Trafigura, il colosso del trading minerario aiuta Putin ad aggirare le sanzioni

2 Giugno 2022

L’invasione dell’Ucraina del 2022 ha aperto una stagione di sanzioni economiche contro la Russia, le più importanti delle quali riguardano le esportazioni di gas e di petrolio. Contrariamente alle speranze dell’Occidente, queste sanzioni stanno mettendo in grave difficoltà l’Unione Europea, sempre più divisa al proprio interno, con un’inflazione galoppante ed il rischio di rendere ridicola, per l’ennesima volta, la speranza di un’Europa unita, politica, economica e militare.
Non è un segreto per nessuno che Putin abbia da anni scommesso su questa implosione della UE – fin da quando, otto anni fa, ha conquistato ed annesso la Crimea, senza che nessuno osasse più di qualche timida protesta. Dal 2014 in poi il Cremlino ha avuto tutto il tempo necessario per prepararsi al passo successivo, così come aveva fatto, 80 anni prima, Adolf Hitler: dapprima l’annessione dei Sudeti, poi della Boemia, poi dell’Austria, mentre l’Occidente, spaventato e diviso, accettava come inevitabile l’espansione nazista.
In questi anni la diplomazia russa ha lavorato a pieno ritmo per rendere possibile ed economicamente sostenibile una guerra in Ucraina. Da un lato rafforzando regimi anti-democratici ed amici, come quello ungherese e quello bielorusso, dall’altro finanziando partiti politici e singoli leader europei che, al momento del bisogno, sapessero da che parte stare e potessero contare su un’importante influenza. Come capolavoro finale, però, c’era bisogno di una strategia efficiente per fare in modo che eventuali sanzioni economiche non rendessero un suicidio qualsivoglia azione militare. I tre puntelli principali della strategia sono stati ottenere la dipendenza energetica quasi totale dell’intera Mitteleuropa (con l’oleodotto Druzhba e con il progetto di oleodotto sottomarino Nord Stream 2), accordi militari ed energetici con un membro influente della NATO, la Turchia, che ora è costretto ad obbedire agli ordini ed a cercare disperatamente un compromesso[1], accordi di dipendenza energetica con tutti i paesi in via di sviluppo geopoliticamente rilevanti[2].
Il coronamento di questa strategia è l’organizzazione annuale dell’Eurasian Economic Forum, che si tiene ogni ottobre a Verona[3], e che viene organizzato dal governo russo, la Lega Nord, Banca Intesa Russia (il cui presidente, Antonio Fallico, è famoso per le sue relazioni moscovite[4] e sostiene oggi con vigore l’illegittimità delle sanzioni contro la Russia[5]), il CEO di Trafigura, Jeremy Weir), il CEO di Rosneft (Igor Sechin), i vertici dell’industria petrolifera russa ed i politici filo-putiniani più influenti (Romano Prodi, Matteo Salvini, Marine Le Pen, Gerhard Schröder, Hirofumi Katase ed altri[6]).
Tra costoro, ovviamente, spiccano i leader della Lega Nord italiana, che sono oramai ufficialmente sul libro paga di Putin – ed è questo il motivo per cui la conferenza si tiene a Verona, feudo leghista[7]. Nel 2022, ovviamente, riunire tutti a Verona sarebbe impossibile, sicché quest’anno il forum è stato spostato a giugno, a San Pietroburgo, e la lista dei partecipanti viene tenuta segreta – ma si vede benissimo che include politici ed industriali di tutto il mondo, Unione Europea compresa[8].
È nell’ambito di questo Forum che, nel 2013, Trafigura e Rosneft hanno firmato un accordo di cinque anni, poi rinnovato, per la fornitura di petrolio: 10,11 milioni di tonnellate di greggio che, ogni anno, pur venendo dalla Russia, vengono commercializzati dalle sedi di Trafigura, in Svizzera ed a Singapore, e quindi non vengono bloccate dalle sanzioni economiche contro la Russia[9]. In questo modo, proprio in queste settimane, anche se le consegne di petrolio russo sono ufficialmente sotto attacco, i dati dicono che continuano, sono in crescita, e che (grazie all’esplosione dei prezzi) garantiscono a Putin ed ai suoi generali una somma crescente di miliardi da poter spendere per la guerra in Ucraina. A tacitare eventuali voci contrari, in tutto l’Occidente, ci sono leader politici legati a Trafigura che, se necessario, sono pronti a giustificare la limitazione delle sanzioni con le necessità energetiche dell’Unione Europea.

