“Il Veneto laborioso e porcellone”: il nuovo paziente zero nelle cronache locali

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5 Luglio 2020

«La vera storia del focolaio di Coronavirus ha dell’incredibile perché ricalca perfettamente la trita parodia del Veneto laborioso e porcellone. Un cluster a luci rosse e preghiere». A raccontarlo, con dovizia di particolari, è Filippo Tosatto sulle pagine del Messaggero Veneto.

Appena riaperte le frontiere, il 24 giugno, un imprenditore della Laserjet srl, 65 anni, è partito per un viaggio di lavoro in Serbia con un due collaboratori e un amico, complice una visita alla sede locale dell’azienda. Qui sarebbe venuto in contatto con uomo del personale risultato poi positivo e che, stando a quanto sostenuto dal governatore Zaia, sarebbe deceduto. I quattro rientrano a Sossano in auto. L’imprenditore, per spezzare la noia, chiama una massaggiatrice cinese che lo raggiunge nella sua villona e consumato il rapporto decide di ripartire l’indomani con la stessa comitiva. Stavolta i quattro vanno a Medjugorje, luogo dell’apparizione della Madonna per molti, in Bosnia Erzegovina. Quando ritornano in Italia è il 27 e l’imprenditore accusa febbre a 38, inappetenza, dolori articolari. Ma come è possibile che in così pochi giorni se si è contagiato in Serbia l’uomo accusi già sintomi gravi? Non ci vogliono due settimane per sviluppare i sintomi?

Comunque, nonostante febbre e malessere l’imprenditore continua a lavorare, si sposta tra diversi paesi vicini, va a un funerale e pure a una festa di compleanno con un centinaio di invitati. Insomma, non si è fatto mancare nulla. Il giorno dopo le sue condizioni però peggiorano e si rivolge al pronto soccorso di Noventa Vicentina, dove gli fanno il tampone e risulta positivo al Covid. Non solo non collabora con il personale ma rifiuta anche di essere ricoverato e se ne va firmando le dimissioni volontarie. Soltanto Enrico Grandis, il sindaco di Sossano, riuscirà poi a convincerlo a collaborare con le autorità fornendo l’elenco delle persone con cui è stato in contatto  e gli spostamenti che ha fatto nei giorni precedenti. Peccato che omette un paio di cose, ad esempio che gli invitati alla festa in cui è andato erano appunto un centinaio, tra cui alcuni bambini. Nel frattempo l’industriale viene ricoverato in rianimazione e segnalato alla Procura della Repubblica.

Gli amici, risultati anche loro positivi, e svelano i dettagli per ricostruire la vicenda. Anche la massaggiatrice è positiva ma nega il contatto con l’imprenditore.

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Foto tratta dalla pagina Facebook Sei di Sossano Se 

 

TAG: coronavirus, Covid_19, paziente zero, Sossano, Veneto
CAT: costumi sociali

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