Un rifugio per gli animali dimenticati: Pets Angels – Iotoby Onlus

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8 Gennaio 2023
A Cellino San Marco in provincia di Brindisi, immerso tra le campagne, troviamo il rifugio Pets Angels e Iotoby Onlus, dove vengono recuperati e salvati gatti e cani in cerca di rinascita. Un’oasi di pace e di amore in cui si lotta strenuamente per vincere l’indifferenza ai danni di essere teneri ed indifesi troppo spesso ridotti in fin di vita. Un team di volontari che realizzano tutto con le proprie forze. Forze che però hanno bisogno di sostegno per non crollare. Abbiamo incontrato la signora Anna Rita Rizzello che insieme a Giuseppe Mazzotta gestisce il rifugio

 

 

 

 

Cellino San Marco (Brindisi)Quando i verdi occhi di un gatto scrutano dentro di voi potete essere certi che qualunque cosa intendano dirvi è la verità“, scriveva Lillian Moore e questa affermazione risponde all’impossibilità di ignorare lo sguardo di un animale in difficoltà, di un gatto in questa fattispecie, che incrocia il nostro e ci chiede aiuto, o meglio, ci offre il suo di aiuto. Già, perché appare innegabile ormai, come la presenza di un cane o un gatto al nostro fianco, migliori di molto la qualità della nostra vita stracolma di affanni. Un mantra che la signora Anna Rita Rizzello, originaria del luogo, onora quotidianamente.

Il rifugio Pets Angels è un piccolo edificio che spunta tra le campagne brindisine, dove i gatti hanno a disposizione uno spazio immerso nella natura di circa 100 mq in cui poter giocare, saltare, rincorrersi e trovare ristoro in giacigli accoglienti. Un luogo familiare in cui vengono accuditi con il massimo della dedizione e competenza, provvedendo alla cura del loro benessere che passa inevitabilmente dal riuscire anche a fargli dimenticare le brutture e le sofferenze dettate dall’indifferenza o crudeltà del genere umano e farli rinascere alla ricerca di affetti veri e duraturi. Un rifugio che viene condiviso con l’Associazione  Iotoby onlus  gestita dal signor Giuseppe Mazzotta. Per un totale di 70 gatti e 17 cani. Anna Rita e Giuseppe, rappresentano l’anima vera e propria di questo piccolo microcosmo animale, un sodalizio perfetto e devoto ai loro fidi amici, quantomeno per salvargli la vita e garantire loro dignità, pur in una realtà zeppa di ostacoli. Giuseppe si occupa dello stallo transitorio e Anna Rita provvede poi cercare una adozione definitiva per gli animali idonei a lasciare il rifugio.

Una missione che, però, incontra tantissime difficoltà sotto molteplici aspetti. Primo fra tutti quello economico. Il rifugio è costituito da un comitato di volontari e non gode di nessun contributo pubblico, ma si sostenta esclusivamente con donazioni da parte di privati. Con le prestazioni veterinarie, il costo dei farmaci, del cibo e tante altre necessità, le risorse dei volontari sono sempre più difficili da reperire. Ciò nonostante, l’Amore non si può soffocare e quindi Anna Rita e le sue volontarie continuano nello loro missione salvavita, barcamenandosi tra mille problemi, ma sempre e comunque illuminate e sorrette dalla luce della solidarietà che i loro gatti ricambiano con tutto l’affetto di cui sono capaci. Tantissime storie a lieto fine, ma anche grandi tragedie contro le quali si è lottato a lungo per evitarle, senza riuscirci, perché l’Onnipotenza non appartiene a questo mondo.