Verso un nuovo ordine mondiale

Concentrazione dell’approvvigionamento di materie prime critiche in Paesi extra-UE[10]

Ha scritto André Gide nel libro “I falsari”: “Il presente sarebbe pieno di ogni possibile avvenire, se già il passato non vi proiettasse una storia” e quanto sta accadendo in questi giorni ne è una evidente conferma nonostante lo stupore profuso a piene mani da politici ed organi di stampa. La follia di Putin, al pari della indignazione di Biden, di Stoltenberg e delle Cancellerie europee, rientra in un gioco delle parti, i cui sviluppi sono la logica conseguenza di fatti, scelte, decisioni prese a partire dal 2007.
Non è un caso fortuito che il Sole24 Ore del 13 gennaio 2021 abbia scritto: “In Russia più oro che dollari nelle riserve della banca centrale”: un aggiornamento che mostra una giacenza di lingotti d’oro per 128,5 miliardi di USD, pari al 22,9% delle riserve ed al momento superata soltanto dagli attivi in euro (che rappresentano il 29,5% del totale), mentre quelli in dollari, in forte calo da anni, risultano scesi al 22,2%[11]. Alla luce degli sviluppi odierni questo dato appare come un indicatore di ciò che era già in fieri da anni. In un tale contesto l’accordo Trafigura-Cremlino, così come lo stesso attacco all’Ucraina non sono eventi casuali e scorrelati. Il quotidiano milanese scrive di ciò da anni: il 7 ottobre 2019 scrive che “Cina e Russia scaricano il dollaro, accumulano oro e vendono Treasuries”[12].
Il volume delle riserve auree russe si è quintuplicato tra il 2007 ed il 2020, arrivando a sfiorare a fine 2020 le 2300 tonnellate. In proposito, il viceministro delle Finanze Vladimir Kolychev dichiara: “Posso dire con certezza che la percentuale di dollari diminuirà. Stiamo prendendo in considerazione diverse valute, tra queste lo yuan e altre monete” – tra cui l’euro[13]. Perché l’Euro? Per la sua debolezza e ricattabilità in fatto di acquisizione di energia? Due argomenti a sostegno di questa tesi: il 16 settembre 1992, in quello che è passato alla storia come il mercoledì nero dell’economia europea, allorché la lira italiana e la sterlina inglese furono costrette ad uscire dallo SME, in conseguenza di una speculazione finanziaria da cui ricavò profitto soprattutto il finanziere George Soros. Quel giorno di quasi 30 anni fa in cui il finanziere ungherese inflisse un colpo pesantissimo alla Banca d’Inghilterra, vendendo allo scoperto sterline per oltre 10 miliardi di dollari, ha creato una svalutazione storica, che costrinse la Banca d’Inghilterra a far uscire la valuta britannica dal Sistema Monetario Europeo[14].
Secondo argomento: il 22 marzo 2018 inizia la “Guerra dei dazi” tra Cina e Stati Uniti, a causa dell’introduzione di dazi decisa da Donald Trump allo scopo di danneggiare l’economia cinese[15]. La strategia adottata da Trump non ha sortito praticamente effetto alcuno – anche per la sopravvenuta pandemia[16]. Così la sottoscrizione da parte del Presidente degli Stati Uniti e del vice premier della Repubblica popolare cinese, Liu He, a Washington il 15 gennaio 2020, della “Fase Uno” dell’accordo commerciale che avrebbe dovuto mettere fine alle tensioni tra i due Paesi, ha di fatto ufficialmente rappresentato solo la ratifica del formale atto di resa degli Stati Uniti d’America al termine di quella che qualcuno ha giustamente definito come la fase uno della III Guerra Mondiale – incluse le minacce di Pechino a Taiwan, che sono simili a quelle annunciate da Putin poco prima dell’invasione dell’Ucraina[17]. L’Occidente dipende dalla Russia per il gas, ma dipende dalla Cina per le Terre Rare[18], poiché Pechino controlla il 98% del mercato mondiale[19].
È la condizione endemica dell’Occidente: delle 30 materie prime considerate come elementi strategici per la crescita dell’economia, solo il 20% viene fornito da Paesi membri dell’Unione[20]. Oltre il 98% della fornitura di terre rare proviene dalla Cina, il 98% del borato dalla Turchia, l’87% del litio dall’Australia, il 71% del platino dal Sudafrica, l’85% del niobio dal Brasile e così via per decine di altre risorse tecnologicamente indispensabili[21], come scrive Il Sole 24 Ore: “La Cina minaccia in modo sempre più esplicito un embargo delle esportazioni di terre rare agli Stati Uniti: una misura che avrebbe un impatto pesantissimo sull’economia americana, che dipende quasi interamente da Pechino per l’approvvigionamento di questi ed altri materiali critici, preziosi non solo nell’hi-tech ma anche nel settore della difesa”[22]. Una minaccia ripetuta dal quotidiano cinese Global Times: “A quanto ne so la Cina sta seriamente valutando di restringere l’export di terre rare agli USA”[23].

