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Finanza

Mediobanca, forte dei migliori risultati di sempre Nagel rilancia il no a Mps

Utili a 1,33 miliardi. Nagel: risultati record nel 2025, trainati da attività a basso assorbimento di capitale. ll cda rigetta l’offerta di Monte dei Paschi definendola penalizzante per gli azionisti, senza razionale industriale e con forti rischi.

31 Luglio 2025

Mediobanca archivia l’esercizio 2024/2025 con i migliori risultati della sua storia. L’utile netto si attesta a 1,33 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto all’anno precedente, mentre i ricavi consolidati raggiungono 3,7 miliardi, spinti soprattutto dalla componente commissionale, in rialzo del 14,2% su base annua.

«È stato un anno particolarmente buono per tutti i business –  ha dichiarato l’amministratore delegato Alberto Nagel nel corso della presentazione dei conti – Abbiamo ottenuto il miglior dato nella storia della banca in ciascuna divisione. La crescita è stata trainata da attività a basso assorbimento di capitale, in particolare nel Wealth management, che ha registrato una raccolta straordinaria, pur in un contesto segnato dall’incertezza legata all’Ops di Mps».

Il margine di interesse si mantiene solido a 1,97 miliardi, mentre l’efficienza operativa resta elevata con un cost/income al 43  per cento. Anche il ritorno sul capitale (RoTE) è stabile al 14,2%, e l’utile per azione sale del 7% a 1,64 euro.

Alla solidità dei conti si affianca il consolidamento della strategia delineata dal piano “One Brand – One Culture”, recentemente esteso fino al 2028. «La professionalità, l’indipendenza e la forza del marchio Mediobanca hanno consentito di raggiungere gli obiettivi fissati, superando le difficoltà derivanti da uno scenario macroeconomico complesso e dai riflessi gestionali dell’Ops di Mps», ha rivendicato Nagel.

Ops Mps: il cda conferma il rigetto

Nel comunicato diffuso insieme ai risultati, Mediobanca ribadisce il giudizio negativo sull’offerta pubblica di scambio lanciata da Banca Mps, già espresso nei mesi scorsi. L’operazione, secondo il cda, è priva di razionale industriale e non conveniente finanziariamente per gli azionisti, in quanto propone una valutazione a sconto del 30% rispetto al fair value di Mediobanca.

Inoltre, l’integrazione con Siena comporterebbe dissinergie significative, stimate in oltre 460 milioni di euro, e potrebbe spingere verso un indebolimento del modello di business attuale, esponendo il gruppo a rischi di esecuzione, legali e macroeconomici. Assente, inoltre, qualsiasi piano di valorizzazione e retention delle risorse chiave del gruppo.

«Rigettiamo l’offerta di Mps perché ostativa all’ulteriore trasformazione del Gruppo Mediobanca, insieme a Banca Generali, in un leader del Wealth management e punto di riferimento nel panorama finanziario italiano ed europeo», ha dichiarato Nagel. Con comunicato dello scorso 11 luglio, la banca aveva già bocciato l’offerta ritenendola «del tutto inadeguata e non conveniente».

Focus su Banca Generali e strategia di crescita

Nel frattempo, prosegue il percorso verso l’integrazione con Banca Generali. Il cda ha individuato il 21 agosto come possibile data per l’assemblea straordinaria che dovrà esprimersi sull’operazione, subordinatamente alla conclusione dell’iter autorizzativo prevista per il 18 agosto. La decisione definitiva sarà presa entro il 6 agosto, a valle delle interlocuzioni con Assicurazioni Generali. «Per noi – ha detto Nagel – è importante sotto molti aspetti sottoporre ai nostri azionisti prima, piuttosto che dopo, un’operazione di questa rilevanza. Perché consente agli azionisti di capire quali alternative realmente ci sono, alle controparti di capire se con Mediobanca si può andare avanti in un percorso industriale. Parlo ovviamente di Generali e di Banca Generali. E da un punto di vista di nostra responsabilità come amministratori vuol dire aver messo sul tavolo tutte le opzioni di migliore valorizzazione lasciando ovviamente agli azionisti scegliere quella che loro preferiscono».

Nagel ha concluso sottolineando che «le interessanti prospettive di crescita e creazione di valore sono state confermate con l’estensione del piano strategico. Il nostro percorso è tracciato: non torniamo indietro».

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