Centinaia di storie passate tra le mani di persone coraggiose ed amanti ferventi della vita, del Creato e della umanità tutta. Persone a cui dare voce per donare loro l’attenzione e la gratificazione che meritano. Il controverso universo del volontariato in qualsiasi settore lo si pratichi, pur nella sua nobiltà di intenti, nasconde sempre insidie generate dall’ interesse e dalla pochezza propria della condizione umana e quindi finita. Per cui, quando ci si imbatte in esempi di gratuità totale, di coscienza etica e morale da emulare, di tutela dei diritti di essere senzienti a tutti gli effetti come da dettato costituzionale, diviene doveroso darne conto in modo puntuale per permettere alla potenza delle parole e delle immagini di raggiungere uomini e donne di buona volontà.

In un giorno come tanti, alle prese con l’ultima delle emergenze infinite che tempestano il rifugio, abbiamo incontrato la Signora Anna Rita Rizzello, responsabile di Rifugio Pets Angels che, oltre ad averci aperto le porte di questa bolla fatata, ci ha permesso di entrare anche nelle stanze del suo cuore.

 

Anna Rita, se dovessi descrivere in modo conciso come nasce il rifugio Pets Angels e quale scopo ultimo si prefigge, in che modo lo definiresti?

 

“Tutto ha avuto inizio quando accudivo dei gatti randagi che rischiavano di trovare la morte per avvelenamento, una modalità per fare fuori i gatti molto comune e crudele contro cui c’è ancora molto da fare a livello normativo. Creai la struttura, inizialmente, per loro, quando fui contattata da una associazione di volontariato locale, che mi proponeva aiuto, salvo poi ritrovarmi letteralmente sommersa da emergenze di cani e gatti a cui da sola, non ero in condizione di fare fronte. A seguito di quella parentesi, l’incontro con la mia collega ed amica volontaria Doriana, mi illuminò sul mondo delle adozioni. Da quel momento in avanti, la missione che mi e ci siamo ripromesse per questo rifugio, è quella di recuperare, curare e preparare la possibile adozione per i nostri gatti. Ovvero offrire loro una seconda possibilità nel mondo, dandogli transitoriamente tutto il necessario per rifiorire. Non perseguiamo in alcun modo il raccattare randagi per accumularli senza prospettive”.

 

Da quanti volontari è composto il Comitato e quanti animali siete riusciti a salvare e fare andare in adozione?

“All’inizio dell’avventura eravamo in quattro, a cui poi si aggiunse l’amica Rita Nini, mentre due volontarie dopo qualche tempo uscirono dal progetto. Oggi ad essere operative siamo in cinque sul territorio brindisino e una su quello leccese. Personalmente, ho recuperato più di cinquecento gatti in nove e complicatissimi anni con almeno trecento adozioni andate a buon fine. Un tempo riuscivo a recuperare molti mici, purtroppo le forze e le necessità odierne non me lo consentono più. Il Resto delle mie colleghe volontarie, ad ogni modo, effettua in media venti/trenta recuperi all’anno, dei quali, fortunatamente, la maggior parte riesce a trovare famiglia”.

Il vostro impegno si basa esclusivamente su risorse private. Di cosa avete bisogno per poter proseguire il vostro progetto benefico e non arrendervi ai tanti ostacoli che vi si presentano quotidianamente?

 

“Le risorse private sono quelle che ci permettono,principalmente, di esistere. Poi, riusciamo a realizzare anche piccole entrate, grazie a lavoretti creati da noi e che vendiamo, in più, qualche aiuto da parte del buon cuore di alcune adottanti. Ma, ricevere il sostentamento economico è di vitale importanza, in primis per migliorare ed ottimizzare il rifugio, che deve essere un approdo sicuro per i randagi in difficoltà e per poter comprare attrezzature e medicinali in modo da affrontare emergenze e talvolta, riuscire a disporre di diagnostiche specifiche. Un altro punto da non dimenticare è la voglia di formare, di trasmettere le nostre variegate esperienze…dal pronto soccorso base, al capire come si approccia un antiparassitario, un vermifugo, un antibiotico e comprenderne le modalità di impiego, con oculatezza…insomma forse sogno troppo. Formare le “balie” che mancano, sapere cosa fare quando piccolissimi stanno per morire e non puoi correre dal veterinario…una sorta di pronto soccorso neonatale per animali”.