L’asse Trafigura-Cremlino

21 giugno 2013: Claude Dauphin (sinistra) ed Igor Sechin (destra) firmano il contratto Trafigura-Rosneft[24]

La collaborazione tra il colosso del trading minerario Trafigura ed il governo russo ha avuto ufficialmente inizio nel giugno del 2013, quando il CEO di Rosneft, Igor Sechin, e il presidente e amministratore delegato di Trafigura, Claude Dauphin, hanno firmato un contratto quinquennale (con pagamento anticipato) per la fornitura di petrolio greggio. Il contratto prevede che Rosneft esporti fino a 10,11 milioni di tonnellate di petrolio greggio e altri prodotti petroliferi a Trafigura per 1,5 miliardi di dollari[25]. L’accordo è particolarmente importante: Rosneft, oltre ad essere l’azienda leader dell’industria petrolifera russa, è un’azienda statale, ed è quindi in prima linea nel caso in cui sanzioni internazionali colpiscano il governo russo[26].

Igor Sechin, il CEO di Rosneft, ex colonnello del KGB, è noto in Russia con il soprannome di “Darth Vader”[27] e, presso i diplomatici statunitensi, come “l’eminenza grigia del Cremlino”[28]. Forbes stima il suo patrimonio personale in 800 milioni di dollari[29], di cui 77 milioni solo grazie alla sua quota azionaria di minoranza in Rosneft: l’unico dato certo è quello relativo alla sua partecipazione azionaria in Rosneft pari a meno dell’1% e stimata in 77 Mln di USD[30]. A questo accordo si aggiunge quello con la famiglia Moratti, che permette a Rosneft di acquisire il 20,99% della raffineria italiana Saras[31]. Quando poi, a causa dell’invasione del Donbass, Rosneft finisce sulla black list internazionale, Sechin vende il 9% di Saras con un guadagno netto di 45 milioni di euro – pari al 153% del valore al quale i russi avevano acquistato un anno prima[32].
Anche l’ENI ha goduto degli accordi con Rosneft, grazie all’accordo di cooperazione relativo alla costituzione di una serie di joint ventures (partecipate da ENI con una quota del 33,3%) nel Mar Nero e nel Mar di Barents[33]: progetti purtroppo destinati a saltare (Mar Nero) ed al congelamento (Mar di Barents) nel 2018 a causa delle sanzioni[34]. Da qui l’esigenza di spingere sull’accordo con Trafigura, che è il modo perfetto per aggirare le sanzioni: i Russi vendono a Singapore, Trafigura vende come società svizzera, e le sanzioni diventano una burla.
Come è una burla una buona parte del dibattito politico all’interno dell’Unione Europea, che riesce a mantenere una parvenza di unità solo al costo di compromessi avvilenti. Un esempio: l’ex Cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, si dimesso dalle sue cariche esecutive in Rosneft e Gazprom[35], ma solo dopo che la pressione era divenuta intollerabile, e lo ha fatto sostenendo di non essere d’accordo con le sanzioni e che sia “ragionevole che la Russia sia un paese stabile”[36]. Il ministro degli esteri ucraino Pavlo Klimkin definisce Schröder “il più importante oligarca di Putin”[37], ma lo stesso governo di Kiev si è battuto per evitare che Roman Abramovich venisse inserito nella lista delle sanzioni[38] e, finora, ha evitato di commentare il ruolo della Goldman Sachs nel supporto del regime di Putin e dei suoi oligarchi[39], perché litigare con il figlio di Joe Biden, fiduciario del governo russo, vuol dire perdere l’appoggio militare statunitense all’esercito ucraino[40]. In questa confusione, rimane non detto il motivo per cui i russi vogliono il Donbass: non per salvare le minoranze russofone, ma per acquisire, per Rosneft e le altre aziende energetiche russe, delle miniere di litio[41], d’uranio e di manganese[42]. Se la Russia finirà la guerra mantenendo il controllo sul Donbass, le eventuali perdite nel settore idrocarburi saranno ridicole, se confrontate ai guadagni ottenuti con questi che sono tra i minerali più ricercati per l’alta tecnologia e la “green economy”.

