DIG Festival 2020 racconta il coraggio del giornalismo nell’anno della paura
Maledetto duemilaventi: anno di timori, ansie, paure — dovute allo sprigionarsi inatteso di una pandemia globale, ma anche dal concretizzarsi di incertezze e problemi i cui germi sono vecchi di almeno un ventennio, nelle radici profonde del capitalismo, dei populismi e dell’antropocene.
Viviamo nell’età della paura. Una paura che l’emergenza Covid ha fatto divampare, rendendo la nostra società ancora più fragile e ingiusta: dall’insorgenza di nuovi fascismi e regimi autoritari nel mondo, dal razzismo ai movimenti di protesta negli Stati Uniti, fino alle guerre che costringono interi popoli a spostarsi, al cambiamento climatico, alle difesa della democrazia e dell’importanza della cultura nella società.
Ma questo, paradossalmente, è anche l’anno del coraggio, del recupero della memoria e della ricerca di strumenti di cambiamento — un afflato documentato attraverso il racconto giornalistico di professionisti visionari e indomiti. Tutto questo è racchiuso in “Age of Fear”, il tema della sesta edizione di DIG Festival, il festival internazionale di giornalismo investigativo che si terrà a Modena da oggi a domenica 11 ottobre, nel corso di quattro giorni di proiezioni, incontri, momenti di formazione, mostre ed eventi aperti nella città emiliana.
Macro-tematiche, queste, che DIG affronta sotto diversi aspetti, tutti con il giornalismo al centro. Sotto la guida del regista rumeno Alexander Nanau, presidente della giura dei DIG Awards 2020 e autore di “Colectiv”, presentato alla Biennale di Venezia 2019 e al Sundance Festival. Il film di Nanau è semplicemente l’opera sul giornalismo di inchiesta, sul coraggio e sul potere più riuscita e feroce degli ultimi anni, e verrà presentato al cinema Astra di Modena questa sera, alla presenza dell’autore.
L’obiettivo di DIG Festival 2020 è quello di condividere con il grande pubblico la vera agenda del mondo: centinaia di storie, piccole e grandi, che i media mainstream hanno smesso di raccontarci per mancanza di tempo, interesse, o forse per scelta. Raccogliere queste voci rimaste senza ascolto, reintegrando le scalette di quotidiani e telegiornali per ragionarci con gli strumenti dell’approfondimento di qualità, dell’inchiesta e del reportage, è un atto dovuto, oltre che un modo per celebrare il grande giornalismo. Ma è anche un piacere e un rito, che DIG compie portando a Modena i protagonisti di queste storie — proiettando film unici, mai arrivati in Italia, alla presenza degli autori.
A DIG Festival ci saranno anche due concerti in versione unica e “silent” – di Vinicio Capossela, dedicato a Gianni Mura, e del collettivo dei C’Mon Tigre, entrambi nella cornice della Chiesa di San Carlo -, oltre a workshop per giornalisti, panel, sessioni di realtà virtuale, approfondimenti sui podcast, e una serie di assemblee pubbliche coordinate di Christian Raimo: tre momenti di approfondimento culturale per discutere di Storia, Politica e Giornalismo con relatori di eccezione come Franco “Bifo” Berardi, Sandro Portelli, Francesca Coin, Vanessa Roghi, Simone Pieranni, Leonardo Bianchi, Annalisa Camilli e Giovanni De Luna. A margine delle Assemblee, sono previsti tre interventi in esclusiva dello scrittore Ugo Cornia.
Per scoprire tutto il programma di DIG Festival 2020 e per registrarsi agli appuntamenti, gratuiti e a pagamento, clicca qui.
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