 

 

Dopo tanti anni nel volontariato, quale bagaglio di esperienza ti porti dietro e cosa, ancora oggi, ti sconvolge della cattiveria umana verso i nostri amici a quattro zampe?

 

“Il volontariato mi ha arricchita tantissimo, perché mi ha formata, portandomi a fare cose che non avrei mia pensato di poter fare…certo è un mondo effimero, pieno di troppa mania di protagonismo, troppa competizione e pochissime persone motivate ad aiutare seriamente. Mi porto dietro poche amiche che ho conosciuto e che sono diventate la mia seconda famiglia, perché parliamo la stessa lingua e soprattutto non abbiamo secondi fini.

Mi sconvolge l’irrefrenabile voglia di apparire, le doppie facce, l’ipocrisia, l’opportunismo…e la delusione più grande contro cui mi scontro ogni giorno e cioè che gli animali non siano di tutti. Da sempre ho partecipato a staffette per i recuperi, per passare farmaci e quant’altro, arrivando anche sino ad Otranto per aiutare e portare un farmaco, ad Ostuni per liberare un gatto intrappolato e via dicendo, non mi sono mai fermata davanti a niente, ho anche presenziato a seminari specifici per imparare tutto sulle dinamiche dei volontari…”.

 

Cosa ti hanno insegnato gli animali che hai stretto tra le tue braccia, magari anche per dargli dignità nei loro ultimi istanti di vita?

Mi hanno insegnato l’amore puro, l’amore assoluto e disinteressato…loro sanno che li hai aiutati e te ne sono grati per sempre…ridare la vita, la dignità, per me è la più grande delle gratificazioni. Ho imparato a non tirarmi indietro mai, per il  loro benessere vale sempre la pena compiere qualsiasi sacrificio. Sento di essere molto empatica con loro, e mi dimostrano che ciò che faccio per loro è giusto, affidandosi totalmente“.

 

Quando incontriamo Anna Rita, è un giorno come tanti, alle prese con l’ennesima ed imponderabile emergenza. La chiamano per un recupero di una gattina di nemmeno due mesi, in fin di vita a causa di una fortissima disidratazione per dissenteria acuta. Tenuta in uno scatolone al gelo in un garage priva di qualsiasi aiuto o cura veterinaria. Anna, senza tergiversare, seppur con lo strazio nel cuore per tanta indifferenza, la accoglie nel suo rifugio, approntandole tutte le terapie d’urgenza del caso. Con tanto tanto amore, la lava, la alimenta e la idrata, sperando in miracolo, mentre Lalla, il nome che le viene dato, combatte riversa nella sua culletta corredata di una lampada riscaldante per scongiurare la morte da ipotermia. Dopo una notte travagliata e passata a vegliarla, Lalla, stretta tra le braccia di Anna Rita, inizia pian piano a riaffacciarsi alla vita, e miagolare in segno di una lenta ma possibile ripresa. Ed ora si spera in una adozione del cuore per uno scricciolo meraviglioso con gli occhi vispi e spalancati sul mondo. Un mondo che, troppo spesso, fa finta di non vedere la sofferenza dei nostri amici animali, o peggio ancora, gliene infligge a bizzeffe senza un perché.

Per chi volesse sostenere il rifugio Pets Angels e Iotoby Onlus può contattare direttamente sulle loro pagine social la signora Anna Rita Rizzello ed il signor Giuseppe Mazzota .

 

 

Lalla, uno scricciolo di appena 2 mesi ritrovata in condizioni disperate.

Grazie all’intervento tempestivo di Pets Angels e Iotoby Onlus sembra dare i primi segnali di ripresa e si spera in una adozione del cuore per lei.

 

 

“Fissa il tuo cane negli occhi e prova ancora ad affermare che gli animali non hanno un’anima”. Victor Hugo

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