Quale futuro attende i Got (giudici onorari) ? Uno dei rompicapo del Governo

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15 Marzo 2023
Dopo aver ricevuto due richiami dalla Commissione europea, la situazione per questo tipo di magistrati appare tutt’altro che chiara e l’Esecutivo ha l’onere di districare la matassa di una macchina della Giustizia sempre più in affanno

 

 

Sembra complicarsi sempre di più, la controversa questione riguardante il futuro dei Got, giudici onorari di Tribunale, che non riescono a trovare chiarimenti definitivi circa la loro figura all’interno delle aule di Giustizia. Il prossimo luglio, infatti, saranno trascorsi ben due anni, da quando l’Italia, ha ricevuto due richiami a firma della Commissione europea, con tanto di apertura della procedura di infrazione prevista dalle circostanze, in cui si intimava un adeguamento della legislazione nazionale a quella europea, inerente alla stabilizzazione nell’ambito della Magistratura, dei giudici onorari di Tribunale, con il relativo riconoscimento degli stessi diritti contemplati per quelli togati. L’allora Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, autrice dell’ultima e discussa riforma delle due procedure, al fine di neutralizzare l’iter di infrazione, come da ammonimento proveniente da Bruxelles, decide di adottare un decreto legislativo che, di fatto, opera sugli articoli relativi ai magistrati onorari che prestavano servizio alla data nella quale lo stesso provvedimento entra in vigore. Sostanzialmente, suddivide questa tipologia di giudici, in tre sottocategorie, ovvero tre fasce concorsuali, basate sull’anzianità di servizio, chiedendo, inoltre, di sottoporsi a prova valutativa propedeutica alla continuazione dello svolgimento di tale mansione professionale. Questo accadeva esattamente nel luglio del 2021. A distanza di 12 mesi, la stessa Commissione europa, richiama nuovamente il nostro Paese, bocciando tale decreto, in quanto peggiorativo della situazione evidenziata e non rispondente alla normativa vigente nella UE. Di contro, il primo concorso destinato ai giudici onorari con oltre 16 anni di carriera, con prova valutativa imprescindibile per continuare a svolgere determinate funzioni in Magistratura, parte senza intoppi, generando una confusione grave ed inaccettabile per un settore tanto delicato ed oberato di arretrati qual’è quello dei Tribunali. Basti pensare che, molti Got, che hanno sostenuto la prova regolarmente, conseguendo il decreto di conferma dell’esercizio del loro ruolo, non percepiscono il compenso spettante, perché sotto questo aspetto, la Riforma Cartabia risulta inattuabile. Una incongruenza di difficilissima soluzione tra, quanto inserito nel testo di legge e quanto affidato all’esplicazione della stesso. Nella relazione con cui si illustra il decreto legislativo di specie, infatti, si prevede il pagamento e relativo stanziamento di risorse ad esso destinate, a carico delle casse statali presso l’Inps, inquadrando in questo modo, i Giudici Onorari di Tribunale nella fascia dei dipendenti pubblici, pur non avendo, la stessa Riforma Cartabia, provveduto a modificare la condizione dei magistrati suddetti, come designato nel decreto 116/2017, ed ascrivendoli alla categoria dei lavoratori autonomi e quindi soggetti ad iscrizione obbligatoria alla gestione separata Inps. Si immagini come, questo rebus, incida poi su tutta una serie di diritti connessi, quali la maturazione e godimento delle ferie o semplicemente l’assenza per malattia.

Il Governo Meloni è chiamato ad intervenire con la massima celerità per provare a sbrogliare una matassa davvero ridicola, ancora una volta, agli occhi dell’opinione pubblica nazionale e non. Negli scorsi giorni, il Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro ha ricevuto le rappresentanze sindacali del settore, per provare ad approntare un tavolo di confronto e giungere a soluzione. In ambito europeo, nostro malgrado, stiamo per l’ennesima volta, elemosinando rinvii e proroghe che ci indeboliscono ulteriormente come credibilità internazionale, facendoci correre il rischio concreto che, da Bruxelles, decidano di deferire l’Italia direttamente alla Corte di giustizia europea, e questo va a scontrarsi inevitabilmente con tutti gli obiettivi legati a stretto giro con il Pnrr.

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CAT: Giustizia, Governo

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