I politici pagati dal Cremlino

27 febbraio 2022: il ministro dell’energia belga, l’ecologista Tinne Van der Straeten (destra), è costretta in TV ad ammettere il proprio lampante conflitto di interessi[43]

Con l’invasione dell’Ucraina, alcuni dei politici occidentali legati finanziariamente al Cremlino sono stati costretti a venire allo scoperto – politici ancora attivi, e non pensionati, come Gerhard Schröder. Ed a conferma del fatto che, in Germania, Putin abbia puntato sul partito socialdemocratico, salta fuori la storia di Manuela Schwesig, SPD, presidente del Mecklenburg-Vorpommern, ovvero dello stato tedesco in cui sarebbe dovuto arrivare l’oleodotto Nord Stream 2[44]. È una regione povera, per cui la signora Schwesig punta molto sull’oleodotto: nelle stesse ore il ministro degli esteri (SPD) Haiko Maas annuncia la prima lista di sanzioni contro la Russia, lei va a parlare con Gerhard Schröder per ricevere conferme sul fatto che, guerra o non guerra, Nord Stream si farà[45].

Ma la signora non è da sola: il presidente dello Stato della Sassonia, Michael Kretschmer (CDU), nell’ottobre del 2021 ha definito Mosca un partner energetico “affidabile e leale”, mentre il presidente dell’Ost-Auschuss der Deutsche Wirtschaft (il Comitato orientale dell’economia tedesca), Oliver Hermes, ha salutato l’arrivo del 2022 con l’auspicio che lo stop al gasdotto potesse presto rientrare[46] – un parere condiviso dalla BDI (l’associazione federale degli industriali)[47]. Una lobby potentissima, che oggi impedisce al Cancelliere Olaf Scholz (già noto per la sua ritrosia nel prendere decisioni) di esigere sanzioni più severe e consegnare all’Ucraina le armi promesse.
Un interessante documento intitolato “Freedom at risk: the challenge of the century” (Libertà a rischio: la sfida del secolo)[48], frutto di una ricerca promossa dallo International Republican Institute (USA) e dalla Fondation pour l’Innovation politique (Francia), e realizzata in cooperazione con diverse agenzie di tutto il mondo, asserisce che, in Germania e in Belgio, diversi gruppi ambientalisti contrari all’energia nucleare, ma favorevoli al gas russo, sarebbero stati finanziati dalla Gazprom[49]. I soldi del gigante russo finiscono anche in America, come affermato l’11 marzo 2022 da due deputati repubblicani[50] . Tra le organizzazioni ambientaliste indicate spiccano Sierra Club e la League of Conservatives Voters Education Fund, “tutte massicciamente coinvolte nell’opposizione allo sfruttamento del gas di scisto negli Stati Uniti, per ridurne la concorrenza verso il petrolio e il gas russo. Esse hanno ricevuto dieci milioni di dollari l’anno dalla American Sea Foundation, riccamente dotata dalla società ombrello con sede a Bermuda”, sospettata di appartenere a Gazprom[51].
Il Ministro dell’Energia belga, l’ecologista Tinne Van der Straeten, prima di essere ministro era socio al 50% un importante studio legale belga, di cui Gazprom è il maggiore cliente – e da ministro la Signora Van der Straeten si è impegnata per lo smantellamento degli impianti civili nucleari per sostituirli con centrali a gas[52]. Alla fine di febbraio 2022 la stampa ha iniziato a pubblicare notizie su finanziamenti ricevuti dalla ministra direttamente da Mosca[53]. Nell’aprile del 2022 la signora Van der Straeten ha potuto annunciare con soddisfazione l’investimento statale belga per la costruzione di una centrale al litio (provenienza Gazprom) di proprietà di due società, una delle quali è Trafigura[54].

