Caccia alla volpe

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1 Maggio 2019

Periodicamente il branco si avventa sulla preda di turno. Dovrei averci fatto l’abitudine ma i dettagli sono sempre stomachevoli. La bava alla bocca, il fetore del piscio per marcare il territorio, le femmine in calore e i maschi arrazzati che si accoppiano e restano incastrati fino a quando il capobastone non li stacca a randellate…sangue, merda e sperma; inutile perché questi rifiuti della specie sono sterili, oltre che cretini. Un cul de sac evolutivo che, come un troiaio, risuona di grugniti da ogni angolo del web. I fatti: una signora, durante una manifestazione antifascista, s’è permessa di urlare, disarmata contro un cordone di poliziotti in assetto antisommossa: “Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire”. Cose dette migliaia di volte e chiunque abbia mai partecipato a una sola manifestazione lo sa benissimo, gli altri danno fiato alla bocca per malafede o per stupidità. In ogni caso gli apripista (i Renzi, i Salvini, i Di Maio per non parlare della feccia giornalistica…) hanno immediatamente stabilito che a crepare debba essere invece lei: “va licenziata in tronco”. Una maestra precaria di trentotto anni. Che a trentotto anni si possa essere precari dovrebbe fare evaporare dalla vergogna proprio i signori di cui sopra, che da anni vivono da parassiti. Invece non riesce a fornire a nessuno di loro lo sbrendolo di pudore e dignità necessari a tacere. Ma lo schifo che mi fanno non è neppure lontanamente paragonabile alla nausea che mi provoca il branco dei perbenisti da tastiera che azzanna rabbiosamente il suo pezzo di carogna. Perché ciascuno di questi cani rabbiosi sa, per quanto sia un ipocrita, di aver pensato e detto (mai a voce alta, per carità, perche quelli come lui tengono sempre famiglia) parole mille volte peggiori al vigile urbano che gli ha fatto la multa, al professore che ha messo tre al figlio e al pakistano che ad ogni incrocio gli vuol lavare il parabrezza. E allora? E allora non si tratta certo di quello che questa donna ha detto. Si tratta solo di quello che stava facendo. Osava ribellarsi. Lo faceve bene? Lo faceva male? Non lo so e me ne fotto. So che, bene o male, lo faceva. Faceva qualcosa che né loro né i loro figli avranno mai le palle di fare. Ed è proprio questo che provoca la canea. Così, mentre chi ha macellato alla Diaz è stato promosso o è rimasto al suo posto con un encomio, ad una precaria di un metro e sessanta che s’è permessa, disarmata, di urlare “crepa” a un esercito di celerini con tanto di idranti, scudi, manganelli e pistole abbiamo eroicamente tolto il pane dalla bocca. Complimenti. Ora, carissimi professori di vita, tenetevela pure la vostra vile retorica sugli “eroici tutori dell’ordine”. Tenetevi pure le vostre citazioni di un Pasolini che non avete letto e non siete in grado di leggere e di capire. E giacché ci siete tenetevi pure questa nazione di bestie rabbiose e latranti. E’ tutta vostra e da domani, mi raccomando, tornate ad annusare il culo ai vostri capibranco.

p.s.
Vorrei tanto esentare imbecilli e benpensanti dai commenti ma so che si tratta di un’esenzione inutile.

Desidero però precisare due cose.
La prima ad uso dei controllori e dei pedanti (so per esperienza che ce n’è sempre in abbondanza): questo pezzo l’avevo scritto e pubblicato all’epoca dei fatti ma lo ripubblico (con lievissime modifiche) solo per dare atto del pieno successo, in una data così gonfia di miserabile retorica sul “lavoro”, di questa ignobile caccia alla volpe che finalmente, se non altro, mette quella retorica al posto che le spetta.
Per quanto riguarda la seconda lascio la parola alla stessa Lavinia che, molto gentilmente, mi ha scritto:

Grazie infinite.
Uno scritto spontaneo, diretto, rabbioso ed efficace.
Colmo di AMORE e RISPETTO verso l’UMANITA.
Quell’ umanità che fatichiamo a vedere ed incontrare in questa Italia contemporanea, tanto confusa ed indifesa …(indifendibile, ahinoi!).
Solo un piccolo appunto, per AMOR DEL VERO:
io sono stata un’insegnante precaria per 10 anni.
Nell’Anno Scolastico 2016/167sono stata immessa in ruolo.
Ho sostenuto ed infine superato l’anno di prova.
Ero di ruolo da due anni.
Solo ed esclusivamente per questo motivo è stato possibile, per il ministero, licenziarmi (anzi DESTITUIRMI) in tronco.
Se fossi stata ancora precaria, tutto sto delirio, non sarebbe potuto accadere.
L’unico caso in cui essere precaria sarebbe stato più conveniente che essere di ruolo!!!
Ma tant’è.
Questa è l’Italia di oggi.
Un Italia che non mi piace affatto.
Lavinia Flavia Cassaro

TAG: Cultura, Facebook, giornalismo, governo, italia, Luigi Di Maio, Matteo Renzi, matteo salvini, politica, scuola
CAT: costumi sociali, Media

Un commento

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  1. Nell’Italia repubblicana e postfascista la manifestazione di un giudizio di natura politica non può essere oggetto di un provvedimento punitivo e repressivo !

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