Racconto Domenicale Antimafia II

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7 Giugno 2018

Le Elezioni Europee a Roccaducina

La notizia della morte del Nonno Jo lo colse mentre era in lezione con i suoi studenti. Il Nonno paterno, Jo Macaluso, rappresentava molto per lui. Fu proprio il Nonno che lo volle chiamare Michael come nel Padrino nel quale in fondo si identificava. Per carità, mai nessun cedimento alla Famiglia Gotti che lo aveva corteggiato per anni, ma in cuor suo era un pater familias e fin qui tutto nell’alveo cattolico. Ma era anche un Boss della plastica e aveva dovuto resistere alle tentazioni del mercato oscuro, che riapre i battenti quando Wall Street chiude. Tra tutti i nipoti Michael era quello più simile nel piglio e contropiglio, nell’ironia, nel sarcasmo con cui trattava il padre, insensibile in vece a quel titillare di coscienza che è tipico dei siciliani quando impugnano non l’arma ma la lingua al vetriolo che fa male quando viene brandita!

Michael non aveva seguito i fratelli nella conduzione del business. Si era dedicato agli studi e li aveva perfezionati con la capacità del siciliano che si rimbocca le maniche in tre occasioni: quando deve difendere l’onore di famiglia, quando deve arare il terreno e quando deve studiare. Lui optò per quest’ultimo utilizzo del gesto e rovinò un intero set di camicie, all’uopo acquistate. Studiò a Stony Brook, università chic e demodè al contempo con la sua architettura futurista che cela menti sofisticate e avvezze a grandi risultati. Si laureò in Medicina e alla soglia dei 35 vinse la Cattedra di Fisiopatologia Cardio-Respiratoria. Eccezion fatta per i riti congressuali, la sua vita si svolgeva in famiglia con Sharon, che poi era l’avvocatessa che lo aveva difeso in un processo quando fu investito da un drunk (ubriaco).

Finita la lezione, ricevette dunque la telefonata di Sharon. Toccava a lui andare in Italia nel loro paesino per i funerali e rappresentare la Famiglia. In aereo non chiuse occhio: tormentato dal dolore, con la malcelata insofferenza per doversi presentare a tutti, lui così schivo, spiegare di quanti adesso fosse composta la famiglia, stringere quelle mani e parlare quel dialetto di cui ricordava poco o nulla. Qualche frase: càlati junco cà passa la china, nenti sacciu e nenti vitti, frasi che gli davano l’idea di una mentalità passata che certamente era anche trascorsa. Siamo nel 2019, la Siggilia sarà pure cambiata. Finalmente arrivò alla capanna–stazione di Roccaducina. Un solo uomo, vestito da campiere, con la giacca di velluto, che era quella della festa malgrado il maggio fosse già afoso. Appena lo vide, l’uomo cominciò a starnazzare, agitando le braccia e correndo verso di lui Michè, Michelino beddu, veni ccà. Michael si chiese come mai lo conoscesse già, forse qualche foto del Nonno, chissà. Si presentò come Giovanni, cugino del nonno, lo baciò avidamente e lo fece accomodare nella vettura lavata per l’occasione. Una normalissima Alfa Romeo, un po’ datata ma Giovanni amava prendere le curve in modo disinvolto, diciamo, radendo l’erba della corsia contro-laterale.

Come fu e come non fu, non raggiunsero casa, né albergo, né un caffè ma il Municipio dove l’aspettava il Sindaco Calò. Striscia Tricolore un po’ sbiadita e stretta sulla pancia prominente, lo sequestrò parlandogli non di suo Nonno e delle sue virtù ma di lui stesso medesimo Michael che il Nonno gli aveva descritto come un Grande Personaggio che avrebbe dato lustro a Roccaducina.

Come fu e come non fu, dopo le esequie, Michael fu presentato ai maggiorenti della zona che gli proposero, visto che parlava un dialetto perfetto, di presentarsi Candidato alle Elezioni Europee. Ma io –balbettò lui – ho famiglia, università, i miei studenti. Nessun problema, fai venire Tua moglie e in capo a un mese, tanto ci voleva, sarai a Bruxelles a fare il deputato di Roccaducina. Non potè rifiutare: una lettera-testamento del Nonno lo obbligava a quel passaggio.

