Anarchy in Italy, ovvero il volto rimbambito del Potere

20 Ottobre 2022

Adesso c’è di che essere un po’ preoccupati. Mentre la realtà bussa alle porte, la coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni sta dando delle prove incresciose di fragilità politica, e a tratti psicologica, che non fanno pensare bene per niente.

Abbiamo già scritto degli scossoni e dei messaggi trasversali durante l’elezione dei Presidenti delle Camere. Non sono mai spettacoli edificanti, ma ci sta, la politica è sangue e merda come diceva un dei tanti protagonisti della Prima Repubblica che servirebbero come il pane in questo momento. Ma il sangue e la merda hanno sempre servito a un, più o meno chiaro, più o meno diretto, più o meno raccontabile, scopo, mentre oggi sembrano prevalere la razionalità e il senso dello Stato di Joker e no, non mi riferisco alla maschera e al rictus di Berlusconi, o forse un po’ sì.

L’anziano, decrepito senza grandezza, leader di Forza Italia ha preso a cannoneggiare non solo la sua stessa maggioranza, ma gli stessi assetti geopolitici dell’Italia. Non è stato un bello spettacolo l’ennesimo deliquio di Berlusconi. I sommelier di ogni follia della politica ci potranno pure vedere chissà quale disegno intelligente, ma la realtà è ben più misera, non se la mette via che ormai è diventato marginale politicamente e venderà cara la pelle, mal circondato e malissimo consigliato. È lecito attendersi che anche Salvini, non immune ad atteggiamenti bambineschi, presto comprenda che è meglio fare casino per attirare le attenzioni della maestra e avere una coccola, una mela, un barcone da sequestrare.

Mentre scoppiano focolai di incendio attorno alla maggioranza, Gasparri vede bene di aprire un altro fronte come novello leader antiabortista, così, de botto, senza senso.

Non va bene così, anche per chi si impone come il sottoscritto di pazientare a giudicare un Governo non vicino ma potenzialmente con una compiuta e razionale maggioranza politica e di cui il Paese ha urgentissimo bisogno per recuperare un minimo di fisiologia democratica. Un Governo che già paga l’assenza di una classe dirigente credibile nel centrodestra (i nomi circolati sono in alcuni casi sconfortanti, ancora più nelle figure supposte competenti che nei politici puri) e che non può nascere gravato da una instabilità così palese e dall’assenza di riferimenti fondamentali, come si si sta con la vittima o con il carnefice.

Non va bene nemmeno perché un’anarchia così conclamata richiamerà nell’opposizione, innanzitutto nel PD, ogni istinto governista peraltro non ancora sopito. Il tre pezzi in grisaglia è stato appena portato in lavanderia e basta una sparata che lo si ritiri di corsa e lo si indossi nuovamente e si rigiri il film “i guardiani dell’ordine europeo contro i pazzi scriteriati della Destra”, film già stravisto e inutile. L’astensionismo supererebbe agevolmente il 50%.

Questa roba qui è la perdita di tempo dalla quale bisognava astenersi. Almeno facciamo degli errori nuovi, non sempre gli stessi.

Intanto l’Economist, di proprietà degli Agnelli, copia Der Spiegel e certifica un’altra debacle di un governo conservatore in Europa, quello inglese. Al di là della senescenza inquieta di questo o di quello, è sempre più evidente che le società occidentali sono ormai difficilissime da governare, soprattutto dove si è promesso troppo. D’altro canto, dove onestamente prometti poco, il consenso viene meno e hai sempre un Lucignolo da cui guardarti.

Insomma un casino, senza nemmeno il gas per fare i popcorn.

 

 

 

TAG: berlusconi, giorgia meloni, matteo salvini
CAT: Governo, Partiti e politici

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