Arte
Una vita da Barbara. Dal futurismo all’Albero della pace
27 settembre – 08 dicembre 2025 MUST Museo del territorio – Vimercate MB, a cura di Simona Bartolena

dalla serie: Genesi Cosmica
olio su tela, 80 x 120 cm, courtesy (dal catalogo della mostra)
Ci sono figure che non smettono di illuminare la vita anche se, per un tratto, la loro luce viene velata dalle distrazioni delle mode, dal prevalere di un coacervo di proclami, messaggi, icone passeggere. È il caso di Olga Biglieri Scurto in arte Barbara, pittrice, anzi aeropittrice futurista ai suoi esordi come artista, come anche abile aviatrice, animatrice culturale, autrice televisiva e radiofonica, attivista e pacifista. Una figura prismatica, impossibile da incasellare.
Adesso una bella mostra curata da Simona Bartolena, che si avvale della collaborazione del nipote e curatore del lascito della nonna- a sua volta artista raffinato- Emanuele Panzera, ne ripercorre la vita esemplare.
La mostra, e il ricco catalogo, rievocano le tappe della pittura di Barbara permettendo di condensare in una summa visiva le sue opere d’arte, eterogenee per stile e ispirazione.
Olga Biglieri avvia la sua carriera nei venti scomposti del futurismo, Tommaso Marinetti la seleziona per presentare la sua ricerca di aeropittura al Salone futurista. Fu proprio lui a ribattezzarla come “Barbara” per la sua natura indomita e proteiforme. La giovane artista fa proprio l’eteronimo attribuitole dal celebre scrittore, abbracciando la temperie culturale di quegli anni.
Non ripercorreremo in dettaglio le tappe di questa vita esemplare del quale l’esordio aeropittorico rivela la forza acrobatica e l’energia indomabile, né sveleremo dettagli che il visitatore potrà ammirare di persona visitando la mostra al MUST di Vimercate, visibile fino al giorno dell’Immacolata. Vorremmo invece sottolineare il piacere della scoperta di una figura irradiante, carsica.
Proveremo a delineare brevemente il percorso di una pittrice che non ha avuto bisogno di confermarsi, accasandosi in un genere, uno stile o una maniera di essere nel mondo; vorremmo provare a rendere il movimento di questa vita artista capace di far saltare i codici di provenienza per riprodurre, in una circolarità virtuosa, i passaggi di un’evoluzione creativa che non ha temuto di fermarsi, riprendere, cambiare direzione.
Olga Biglieri disattiva le immagini di sé, ci gioca sapientemente come solo una grande artista può fare: parte futurista dipingendo vedute aeree mentre sperimenta l’ebrezza del volo; sposa uno scrittore d’avanguardia, Ignazio Scurto, aderisce al Manifesto della donna Futurista per poi allontanarsi da questo mondo rampante, energico, votato al progresso attraverso il conflitto.
Barbara perde il marito molto presto, smette di dipingere, si occupa della famiglia; poi riprende il pennello in mano, si trasferisce dal Nord, dove è nata e cresciuta, a Roma, sua città d’elezione. Riprende a dipingere esplorando i generi, gli stili e soprattutto il colore e le sue possibilità espressive pure. Diventa autrice radiofonica e televisiva, nel frattempo continua il percorso parallelo di artista, viaggia tanto, abbracciando visioni difformi.
Per un tratto, Barbara diviene minimalista e simbolica, la sua pittura si fa archetipale, percorre il primigenio e le forme mitiche. Questa donna creativa infine, oramai matura, suggella il suo percorso verso la bellezza come culla dell’armonia dei contrasti, con la sua opera “L’Albero della pace”.
La celebre tela nasce lavorando sulla pittura e il colore con dei bambini in un parco di Roma. Olga Biglieri trasforma la sua arte in una performance di pace: i bimbi, i passanti, poi una turista giapponese, Machiyo Kurokawa, appongono con il colore il palmo della loro mano su una grande superficie; in seguito l’artista porterà la sua opera alla Camera dei Deputati; le mani diverranno tantissime, una marea di segni di prossimità adesso conservati, per espresso desiderio della pittrice, presso l’Hiroshima Peace Memorial Museum. Tale opera performativa ed etica le varrà la candidatura al Nobel per la pace.
L’eredità di Barbara rimane con noi come un velo dorato che non si stacca dagli occhi, incrosta la nostra vita dei suoi cunicoli di luce. Per Olga Biglieri vale ciò che gli antichi, con le loro storie dei grandi personaggi, volevano originare: la forza impressa, docile ma inamovibile, dell’exemplum.
La vita di Barbara rappresenta infatti il fiotto esemplare dell’esistenza; Come lei ci ha insegnato, dobbiamo continuare a sabotarci, librarci aerei sulle pose, le abitudini, per fare spazio al nuovo rimestante nella polla antica della creazione.
Olga Biglieri Scurto in arte Barbara

            
            
            
            
Devi fare login per commentare
Accedi