanche.

Quando il mercato ha assunto l’aspetto odierno, sono nate improvvise società di intermediazione che hanno allungato la filiera. E di questo pagano le conseguenze i consumatori. Dopo la dissoluzione dell’URSS, lo scenario geo-politico in MO è drammaticamente mutato. In questi ultimi tempi, due sono gli scenari geo-politici di interesse primario: il Medio Oriente o quel che ne resta, squassato dalla guerra che si consuma nel Nord Iraq. Questo scacchiere ha superato per dinamiche evolutive e per gravità la sempiterna contesa tra palestinesi e israeliani. Il nocciolo di questa guerra asimmetrica, della quale peraltro è difficile comprendere agonisti ed antagonisti, si consuma per la supremazia su un territorio cruciale per il passaggio ed il trasferimento di oil e gas da quelle zone verso Europa e Occidente. Un conflitto che ormai data dal 1990 su un’area, un tempo OPEC, ma ora con un nuovo tourbillon di rapporti tra Iran, Turchia, Russia e USA. In mezzo l’ISIS.

L’altro scenario è il drammatico cambiamento climatico per effetto dell’uso irrazionale di fossili. La Conferenza di Parigi (COP21) stenta a partorire una risoluzione che il mondo civile aspetta perché gli interessi nel settore petrolifero sono duri a morire.  Queste dunque le tematiche che affronta il Volume “Virgin Oil, le insostenibili condotte dell’Eurasia”, edito in e-book e poi in forma cartacea dall’Editore Cristian Cavinato di Brescia.

La prima parte di questo volume è un percorso a ritroso sul sentiero dell’oro nero e questo ha portato a scoprire l’Eurasia, un coacervo geopolitico dove le risorse del sottosuolo, gas, metano, petrolio, rame ed altro sono miracolosamente apparse in superficie dopo il dissolvimento improvvido dell’Unione Sovietica. Lì la lingua locale si arricchisce anche dell’idioma italico trasferito, a migliaia di kilometri dai nostri confini, da volti della politica nostrana.

Nella seconda parte del volume si cerca di comprendere le problematiche che l’Oil Life ci impone, la tipologia dei guasti sulla salute e sul portafogli nella speranza di adeguare i nostri stili di vita mediante energie alternative finora utilizzate in percentuali irrisorie. Un invito dunque a comportamenti più sostenibili, alla prevenzione di molte patologie legate alla diffusione dei gas tossici, con un occhio alla spesa, diventata ingovernabile per aumenti diretti ed indiretti, tramite tassazioni visibili ed invisibili, sui carburanti. In Italia tutto potrà anche cambiare ma il balletto delle accise durerà per sempre.

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TAG: eurasia, isis, petrolio
CAT: clima, energia

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