De Paoli: serve ascoltare le comunità e promuovere il protagonismo responsabile
In occasione dei suoi trent’anni, Fondazione Cariplo ha lanciato un’iniziativa di ascolto dei territori e delle realtà che anche col sostegno di Cariplo lavorano nel campo del sociale, della cultura e dell’innovazione. In occasione del secondo appuntamento abbiamo raccolto le voci di alcuni protagonisti del terzo settore.
Maurizio De Paoli, giornalista professionista, direttore dell’emittente locale Vco Azzurra Tv, già vicedirettore di Famiglia Cristiana, andato in pensione ha deciso di dedicarsi al servizio del suo territorio, riprendendo peraltro un impegno che lo aveva visto negli anni Ottanta e Novanta consigliere comunale, assessore e sindaco (dal 1987 al 1991) della sua città, Domodossola. Nel 2016 è stato eletto presidente della Fondazione Comunitaria del Verbano Cusio Ossola, incarico in cui sono stato confermato nel 2021. Attualmente è anche vicepresidente dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti Sito Unesco del Piemonte.
Che tipo di territorio è il Verbano Cusio Ossola e quali sono i settori in cui intervenite maggiormente?
La nostra provincia, istituita nel 1992, staccandola dalla provincia di Novara, è un territorio montano e di frontiera (confina infatti con i Canoni elvetici del Ticino e del Vallese, nei quali trovano lavoro circa 6 mila nostri concittadini). Conta circa 155 mila abitanti distribuiti in ben 74 Comuni, 26 dei quali con meno di 500 abitanti. La nostra è una provincia con un alto indice di vecchiaia: 43 mila residenti hanno più di 65 anni; 14 mila sono ultraottantenni. Uno dei settori nei quali interveniamo è appunto l’assistenza domiciliare rivolta agli anziani fragili, grazie al progetto “La Cura è di Casa”, promosso da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando welfare di comunità. Un altro intervento tipico per una zona di montagna è quello che abbiamo dedicato ai volontari che tutelano il patrimonio paesaggistico e prestano aiuto alle popolazioni: Vigili del Fuoco volontari, Corpo dei Volontari Antincendio Boschivo e Soccorso Alpino. Negli ultimi anni abbiamo intensificato anche la collaborazione con il mondo della scuola.
In che maniera la pandemia ha inciso sulla vostra attività e sulle persone o realtà che aiutate?
Ovviamente la pandemia ha ridotto molte delle nostre iniziative, ma al tempo stesso ha consentito alla Fondazione Comunitaria di incrementare il proprio ruolo come ente di riferimento del territorio, come ha dimostrato il risultato della campagna SiAmoilVco che ci ha permesso di raccogliere oltre 600 mila euro destinati ad ospedali ed Rsa per aiutarli a fronteggiare i periodi più drammatici. La pandemia, con i lungi periodi di lockdown, ha inciso molto in particolare sulle attività di aiuto e sostegno alle fasce più fragili, specie quelle affidate alla cura del volontariato più anziano. Inoltre ha impedito di progettare nuove attività e ha rallentato molte di quelle in atto.
Il trentennale di Fondazione Cariplo è anche l’occasione per fare comunità e ragionare insieme sul futuro delle nostre di comunità. Cosa si augura per il vostro territorio?
Il nostro territorio si contraddistingue per una divisione territoriale – tripolare – piuttosto marcata e testimoniata del resto dalla denominazione stessa della nostra provincia, Verbano Cusio Ossola. Una realtà così piccola è stata in grado, tuttavia, di realizzare – grazie al supporto di Fondazione Cariplo – un grande progetto forse unico in Italia (l’acquisto di 9 automezzi, per un costo di 2 milioni di euro) per altrettanti distaccamenti dei Vigili del Fuoco Volontari). Il ruolo della Fondazione Comunitaria è stato decisivo per unire in questa impresa tutti i 74 Comuni. L’augurio è quindi quello che, grazie anche al ruolo della Fondazione Comunitaria, la nostra comunità sappia replicare questa unità di intenti.
Come deve ripensarsi, secondo voi, il Terzo Settore, di fronte ai cambiamenti epocali che attraversano la nostra società? Quali sono le sensibilità di cui abbiamo più bisogno?
Credo anzitutto che occorra promuovere una maggiore capacità di “ascolto” della comunità, per coglierne le reali attese. Quindi, bisogna essere sempre più capaci di trasformare questa “lettura dei bisogni” in capacità di progettare risposte efficaci ed efficienti. Tutto questo cercando di stimolare il protagonismo responsabile dei cittadini, a iniziare dai giovani. In questa direzione credo che le Fondazioni di Comunità possano e debbano avere un ruolo fondamentale e propositivo.
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