Finanza
Neva SGR: Intesa Sanpaolo investe nelle frontiere della nuova energia
Neva SGR, società di venture capital del gruppo Intesa Sanpaolo, interamente controllata da Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha riunito oggi alle Officine Grandi Riparazioni di Torino (OGR) una platea internazionale composta da venture capitalist, investitori istituzionali, imprenditori, manager e startupper. Al centro dell’incontro, le strategie di investimento dei fondi Neva II e Neva II Italia, con un focus sulle nuove frontiere dell’energia e, in particolare, sulla fusione nucleare.
L’Italia, peraltro, ha aderito ufficialmente all’alleanza Ue sul nucleare, dopo avervi preso parte finora in qualità di osservatore. Lo ha annunciato oggi il ministro della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, in occasione della nuova riunione dell’alleanza a margine del Consiglio Energia a Lussemburgo. L’iniziativa, guidata dalla Francia, è nata nel 2023 per promuovere gli interessi dei Paesi favorevoli all’atomo. Oltre a Roma e Parigi, vi aderiscono Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia.
Durante l’evento, moderato dal presidente di Neva SGR, Luca Remmert, alcune figure apicali del gruppo Intesa Sanpaolo si sono confrontate sul tema della sostenibilità e sul rapporto tra capitale e transizione verde in un contesto globale in rapida evoluzione. Sono intervenuti Paola Angeletti, group chief sustainability officer e presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center; Tommaso Corcos, chief delle divisioni wealth management; Gaetano Miccichè, chairman della divisione IMI corporate & investment banking e della divisione international banks; Jacques Moscianese, executive director institutional affairs.
Attiva dal 2020, Neva SGR orienta i propri investimenti verso imprese ad alta innovazione impegnate nell’affrontare le principali sfide globali in quattro ambiti strategici: climate tech & energy transition, life science, digital transformation e aerospace & manufacturing. In particolare, per quanto riguarda la transizione energetica, la società seleziona a livello globale startup e aziende mature in possesso di brevetti e tecnologie potenzialmente rivoluzionarie, con l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione dei settori industriali più energivori, sviluppare impianti di energia stabile (baseload), abilitare l’integrazione delle rinnovabili e migliorare lo stoccaggio energetico e l’efficienza delle reti.
Tra gli investimenti più rilevanti figura quello nella statunitense commonwealth fusion systems (CFS), considerata una realtà d’avanguardia nella fusione nucleare. Fondata nel 2018 come spin-off del massachusetts institute of technology (MIT), CFS ha sviluppato SPARC, un reattore Tokamak per la fusione a confinamento magnetico e primo al mondo a promettere una produzione di energia netta su scala commerciale. L’azienda ha raggiunto importanti traguardi nella produzione di magneti superconduttori ad alta temperatura e ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire la sua prima centrale a fusione in Virginia.
“Neva SGR mette in contatto gli imprenditori italiani con il network globale del venture capital e agevola l’ingresso di imprenditori internazionali nell’ecosistema scientifico e industriale italiano, creando ponti che trasformano idee in opportunità globali” – afferma Luca Remmert, presidente di Neva SGR. “Il nostro investimento in CFS, oltre a finanziare un rivoluzionario progetto dedicato alla produzione di energia pulita da fusione nucleare, ha l’obiettivo di facilitare il contatto con il mondo della ricerca e con la filiera manifatturiera d’eccellenza del nostro paese, con l’auspicio che possano prendere ancora più parte allo sviluppo su vasta scala di questa tecnologia di nuova generazione”.
Anche da parte di CFS viene sottolineato il potenziale strategico di questa collaborazione: “Oltre all’accesso a un’energia pulita, stabile e pressoché illimitata, la fusione potrebbe rappresentare un’opportunità di valore economico soprattutto per l’Italia, perché alcune aziende italiane fanno già parte della filiera produttiva del settore” – dichiara Bob Mumgaard, co-founder e chief Executive officer di CFS. “Se il paese adotterà politiche che supportino l’adozione della fusione, potrà essere tra i primi a ottenere una completa sicurezza energetica in un contesto di crescente domanda di energia, dovuta anche all’impiego sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale”.
Dal lancio del primo fondo nell’agosto 2020, Neva SGR ha superato gli obiettivi iniziali nonostante le difficoltà legate alla pandemia, investendo oltre 180 milioni di euro in 43 società innovative attraverso i fondi Neva First (globale), Neva First Italia (nazionale) e Fondo Sei (ecosistemi innovativi italiani), con un ritorno agli investitori di circa 13 milioni di euro. Con i nuovi fondi Neva II e Neva II Italia, lanciati a settembre 2024, sono già stati investiti circa 24 milioni di euro in due società.
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