Il tracciato dell’oleodotto russo Druzhba, non colpito dalle sanzioni occidentali contro il Cremlino[55]

Da un articolo a firma del Wall Street Journal dell’aprile 2022 apprendiamo che l’ottovolante economico-finanziario collegato alla guerra in Ucraina ha incrinato perfino la leggendaria propensione al rischio dei trader che commercializzano il greggio russo[56]. Ufficialmente, Trafigura ha deciso di interrompere l’esportazione del greggio di Rosneft, fornendo solo alcuni prodotti raffinati come il diesel in Europa: una decisione che è stata presa e comunicata in una data ben lontana da quel 15 maggio in cui sarebbero dovute entrare in vigore le sanzioni[57]. Ma che fine fa, quindi, quel petrolio invenduto? Una domanda pertinente, visto che la Russia continua a trarre grandi profitt[58].
Nonostante le misure adottate dall’Unione Europea, Mosca ha ancora molti acquirenti e a prezzi abbastanza elevati da aumentare il gettito della bilancia commerciale: prima della guerra con l’Ucraina, la Russia vendeva all’Europa circa la metà dei suoi 7,85 milioni di barili al giorno – ed ora li sta riorientando verso altri mercati, in primis quelli asiatici[59]. Secondo una nota del 19 maggio del vice primo ministro russo, Alexander Novak, dopo un calo di 1 milione di barili al giorno in aprile, la produzione petrolifera russa è aumentata di quasi 300’000 barili al giorno in maggio e continuerà ad aumentare a giugno, il che dimostra quanto sia difficile punire una grande potenza del petrolio e del gas come la Russia quando gran parte del mondo – soprattutto i Paesi in via di sviluppo – dipende dai combustibili fossili[60].
Il flusso medio di greggio via mare è stato di 3,44 milioni di barili al giorno, in calo del 3% rispetto ai 3,55 milioni di barili del 13 maggio[61]. Questo perché molti paesi prevedevano già le misure prese dall’Unione Europea a fine maggio. Eppure l’industria petrolifera russa cresce, grazie alla guerra, nonostante le sanzioni, e per giunta cresce in un momento in cui i prezzi sono saliti alle stelle.
Si tratta di un quadro davvero desolante, ma che serve a spiegare le divisioni interne e la debolezza crescente dell’Unione Europea. Un quadro che ricorda in modo agghiacciante quello descritto da Jean-Paul Sartre nel suo romanzo “Il rinvio”, e che descrive come le spaccature e le paure dell’Occidente, tra il 1936 ed il 1939, siano state una delle cause della Seconda Guerra Mondiale. Perché abbiamo paura tutti, ed abbiamo accettato, senza fiatare, l’ecatombe siriana e la conquista della Crimea. Il rombare dei panzer russi, purtroppo, è sempre più vicino. E c’è il rischio che possano fare rifornimento in qualsiasi pompa di benzina dell’Occidente.

 