Arrivata Sharon, si organizzò il Comitato Elettorale di Michael Macaluso, con slogan MM a Bruxelles. Lui allora chiese al Sindaco se ci fossero media in appoggio, radio locali, TV, giornali. Il Sindaco rise

– Micheluzzo, qua le elezioni si fanno in modo diverso. Tu devi solo andare da Don Tano e Don Caio, presentarti, dirti che ti mando io. E sarai Deputato.

-E i comizi?

– Ma quale comizi, futtitinni, goditi la vacanza con Sharon ma non rifiutare nessun invito a pranzo o a cena.

-Ma scusi Sindaco, io avrei pensato al progetto della Diga dello Scannafosso, per aumentare l’acqua, oppure ad una centrale fotovoltaica.

-Nooooo, replicò il Sindaco, nooooo queste cose vanno bene pè l’Ammerica ma non qua. Qua ci vuole la luce e le relative bollette, sennò di cosa si devono lamentare, poi devono dire che non hanno mai acqua sennò i fondi comunitari non arrivano mai. Comunque vai dal Sindaco di Passo della Fratta e fatti dire cosa ha di bisogno. Lui obbediente andò da Don Calogero Cocilovo il quale fu subito esplicito.

-Beddu mio, non so se posso aiutarti, vedi quel sacchetto di carta (che in effetti cercava migliore destinazione che un pavimento).

-Sì, Sindaco lo vedo, ma è vuoto.

-Certo Beddu mio, ora è vuoto, ma stamattina era pieno di 200 mila € che mi portò l’assistente dell’Assessore. Se tu mi assicuri 200 mila + 1 €, i voti di Passo della Fratta, Monte Capuzzo, San Agostino e Valle Chiatta sono tutti per te.

Allibito ma non troppo, Michael rifiutò e lo salutò. Doveva recarsi a Pietra Isidora per un dibattito sul locale ospedale che volevano chiudere. Lì protestò dicendo che non andava chiuso ma riconvertito come ambulatorio territoriale pubblico al 50% con un project financing privato. La folla ascoltò e quando lui finì fu avvicinato da un signore alto, distinto nel tratto che lo abbracciò e gli disse. Onorevole, lei è troppo bravo, intelligente, e ha una moglie bellissima. Ma lei in America vuole tornare ancora maritato o vedovo, perché accussì ci torna vedovo.

Con le pive nel suo povero sacco, ormai convinto di essere ostaggio, Michael tornò dal Sindaco di Roccaducina e gli raccontò tutto. Mentre il Sindaco ascoltava senza profferire parola, lui si inalberò e disse:

-Ma insomma anche il gruppo politico d’opposizione, Sicilia nell’Universo Stellato, urla e protesta. Perché noi dobbiamo accettare questo?

Il Sindaco smise di ascoltare e gli disse:

-Vedi Michael, qui non c’è nessuna opposizione. Siamo tutti nella stessa barca contro il Potere, perché qui il potere siamo noi. Le elezioni qui da noi sono come una palla di vetro, ci puoi vedere futuro, passato e presente tutt’immiscato ( tutto mescolato). Qua si sa perfettamente quanti voti prenderai, quanti ne prenderanno quelli di Sicilia nell’Universo Stellato perché lo abbiamo proprio deciso qualche giorno prima che tu arrivassi ma ci mancava il candidato. Capisti ora? Buona notte Michael, va curcati cà domani sarai Deputato dell’Europa. Poi potrai tornare all’Ammerica e farti i fatti tuoi.

O mutos deloi oti, diceva Esopo. La vicenda elettorale, solo apparentemente romanzata, è davvero avvenuta in occasione delle Europee del 1999. Esito: 4 gomme di una SAAB nuovissima bucate con un cacciavite. Ah sì, nessuna elezione, perché la lista non raggiunse il quorum in nessuno dei 5 Collegi, malgrado la capolista fosse una personalità antimafia d’eccellenza. L’antimafia, che non si traduce vincente nelle urne, è la solita chiacchiera all’amatriciana. Ultima considerazione. Corruzione, voto di scambio o quant’altro e mafia non vanno solo in serie, in automatica cadenza, ma anche in parallelo e casomai la corruzione è un corollario necessario solo laddove la Mafia non e’ dominante, ma finchè è mentalità subdolamente strisciante, nebbia pervasiva e persuasiva delle coscienze, non ha bisogno di corrompere i suoi simili.

TAG: elezioni, Mafia e antimafia, Sicilia
CAT: costumi sociali, Criminalità

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