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Trasporti

Manutenzione, investimento e non costo per la politica

di Monica Mandico
28 Aprile 2018

La manutenzione delle infrastrutture comunali a servizio del pubblico è un argomento trasversale e complicato, che incrocia varie aree e discipline. Non è possibile parlare solo della problematica tecnica, scorporandola da tutto il resto, pena la perdita della sua reale essenza ed importanza. Le spese sostenute in manutenzione non dovrebbero essere portati a bilancio come costi, ma come operazioni di investimento il cui guadagno è l’efficienza dell’opera oltre che la relativa sua sicurezza, questo secondo aspetto addirittura con un valore aggiunto incalcolabile, se per sicurezza individuiamo quella che salvaguarda la salute degli utenti e la vita del personale operativo.
Nel nostro paese non c’è una corretta cultura della manutenzione e di conseguenza non si investono le risorse necessarie per assicurarla. Potremmo parlare all’infinito sulla manutenzione delle strade.
Trovo uno scempio quello che sta accadendo ultimamente con i lavori relativo all’installazione delle linee a fibra ottica.
Un inverno freddo e piovoso ha causato un deterioramento del manto stradale che non vedevo da decenni e associato al fattore su citato, ha reso, in particolar modo per l’utente a due ruote, la situazione molto pericolosa.
Pensare di risparmiare risorse per utilizzarle per opere nuove che garantiscono una visibilità maggiore è uno strumento ormai desueto e già sfruttato, cosa che invece non si può fare per un lavoro di manutenzione seppur straordinaria ma dove a seguire non vi è nessuna manifestazione in pompa magna per inaugurazioni e proclami del fare. Così ci troviamo in un paese dove crollano le strade, dove alcune strutture devono essere chiuse per prevenire guai peggiori, dove gli acquedotti arrivano a perdere oltre il 10% dell’acqua che portano.
La diagnostica e l’analisi dei guasti è ormai un’attività fondamentali per risalire dagli effetti alle cause, per misurare le caratteristiche e le prestazioni significative delle unità in modo da metterne sotto controllo lo stato fisico ed identificare le vie per migliorarne l’affidabilità. Ma è la manutenzione preventiva l’ attività (che si effettua prima del guasto – avendo il fine di prevenire le avarie) fondamentale.
La principale difficoltà da superare operando nella manutenzione è quella di riuscire a coniugare gli obiettivi di breve periodo con quelli di medio periodo. Ciò permetterebbe a queste attività di poter essere organizzate e rese sistemiche, in modo da essere più efficaci ed efficienti anche nell’ottica della prevenzione e non diventare poi opere mastodontiche, incomplete e con molteplici disagi legati a fermi e o sospensioni lunghissime del servizio, specialmente quello ad uso del pubblico.
La previsione delle attività manutentive e della relativa spesa, effettuata al fine di pianificare e ottimizzare il costo in relazione alla vita residua e alle modalità di esercizio del bene, deve essere non solo un’attività tecnica ma un attività sotto il controllo della politica.
Fanno bene i commercianti del Vomero, con Enzo Perrotta a preoccuparsi di quello che accadrà con il blocco della funicolare di Chiaia. L’associazionismo civico  si muove per opporsi alla chiusura della funicolare di Chiaia. La manutenzione dell’impianto deve essere effettuata obbligatoriamente entro il prossimo mese di settembre. La chiusura della funicolare è una vera catastrofe per tutti gli utenti e per i commercianti che vedrebbero ridursi significativamente la “fetta” di avventori provenienti dal centro di Napoli. Potenziali acquirenti ai quali non resterebbero, per almeno nove mesi, altre alternative che la metropolitana o il bus. Da domani vi sarà, in piazza Vanvitelli a Napoli , una raccolta di firme per dire no alla chiusura dell’impianto prevista per settembre.  La proposta delle associazioni è quella di chiedere una ulteriore proroga della manutenzione ventennale – si possono chiedere fino a quattro proroghe, quella dello scorso anno era la prima – e, nel frattempo, attendere l’intervento della Regione che sarebbe pronta a “dare una mano” al Comune di Napoli. «La nostra raccolta firme – spiega Enzo Perrotta, presidente del Centro Commerciale Naturale Vomero-Arenella – ha lo scopo di fare da ponte tra la Regione e il Comune di Napoli su questa delicata questione. Per ottenere la proroga della manutenzione per un altro anno sono necessari circa 300.000 euro da destinare alle opere di manutenzione più urgente, grazie ai quali si potrà ottenere il beneplacito da parte dell’Ustif ad una ulteriore proroga. Ne Anm ne il Comune, però, hanno a bilancio queste somme. La Regione – ha proseguito – si è resa disponibile ad aiutare il Comune, purchè arrivi una richiesta ufficiale. Ci stiamo mobilitando anche perchè il Comune non ha i fondi per mettere a bando i circa sette milioni di euro necessari a creare la gara internazionale per la manutenzione ventennale. Il rischio – afferma – è quello di tenere la funicolare chiusa e non avere un bando attivo. Cosa che significherebbe praticamente chiusura a tempo indeterminato».  Numeri da capogiro quelli fino ad oggi “macinati” dalla funicolare di Chiaia. I passeggeri stimati sono circa 13.000 al giorno (con picchi nei fine settimana), per un incasso che si aggira intorno ai 3 milioni di euro annui.  Una voce d’incasso importantissima, quindi, per Anm che è alle prese con una situazione economica a dir poco disastrosa.  Una eventuale proroga potrebbe dare ulteriore “respiro” alle disastrate casse dell’azienda napoletana di trasporto pubblico. Ma bisogna trovare subito 300.000 euro, impresa non facile in tempo di vacche magre.

E’ proprio quello che purtroppo ancora non si riesce a comprendere, non può esistere una politica slegata dagli aspetti che riguardano la vita quotidiana di tutti gli utenti.
Cari politici, riflettete.

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