[1] 02 giugno 2022 – La Ragione, pag. 13
[2] https://www.cdp.it/resources/cms/documents/CDP-Brief_Cosa-succede-alle-materie-prime.pdf
[3] http://forumverona.com/wp-content/uploads/2019/07/Verona_A5_2019_eng_12_preview.pdf
[4] https://www.pressreader.com/italy/il-fatto-quotidiano/20190711/281668256543659 ; https://www.repubblica.it/economia/2022/03/06/news/russia_intesa_fallico_potenti_economia_finanza-340527418/ ; https://www.facebook.com/watch/?v=1155488194929319
[5] https://www.startmag.it/economia/russia-italia-rapporti-economici/ ; https://liguria.bizjournal.it/2022/02/fallico-banca-intesa-russia-largo-margine-per-sviluppo-business-russia-italia-e-liguria/
[6] https://roscongress.org/en/events/x-evraziyskiy-ekonomicheskiy-forum-v-verone/about/
[7] https://www.linkiesta.it/2014/12/loro-di-mosca-spacca-la-lega-nord/ ; https://www.repubblica.it/cronaca/2019/07/12/news/salvini_savoini_e_quella_foto_a_mosca_con_l_amica_dei_mercenari-301001815/ ; https://www.open.online/2019/09/04/presunti-fondi-russi-alla-lega-i-sospetti-della-finanza-su-case-e-prelievi-dei-leghisti-al-metropol/ ; https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/12/11/news/per-un-pugno-di-rubli-padani-79192/
[8] https://roscongress.org/en/events/
[9] https://www.trafigura.com/press-releases/rosneft-signs-crude-oil-supplies-contract-with-trafigura/
[10] https://www.cdp.it/resources/cms/documents/CDP-Brief_Cosa-succede-alle-materie-prime.pdf
[11] https://www.ilsole24ore.com/art/in-russia-piu-oro-che-dollari-riserve-banca-centrale-ADcF94CB?refresh_ce=1
[12] https://www.ilsole24ore.com/art/cina-e-russia-comprano-oro-e-vendono-dollari-ACtMrhp
[13] https://www.ilsole24ore.com/art/il-fondo-sovrano-russo-segue-banca-centrale-meno-dollari-piu-euro-e-yuan-ACGRVfy
[14] https://www.firstonline.info/accadde-oggi-lira-a-picco-nel-1992-lattacco-di-soros/
[15] https://it.insideover.com/schede/economia/cose-la-guerra-dei-dazi-la-trade-war-spiegata-dallinizio.html
[16] https://www.linkiesta.it/2020/01/trump-guerra-dazi-usa-cina/ ; https://ustr.gov/sites/default/files/files/agreements/phase%20one%20agreement/Economic_And_Trade_Agreement_Between_The_United_States_And_China_Text.pdf
[17] https://www.linkiesta.it/2020/01/trump-guerra-dazi-usa-cina/ ; https://www.cov.com/-/media/files/corporate/publications/2020/01/us-china-phase-one-trade-deal.pdf
[18] https://www.osservatorioartico.it/terre-rare-groenlandia/
[19] https://www.cov.com/-/media/files/corporate/publications/2020/01/us-china-phase-one-trade-deal.pdf
[20] https://www.italiaoggi.it/news/sulle-materie-prime-l-europa-e-sotto-scacco-2553434?callback=in&code=ZDHIMZC3MZQTYTKYMS0ZNJU2LWIYZDETMTJLMDHLZJQ1NDC3&state=941694893131484fadb98f3deca970ae; https://www.cdp.it/resources/cms/documents/CDP-Brief_Cosa-succede-alle-materie-prime.pdf
[21] https://www.italiaoggi.it/news/sulle-materie-prime-l-europa-e-sotto-scacco-2553434?callback=in&code=ZDHIMZC3MZQTYTKYMS0ZNJU2LWIYZDETMTJLMDHLZJQ1NDC3&state=941694893131484fadb98f3deca970ae
[22] https://www.ilsole24ore.com/art/la-cina-domina-metalli-hi-tech-e-ora-ricatta-usa-terre-rare-ACsC4iJ?refresh_ce=1
[23] https://www.ilsole24ore.com/art/la-cina-domina-metalli-hi-tech-e-ora-ricatta-usa-terre-rare-ACsC4iJ?refresh_ce=1
[24] https://www.trafigura.com/press-releases/rosneft-signs-crude-oil-supplies-contract-with-trafigura/
[25] https://www.trafigura.com/press-releases/rosneft-signs-crude-oil-supplies-contract-with-trafigura/
[26] https://www.trafigura.com/press-releases/rosneft-signs-crude-oil-supplies-contract-with-trafigura/
[27] https://www.occrp.org/ru/daily/5714-russia-the-empire-strikes-back-as-darth-vader-wins-case-against-occrp-partner
[28] https://wikileaks.org/plusd/cables/08MOSCOW2759_a.html
[29] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:32022R0336&from=EN ; https://www.ilmessaggero.it/mondo/oligarchi_russi_igor_sechin_fedelissimo_putin_chi_e-6685189.html
[30] https://www.ilmessaggero.it/mondo/oligarchi_russi_igor_sechin_fedelissimo_putin_chi_e-6685189.html
[31] https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/05/igor-sechin-leminenza-grigia-di-putin-che-stringe-presa-sullitalia/733797/
[32] https://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/10/20/news/saras_rosneft-125477755/
[33] https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/05/igor-sechin-leminenza-grigia-di-putin-che-stringe-presa-sullitalia/733797/
[34] https://www.askanews.it/economia/2018/10/24/eni-uscita-da-jv-con-rosneft-su-mar-nero-ma-rapporti-ottimi-pn_20181024_00947/
[35] https://www.corriere.it/esteri/22_maggio_21/schroder-mistero-dimissioni-perche-ha-lasciato-cda-rosneft-92411f06-d917-11ec-ace9-a49b5c59373f.shtml
[36] https://www.reuters.com/article/us-rosneft-egm-schroeder/russias-rosneft-elects-former-german-chancellor-schroeder-as-chairman-idUSKCN1C426Q
[37] https://www.wsj.com/articles/putins-key-oligarch-escapes-sanctions-1521239535
[38]https://www.leggo.it/esteri/news/zelensky_abramovich_sanzioni_trattative_pace_ultimissime_oggi_23_marzo_2022-6582625.html ; https://www.nytimes.com/2022/03/21/business/russia-roman-abramovich-concord.html
[39] https://www.glistatigenerali.com/geopolitica/lasse-segreto-tra-goldman-sachs-e-gli-oligarchi/
[40] THE SECRET AXIS BETWEEN GOLDMAN SACHS AND THE OLIGARCHS | IBI World UK
[41] https://www.earthdoc.org/docserver/fulltext/2214-     4609/2021/gis2021/Prospects_lithium_extraction_from_produced_water_in_oil_and_gas_fields_of.pdf?expires=1653477342&id=id&accname=guest&checksum=024C940D757675978853C260EBC433FB ; “La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino” di Pietro Sabella http://www.ildomaniditalia.eu/la-guerra-delle-materie-prime-e-lo-scudo-ucraino-ecco-perche-leuropa-e-nel-mirino-di-putin-lo-spiega-sabella-in-un-paper/
[42] https://mepiu.it/uranio-e-litio-perche-ucraina-deve-essere-cancellata-i-reali-motivi-che-nessuno-vuole-vedere/ ; “La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino” di Pietro Sabella http://www.ildomaniditalia.eu/la-guerra-delle-materie-prime-e-lo-scudo-ucraino-ecco-perche-leuropa-e-nel-mirino-di-putin-lo-spiega-sabella-in-un-paper/
[43] https://www.trendsmap.com/twitter/tweet/1498041108022153220
[44] https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/02/01/news/nel-land-dove-arriva-il-nord-stream-2-c-e-una-presidente-molto-filorussa-che-divide-l-spd-3628647/
[45] https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/02/01/news/nel-land-dove-arriva-il-nord-stream-2-c-e-una-presidente-molto-filorussa-che-divide-l-spd-3628647/
[46] https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/02/01/news/nel-land-dove-arriva-il-nord-stream-2-c-e-una-presidente-molto-filorussa-che-divide-l-spd-3628647/
[47] https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/31284901/germania-caccia-filo-russo-farsa-gioco-berlino-vladimir-putin.html
[48] https://www.fondapol.org/app/uploads/2022/01/fondapol-iri-cod-kas-genron-fng-rda-survey-freedoms-at-risk-the-challenge-of-the-century-01-2022-2.pdf
[49] https://www.italiaoggi.it/news/rivelazione-shock-gli-ambientalisti-contro-il-nucleare-e-pro-gas-russo-sono-stati-finanziati-da-gazprom-2555825
[50] https://www.italiaoggi.it/news/rivelazione-shock-gli-ambientalisti-contro-il-nucleare-e-pro-gas-russo-sono-stati-finanziati-da-gazprom-2555825
[51] https://www.italiaoggi.it/news/rivelazione-shock-gli-ambientalisti-contro-il-nucleare-e-pro-gas-russo-sono-stati-finanziati-da-gazprom-2555825
[52] https://www.butac.it/ambientalisti-gazprom/
[53] https://www.trendsmap.com/twitter/tweet/1498041108022153220
[54] https://www.energy-storage.news/totally-realistic-revenue-assumptions-how-belgiums-biggest-bess-got-financed/
[55] https://en.wikipedia.org/wiki/Druzhba_pipeline
[56] https://www.wsj.com/articles/russia-oil-sanctions-europe-middlemen-fueled-putins-war-machine-now-theyre-getting-out-trafigura-11651166288
[57] https://www.wsj.com/articles/russia-oil-sanctions-europe-middlemen-fueled-putins-war-machine-now-theyre-getting-out-trafigura-11651166288
[58] https://www.washingtonpost.com/climate-environment/2022/05/11/russia-oil-gas-china-india-ukraine/
[59] https://www.washingtonpost.com/climate-environment/2022/05/11/russia-oil-gas-china-india-ukraine/
[60] https://www.spglobal.com/commodityinsights/en/market-insights/latest-news/oil/051922-russian-oil-output-up-200000-300000-bd-in-may-recovery-to-continue-in-june
[61] https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-05-23/russia-s-seaborne-crude-oil-exports-keep-coming

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CAT: Geopolitica

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